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Le immagini dell’insicurezza
Trento, 29 Gen - Forse è stata preparata ed installata per agevolare il lavoro della Befana o quello di Babbo Natale, ma l’unica speranza è quella che nessuno utilizzi la scala che troneggia nelle immagini dell’insicurezza di SICURELLO.no di oggi.
Purtroppo crediamo che la speranza sia mal riposta e chi ha posizionato questa scala “similportatile” sulla copertura di un edificio abbia anche intenzione di utilizzarla.
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Solo confrontando l’immagine con le regole vien da rabbrividire:
- “le scale semplici portatili (a mano) devono essere costruite con materiale adatto alle condizioni di impiego” e questa certamente non è realizzata con materiale adatto (pensiamo a come potrebbe essere dopo pioggia, neve e ghiaccio);
- “devono essere sufficientemente resistenti nell'insieme e nei singoli elementi e devono avere dimensioni appropriate al loro uso” ed in questo caso i singoli elementi non sono certamente di dimensioni appropriate;
- “dette scale, se di legno, devono avere i pioli fissati ai montanti mediante incastro. I pioli devono essere privi di nodi” e nel nostro caso i pioli (se così si possono chiamare) sono semplicemente chiodati ai montanti e non incastrati;
- “tali pioli devono essere trattenuti con tiranti in ferro applicati sotto i due pioli estremi” e dei tiranti nemmeno l’ombra;
- “è vietato l' uso di scale che presentino listelli di legno chiodati sui montanti al posto dei pioli rotti” e qui il problema non si pone nemmeno. Ci sono solo listelli chiodati;
- “esse devono inoltre essere provviste di dispositivi antisdrucciolevoli alle estremità inferiori dei due montanti” e di dispositivi antisdrucciolevoli nemmeno l’ombra;
- “ganci di trattenuta o appoggi antisdrucciolevoli alle estremità superiori” e ganci od appoggi sono totalmente assenti, così pure eventuali ancoraggi.
Dunque una scala che non solo non è “regolare”, ma anche pericolosa.
Se a questo aggiungiamo la posizione di installazione della scala, il cui utilizzo – almeno all’apparenza – sembrerebbe quello di permettere il transito tra due falde di tetto sovrapposte, combinata con l’assenza – almeno così sembra dall’analisi delle fotografie – di idonei e specifici punti di ancoraggio per D.P.I. anticaduta, la conclusione non può che far rabbrividire.
Si ringrazia il Dott. Alberto Vergnani per la fotografia
Geom. Stefano Farina, Responsabile Nazionale Comitato AiFOS COSTRUZIONI
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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Rispondi Autore: Mauro Gallazzi - likes: 0 | 29/01/2016 (09:44:20) |
E' sicuramente l'iniziativa di un privato. Una situazione senza dubbio pericolosissima, ma non penso messa in opera da una persona addetta ai lavori. |