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NUOVI RISCHI PER IL MONDO DEL LAVORO EUROPEO

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Lavoratori

30/01/2006

L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ha pubblicato una panoramica di ciò che attende i lavoratori nei prossimi anni: nuovi tipi di rischi ma anche nuove sollecitazioni al mondo della ricerca.

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In futuro maggiori sfide per la sicurezza e la salute sul lavoro, ammoniscono gli esperti europei. Le nuove tendenze visibili nella società e nell’organizzazione del lavoro danno origine a nuovi tipi di rischi e sottopongono a nuove sollecitazioni il mondo della ricerca in materia di salute e sicurezza sul lavoro. L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ha pubblicato di recente una panoramica di ciò che ci attende in termini di sicurezza sul luogo di lavoro in un documento di lavoro destinato alla Commissione europea e intitolato “Priorities for occupational safety and health research in the EU-25” (Priorità per la ricerca in materia di sicurezza e salute sul lavoro nell’Unione europea dei 25, disponibile solo in lingua inglese).

Secondo gli esperti dell’UE in materia di sicurezza e salute sul lavoro, il futuro non è del tutto roseo. “La natura e l’organizzazione del lavoro cambiano e diventano maggiormente orientate al cliente e alla conoscenza” spiega il direttore dell’Agenzia europea. “È cambiata anche la forza lavoro europea: si tratta infatti di una forza lavoro che invecchia, dove l’elemento maschile non è più così prevalente, ed è più precaria e più difficile da monitorare, poiché è distribuita in piccole aziende. Di conseguenza, le questioni sanitarie sono divenute via via più complesse; è pertanto indispensabile individuare nuove soluzioni per gestire la ricerca e la prevenzione nel settore della sicurezza e della salute sul lavoro”.

Per esempio, una delle preoccupazioni più pressanti è la difficoltà dei lavoratori a trovare un equilibrio tra tempo dedicato al lavoro e tempo libero. Il problema è ulteriormente complicato dalla percentuale crescente di nuclei famigliari con una “doppia” carriera e con famigliari a carico più vecchi rispetto al passato. Contribuisce a ingarbugliare la situazione quello che viene definito “lavoro atipico”, categoria in cui rientrano il lavoro interinale, il lavoro part-time e le professioni con orari speciali. Tutto ciò concorre ad aggravare lo stress legato all’attività lavorativa e ostacola l’assunzione o il mantenimento di taluni gruppi di lavoratori nella forza lavoro.

La relazione accenna anche alla necessità di effettuare ricerche nella prevenzione della violenza psicologica sul lavoro, ossia di tutti i tipi di molestie o di mobbing. La Commissione europea ha sottolineato di recente l’importanza delle questioni trattate in questa sezione della relazione pubblicando un invito a presentare proposte di ricerca allo scopo di indagare “lo stress legato all’attività lavorativa comprese le violenze fisiche e psicologiche come le molestie, il bullismo e il mobbing”.

Ma i rischi futuri non si limitano ai problemi psicosociali. Altri motivi di apprensione sono costituiti dai disturbi muscoloscheletrici e dai rischi posti dalle sostanze pericolose. La rapida crescita della nanotecnologia, per esempio, ha portato all’esposizione dei lavoratori alle nanoparticelle, mentre i metodi di valutazione e misurazione dell’esposizione sono ancora in una fase sperimentale.

 

Maggiori informazioni sull’invito della Commissione a presentare proposte in merito allo stress e alla violenza sul lavoro sono reperibili all’indirizzo nell’apposita sezione del sito dell’Agenzia europea.

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