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Imparare dagli errori: tutelare salute e sicurezza degli imbianchini
Brescia, 17 Mag – Chiudiamo con questa puntata il nostro viaggio attraverso gli incidenti e i rischi delle attività di imbianchino,intonacatore, stuccatore e gessatore in ambito edile; un viaggio che purtroppo potrebbe continuare ancora per molto: sono infatti molte le schede tratte dall’archivio di INFOR.MO. - strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi – che riguardano gli incidenti di queste figure professionali.
Come sempre riportiamo le dinamiche di alcuni incidenti, proponendo per concludere alcuni spunti, alcuni suggerimenti per migliorare la prevenzione degli infortuni e la tutela della salute dei lavoratori.
I casi
Il primo caso riguarda opere di stuccatura.
Un lavoratore esegue opere di stuccatura del frontalino di un balcone del primo piano utilizzando “due elementi di ponteggio metallico costituiti da due cavalletti metallici preformati collegati tra loro da una tavola di legno”.
Dopo la pausa pranzo un operaio nota la presenza del corpo del collega riverso a terra tra la sede stradale ed il marciapiede senza aver avvertito alcuna richiesta di aiuto o altro.
Le indagini successive hanno rilevato che il lavoratore deceduto era ad una altezza di 3,60 metri, “sulla tavola di legno priva di qualunque protezione di caduta nel vuoto con un intavolato insufficiente”. Probabilmente si è sbilanciato sporgendosi troppo.
Sono tante le mancanze in questo incidente: mancanza nel ponteggio di protezioni contro le cadute dall'alto, mancanza di cinture di sicurezza e mancanza di prudenza, forse anche correlata al consumo di vino durante la pausa pranzo.
Il secondo caso è relativo a opere di imbiancatura.
Un lavoratore sta imbiancando il soffitto di un capannone vuoto per conto di una ditta che ne avrebbe fatto il proprio deposito. Utilizzava un trabattello fornito in comodato d'uso gratuito dalla committenza e “che - secondo il contratto firmato dalle parti - risultava completo di tutti gli elementi di sicurezza. Di fatto, però, mancavano la scaletta, le tavole fermapiede, alcuni correnti e parapetti”.
Il lavoratore cade al suolo dall'alto e muore sul posto per frattura della base cranica. Non si sa se sia caduto dalla sommità del trabattello (4 metri) o magari nel salire/scendere dai montanti laterali dello stesso.
Anche il terzo caso è relativo all’ attività di imbiancatura.
L’operaio opera in una cantiere su incarico del committente. Deve imbiancare l'edificio con tre piani fuori terra aiutato da un altro lavoratore da lui chiamato.
Il lavoratore si trova sul ponteggio a circa 6 metri da terra quando perde l'equilibrio. In assenza di protezioni sul lato verso il vuoto cade a terra procurandosi fratture multiple che ne provocavano la morte. Anche in questo caso è stata rilevata l’inadeguatezza delle protezioni.
Infine il quarto caso riguarda il rifacimento intonaco e l’imbiancatura di una parete esterna.
Un lavoratore in pensione e proprietario dell’immobile in rinnovamento si appresta a salire su un ponteggio per imbiancare la facciata esterna del proprio immobile. Sale al secondo piano del ponteggio a circa 4,2 metri di altezza, attraverso l’uso di una scala metallica portatile, alta circa 4,4 metri. Tutta l’attrezzatura per allestire il ponteggio è fornita dal figlio, titolare di un’impresa edile.
Improvvisamente il lavoratore cade dall’alto e riporta trauma cranico con stato di coma, otorragia, trauma toracico con emorragia via aeree che ne determinano il decesso il giorno successivo.
In base alla ricostruzione fatta attraverso gli elementi presenti sul luogo “probabilmente l’infortunato è caduto dalla scala non a causa di un ribaltamento della stessa, ma forse per una perdita di equilibrio”. “La scala trovata appoggiata, e usata dall’infortunato per salire, non era l'attrezzo da usare essendo presenti le regolamentari scale di accesso nell'impalcatura predisposte dal figlio”.
La prevenzione
Nelle precedenti puntate abbiamo proposto diversi elementi di prevenzione con particolare riferimento alle protezioni e dispositivi in grado di evitare o ridurre le conseguenze del rischio di caduta dall’alto.
Riprendiamo il tema riproponendo alcune informazioni tratte da un documento prodotto da Suva, istituto svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, e intitolato “ Come evitare danni a edifici e persone” con riferimento, in questo caso, ad attività di manutenzione e pulizia di facciate, finestre e tetti.
