
Le immagini dell'insicurezza: Caccia al tesoro o labirinto

Sul numero delle immagini dell’insicurezza di SICURELLO.no del 24 gennaio, “Le immagini dell'insicurezza: Cosa scegliere?”, avevamo trattato di uno scorretto posizionamento di un estintore all’interno di un pubblico esercizio (ristorante), oggi continuiamo sul tema dei locali aperti al pubblico ed a quello che, purtroppo, risulta sempre più evidente, ovvero la segnaletica, i percorsi di esodo ed presìdi di emergenza sono un ostacolo alla normale attività espositiva.
Siamo all’interno di un esercizio commerciale posto in un’area di servizio autostradale e l’occhio cade sull’indicazione di un’uscita di sicurezza, uscita non certamente di facile utilizzo in quanto davanti ad essa troviamo:
- Un estintore
- Un paio di espositori di dolciumi
La logica sembra essere sempre la stessa: perché rinunciare a spazi utili per proporre articoli in vendita?
Tanto la certezza è nella statistica che parla di numeri ridotti di incendi rispetto alla quantità di negozi, bar, ristoranti, ecc. presenti sul territorio.
Ed allora perché rinunciare a spazi importanti?
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Il giro all’interno del locale continua e pochi metri dopo ci imbattiamo anche in una cassetta antincendio (contenente un naspo) ben celata dietro a macchinine, puzzle e – visto che ci siamo – perché non utilizzare la cassetta stessa come punto di appoggio per ulteriore merce?
Quasi una caccia al tesoro per trovare i presìdi o forse si tratta di un labirinto per uscire dal quale è fondamentale trovare il percorso giusto.
Le conclusioni sono sempre le stesse, se gli addetti alle vendite possono essere poco attenti (o totalmente disinformati) rispetto alle regole da rispettare, e questo già è un grosso problema in quanto all’interno dei moduli formativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro i temi legati relativi alle procedure di esodo ed alla gestione delle emergenze devono essere affrontati, chi deve supervisionare (partendo dagli addetti alle emergenze, passando da chi effettua le verifiche periodiche dei presìdi ed arrivando agli ASPP, RSPP, Datori di Lavoro e via dicendo) possibile che non vedano mai nulla?
Geom. Stefano Farina, Consigliere Nazionale AiFOS
Fonte: SICURELLO.no: l’evidenza dei mancati infortuni
Le immagini vengono concesse in Licenza Creative Commons alle seguenti condizioni:
CC BY-NC-ND
Attribuzione – Non Commerciale – Non Opere Derivate
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Rispondi Autore: Gianni ![]() | 21/02/2025 (09:12:20) |
Evidentemente l'autore delle foto non ha mai lavorato in un negozio e non conosce la realtà operativa quotidiana. Facile fare i maestrini. 1) Sono anomalie risolvibili in 10 secondi, spostando quello che c'è da spostare. 2) Non sappiamo se è un problema transitorio e, comunque, gli apprestamenti ci sono. Ci sono vie di fuga, cartellonistica, basso carico di incendio, passaggi adeguati, piano terra. Avercene attività così. Poi, fare gli spiritosi è facile. Più difficile è essere dall'altra parte a gestire una attività, con tutti i problemi connessi |
Rispondi Autore: Weber ![]() | 21/02/2025 (10:06:15) |
Il commento del signor Gianni lascia intendere che esisterebbe una "realtà operativa quotidiana" evidentemente in contrasto con altri tipi di "realtà". Quello che temo voglia intendere - ed è un errore tanto macroscopico quanto comune - è che esistano da una parte le disposizioni normative e da un'altra le esigenze operative. Ovviamente trattasi di sonora e sesquipedale fesseria che serve solo a mascherare la mancanza di volontà (o capacità) di rispettare le leggi ritendendosi furbi o - peggio ancora - pragmatici. |
Rispondi Autore: Gianni ![]() | 21/02/2025 (10:21:36) |
Il "signor Gianni" vuole fare capire che la perfezione non è facile da raggiungere. L'attività sembra ben disposta e con tutti gli apprestamenti minimi necessari (già una cosa non facile da raggiungere). Un espositore messo non deve essere, può essere un errore di sistemazione momentaneo. In 10 secondi hai risolto, spostandolo. La sonora e sesquipedale fesseria (a mio avviso) è pretendere sempre tutto perfetto, tipico di chi la consulenza la fa dall'ufficio scrivendo DVR con i software. Chi lavora nelle aziende - per davvero - sa perfettamente che la perfezione non esiste e che siamo capaci tutti a fare la fotina simpatica per fare sorridere il pubblico. |
Rispondi Autore: floche ![]() | 21/02/2025 (10:39:09) |
