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Le immagini dell’insicurezza
Trento, 01 Ago - A partire dal numero odierno riprendiamo ed approfondiamo una tematica che più volte abbiamo già affrontato nelle foto dell’insicurezza di SICURELLO.no, ovvero le scale portatili ed i rischi connessi al loro utilizzo.
Numerose sono ormai le tipologie costruttive e le soluzioni “tecnologiche” presenti sul mercato, è quindi necessario effettuare i controlli e la manutenzione delle scale secondo le istruzioni del fabbricante prestando particolare attenzione a:
- controllo dell’integrità dei componenti della scala:
- montanti,
- gradini o pioli,
- dispositivo di sicurezza contro l’apertura,
- cerniere o snodi,
- sistemi di fermo o bloccaggio,
- eventuali staffe,
- eventuale piattaforma superiore,
- eventuale guardacorpo superiore,
- zoccoli antiscivolo (o sistemi analoghi),
- accoppiamenti tra i vari componenti costituenti la scala
- ecc.
ed inoltre prima dell’ utilizzo della scala, oltre a quanto sopra, è necessario verificare anche:
- la pulizia dei gradini,
- l’integrità e stabilità della scala.
E’ altresì fondamentale non manutentare la scala utilizzando elementi non coerenti con la scala stessa (listelli di legno fissati con chiodi, cerniere bloccate con filo di ferro, viti e bulloni originali rimpiazzati con viti autofilettanti da cartongesso, ecc.), o realizzare scale/sgabelli in modo artigianale e/o improvvisato.
Molte volte quanto sopra riportato risulta non essere minimamente rispettato e gli esempi che vi andremo a proporre illustrano le situazioni che si riscontrano troppo frequentemente.
Partiamo ad analizzare alcune delle situazioni citate partendo da una delle carenze che si riscontrano più spesso per quanto riguarda le scale in legno, ovvero la manutenzione delle cerniere.
Uno dei punti critici relativo alle cerniere riguarda il fissaggio delle stesse ai montanti della scala. Normalmente i produttori utilizzano dei bulloni con rondella e dado di serraggio. Purtroppo l’utilizzo e la mancata manutenzione porta molto spesso alla perdita del dado ed alla fuoriuscita del bulloncino dalla sua sede.
A questo punto l’operatore o utilizza la scala senza i fissaggi necessari o, anziché eseguire la manutenzione corretta sostituendo l’elemento con uno simile, provvede ad una riparazione “fai da te” utilizzando i materiali ad esso più congeniali, ed è così che l’elettricista usa nastro isolante o fascette stringi cavo, il cartongessista usa viti autofilettanti, il muratore esegue la riparazione con filo di ferro o chiodi. In alcuni casi (estremi) abbiamo rilevato anche l’utilizzo di nastro carta (pittori), canapa o teflon (idraulici).
Non serve precisare che tali soluzioni oltre a non essere corrette, molte volte pregiudicano la stabilità della scala con elevati rischi di caduta dell’operatore. Va inoltre considerato che l’utilizzo di metodologie scorrette tende anche a rovinare il legno della scala creando fessure nei montanti.
Terminiamo l’articolo di oggi con un’immagine di SICURELLO.si nel quale viene graficamente riassunto quanto sopra riportato.
Un utile approfondimento su questa tematica è stato pubblicato da PUNTOSICURO nell’articolo: “ Scale portatili: indicazioni per la scelta, l’utilizzo e la manutenzione”
Geom. Stefano Farina, Responsabile Nazionale Comitato Costruzioni di AiFOS
Le immagini di SICURELLO.si sono di Federica Farina
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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Rispondi Autore: Antonello Merlo - likes: 0 | 17/08/2014 (08:18:23) |
Prima del 1978 le scale portatili (che sono un'attrezzatura di lavoro per il posizionamento in quota di persone) venivano collaudate e verificate dall'ENPI. Dopo lo scioglimento solo qualche ASL sporadicamente ed episodicamente le collauda, ma spesso non le verifica, d'altronde non è un obbligo. Sarebbe cosa buona e giusta riprendere questa prassi anzichè lasciare agli utenti le orride riparazioni riprodotte. |