Storie di infortunio: Phos Italiana 1924
Presentiamo la storia dal titolo "Phos Italiana 1924", curata da Daniela Gaiara e Tiziana Picca Piccon.
Questa vicenda fa parte delle "Storie d'infortunio", un repertorio elaborato dagli operatori dei Servizi PreSAL delle ASL piemontesi, basato sulle indagini sugli incidenti. Le storie sono raccolte sul sito del Centro regionale di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte (Dors).
Comprendere le dinamiche degli incidenti non è sufficiente per cogliere pienamente i contesti, in particolare quelli organizzativi, che spesso contribuiscono alle cause degli eventi. Un approccio che prevede l'analisi dei casi, trasformando le indagini sugli incidenti in storie narrate dagli operatori che le hanno condotte, permette di individuare i fattori che hanno portato al verificarsi o al persistere di situazioni di rischio, facilitando così la formulazione e la condivisione di soluzioni preventive.
Phos Italiana 1924
Luogo: Piemonte
Comparto produttivo: produzione fiammiferi
Esito: 21 giovani hanno perso la vita.
Dove è avvenuto: all’interno di una fabbrica di fiammiferi al fosforo bianco.
Cosa si stava facendo: le operaie manipolavano palline costituite da una miscela di diverse sostanze, che diventavano infiammabili se sfregate contro la speciale carta fosforica, prodotta nello stabilimento e applicata a piccole strisce sulle scatolette metalliche.
Descrizione infortunio: la fabbrica fu scossa da un’enorme esplosione. Crollò la parte centrale dell’edificio, seppellendo tutti i presenti.
Come prevenire
La tragedia avrebbe potuto essere prevenuta con l’osservanza delle minime misure di sicurezza previste dalle leggi vigenti.
L’inadeguatezza della struttura della fabbrica fu denunciata dall’allora direttore tecnico alla proprietà ma rimase inascoltato. Inoltre, le giovani lavoravano chiuse all’interno della fabbrica e questo aveva reso loro impossibile la fuga allo scoppio dell’incendio. All’epoca dell’incidente l’Italia era un Paese scarsamente industrializzato e le poche fabbriche avevano spesso strutture e tipologie di lavorazione assai arretrate. Emblematico è proprio il caso delle fabbriche di fiammiferi: negli anni della tragedia della Phos esse continuavano a utilizzare il fosforo bianco, nonostante da alcune decine di anni fosse stata scoperta la nocività di quel materiale e già nel 1906 la Convenzione di Berna ne avesse proibito l’utilizzo.
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Rispondi Autore: Roberto Gentilini - likes: 0 | 08/10/2024 (09:48:13) |
Una storia terribile e sconosciuta che riaffiora dal passato. Una storia simile a tante altre, anch'esse purtroppo altrettanto dimenticate. Una su tutte, accaduta più di recente in un territorio molto vicino a Rocca Canavese, è quella dell'IPCA di Ciriè. In questo caso centinaia di operai morti per tumori alla vescica indotti dalla lavorazione, in condizioni proibitive, di ammine aromatiche per la produzione di coloranti a base di anilina. |
Rispondi Autore: Tedone Massimo - likes: 0 | 14/10/2024 (22:11:38) |
Si è una strage sul lavoro che quasi nessuno ricordava anche perché parliamo di momenti in cui le normative non erano proprio così precise. Si dirà che oggi, finalmente, ci sono norme molto ben fatte, altre un poco confusionarie, ma il panorama normativo è sicuramente ampio e copre un po' tutti i comparti, però circa 20 anni fa, avvenne una tragedia che, in qualche caso, ha molte analogie con quella di un secolo fa; mi riferisco a quanto accadde alla ThyssenKrupp di Torino e le normative c'erano ed erano ben più complete. Però successe, i colpevoli non furono puniti se non sulla carta - vivono infatti in Germania liberi e felici - e gli unici colpevoli furono i lavoratori morti....una storia che si ripete |