Il commento del sig. Gianni è irricevibile. La sua logica è quella solita di chi giustifica qualsiasi violazione con la necessità di lavorare, anche a costo di esporre gli altri a rischi gravissimi. Mi personalmente capitato di trovarmi all'interno di un locale pubblico dove è scoppiato un incendio e dove le uscite di sicurezza erano inutilizzabili per la presenza di tavoli da ristorante, dato il caos, posso assicurare che non è stato semplice evacuare con bambini al seguito e si è corso un grave rischio. Anche quel locale non sembrava ad alto rischio d'incendio, ma per un comportamento sciocco di un cliente abbiamo rischiato tutti la vita |
Rispondi Autore: Gianni ![]() | 21/02/2025 (10:53:33) |
Sig. Floche, stiamo parlando del locale della foto. Ogni altro caso merita una disamina a parte. Nel caso specifico gli apprestamenti ci sono, sono ben disposti, ci sono le vie di fuga (visibili). La discriminante è un espositore malmesso, giusto per fare la foto simpatica. Come a dire che a nessuno è mai capitato (anche in casa propria) di avere disordine, magari per un giorno perchè stanno facendo lavori, oppure che nessuno ha cantine e garage ccon carichi di incendio elevati, senza ricambi d'aria e apprestamenti antincendio. Si tratta di essere realisti, e non sofisti. |
Rispondi Autore: Giovanni Bersani ![]() | 21/02/2025 (14:07:03) |
L'articolo, pur col tono un po' "didattico", mette in luce un evidente problema, e sebbene sia assai diffuco ciò non consente di prenderlo sottogamba. Proprio perché è un caso-studio anonimo non si può accusare l'autore di fare il maestrino. Una cosa infatti è trarne spunto per fare un articolo, come in questo caso, un'altra è parlare direttamente con il titolare: non sappiamo come l'autore si comporterebbe "nel tono, nei fatti" con il titolare se fosse un suo cliente a cui cercare di arrivare nella testa ancor prima che nella mera esecuzione di regolette, e comprendendo tutte le difficoltà del caso. Quindi sicuramente non si può accusare l'autore di nulla, tantomeno di essere solo uno che sta in ufficio a fare DVR: non conosco Farina ma a giudicare dagli articoli e foto che pubblica in questo sito direi che sia tutto meno che uno che sta in ufficio e basta. Si capisce che il sig. Gianni vuole sottolineare la difficoltà per tutti, a volte, di fare bene le cose, ma il modo in cui scrive qui sopra mi pare che diventi poi anche offensivo. Questo il mio parere, senza neanche entrare nel merito del numero degli espositori (oltre che un estintore stesso) impropriamente davanti a porta e naspo ecc. E' un articolo 'leggero' che 'fotografa' una situazione scorretta, purtroppo frequente. Chi ha a che fare con clienti del genere farà le sue considerazioni personalissimi a adatte al caso specifico. Saluti |
Rispondi Autore: Gianki ![]() | 21/02/2025 (14:10:24) |
Ecco perchè l'Italia va male. Un regolamento, si lo conosco ma tanto anche se non lo rispetto non succede nulla. Dei dispositivi, si mi obbligano a metterli ma tanto non servono, mai usati. Io conosco il mio ambito lavorativo a me non può succedere nulla eccc. Avanti così, mai migliorare, vediamo come siamo ridotti e continuiamo a conteggiare le disgrazie. |
Rispondi Autore: Giancarlo ![]() | 24/02/2025 (09:56:17) |
Ce ne fossero di situazioni così "disastrose" come illustrato dall'autore. Siamo tutti bravi a parlare ai convegni e a scrivere di sicurezza, ma la realtà è un altra cosa. Vorrei sapere quanti di noi nella necessità di fare in casa propria un foro con un trapano, indossano guanti aderenti, scarpe antinfortunistiche, occhiali e mascherina antipolvere) |
Rispondi Autore: Tedone Massimo ![]() | 08/03/2025 (00:36:01) |
..scusate l'intromissione, però la ragione sta da tutte e da nessuna parte. Questa rivista a mio parere non vuole insegnare nulla a nessuno; ci sono fior di professionisti che studiano da anni tutte le tematiche sulla sicurezza e certi articoli, di qualunque argomento, altro non vogliono essere che il completamento della formazione. Quelli in articolo sono casi limite? Certo che si però, il fatto che una persona in quel luogo o altro, ci lavori, non vuol dire nulla. Prendiamo ad esempio un condominio semplice: un portone, un atrio, un ascensore e delle scale per arrivare alle diverse abitazioni. C'è l'obbligo di esporre la segnaletica contenente i numeri di emergenza e le procedure di evacuazione. Sapete cosa dicono i condomini? "Non sono mica scemo, ci abito e so benissimo che per scappare devo uscire da li". E le situazioni critiche e il panico dove li mettiamo? E se il personale di quel locale sviene? Io cliente so dove si trova l'estintore e/o l'uscita di sicurezza? Beh cari signori, non resta che dire ... io speriamo che me la cavo |