Cercando di evitare installazioni di fortuna, che hanno un maggior rischio di infortunio, il documento di sofferma sui requisiti necessari di alcune installazioni destinate alla manutenzione di edifici:
- impianti a navicella sospesa (costituiti da un carrello di traslazione dotato di un braccio portanavicella e da un argano);
- installazioni mobili per facciate (installazioni che possono essere traslate su rotaie e guide lungo le facciate);
- passerelle mobili (attrezzature che scorrono lungo rotaie o guide e sono “montate sotto le solette o sul tetto e manovrate manualmente oppure motorizzate”);
- installazioni speciali (impianti speciali progettati e costruiti per edifici complessi).
Se non sono presenti installazioni permanenti si possono utilizzare installazioni provvisorie che “sono indicate per svolgere lavori di pulizia e manutenzione su edifici di piccole dimensioni o per eseguire lavori di breve durata su edifici grandi”, ad esempio:
-piattaforme di lavoro sospese (piattaforme sospese a livelli variabili con argano incorporato che possono essere agganciate a bracci fissi, mobili o scorrevoli);
-piattaforme aeree (piattaforme che “possono essere utilizzate illimitatamente per eseguire lavori di pulizia e manutenzione, a patto di rispettare il raggio d’azione e la portata del terreno”);
-installazioni di sicurezza da applicare a telai di porte e finestre (ad esempio gabbie per pulizia e ringhiere che possono essere installate dall’interno dell’edificio in modo da creare postazioni di lavoro sicure);
-ponteggi mobili su ruote (postazioni di lavoro per eseguire in quota la pulizia di superfici e piccoli lavori di manutenzione).
Il documento si sofferma anche su:
-scale a pioli (mezzi di accesso provvisori che possono essere utilizzate come postazioni di lavoro mobili): è possibile “svolgere piccoli lavori su superfici di dimensioni contenute e sulle quali non vengono esercitate forze orizzontali rilevanti”;
-ponteggi fissi: “devono essere utilizzati ogni qualvolta risulta impossibile ricorrere a postazioni di lavoro sicure di altro tipo” e spesso questa è “l’unica soluzione praticabile se non si è pensato alla pulizia o alla manutenzione dell’edificio in fase di progettazione”;
-dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto: in molti casi gli operatori che sono impegnati in lavori in quota di pulizia e manutenzione e senza particolari installazioni permanenti o provvisorie possono proteggersi, con un’imbracatura di sicurezza;
-lavori in sospensione a corde portanti: sono relativi ai casi in cui i “lavori di pulizia e manutenzione non possono essere eseguiti con le normali installazioni tecniche”.
Concludiamo con qualche informazione, in questo caso specifica per i lavori di imbiancatura, per favorire la consapevolezza e la prevenzione di altri rischi correlati alla salute dei lavoratori.
Ad esempio in “ Valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nella mansione di imbianchino/tinteggiatore”, comunicazione presentata al 73° Congresso Nazionale SIMLII a cura di N. Vitelli, E. Carissimi, N. Battevi, e M. Salvioni, si affrontano i rischi da sovraccarico biomeccanico tra gli imbianchini/tinteggiatori.
Sono stati analizzati “con metodo OCRA-Checklist 24 compiti, rappresentativi di circa il 90% delle attività svolte da tinteggiatori coinvolti nella realizzazione di finiture di abitazioni civili”: “più dell’80% dei compiti presentava un livello di rischio da sovraccarico biomeccanico dell’arto superiore medio o elevato”.
Infine un documento tratto da un sito per la prevenzione delle dermatosi professionali (“2mani”), con il sostegno del Dipartimento di Medicina del lavoro di Suva, istituto svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, offre informazioni per la prevenzione delle dermatosi professionali alle mani in imbianchini e stuccatori/gessaioli.
Infatti “la pulizia ripetuta delle mani con solventi destinati a diluire la pittura e a pulire gli attrezzi può, da sola, danneggiare la pelle” (contatto con decapanti e solventi, gesso, colle, resine, vernici e pitture, polvere dell’edilizia, pulizia superfici, lavaggio delle mani, …).
Queste alcune brevi note di prevenzione:
- “leggere e rispettare le istruzioni d'uso. Si devono conoscere i rischi per la nostra salute dei prodotti che utilizziamo;
- non toccare le sostanze tossiche e allergizzanti direttamente a mani nude;
- portare dei guanti adatti”;
- evitare di sporcare le mani;
- pulire le mani senza prodotti aggressivi;
- risciacquare le mani e asciugarle con cura;
- utilizzare regolarmente una crema per le mani (“l'applicazione regolare di una crema per le mani facilita la riparazione della pelle irritata. La crema aumenta la resistenza naturale della pelle idratandola e lubrificandola”).
Pagina introduttiva del sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato la scheda numero 103 (archivio incidenti 2002/2004) e le schede numero 786, 2153 e 390 (archivio incidenti 2005/2008)
Tiziano Menduto
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