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Imparare dagli errori: le segherie e gli infortuni nel taglio del legno

Imparare dagli errori: le segherie e gli infortuni nel taglio del legno
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Imparare dagli errori

30/11/2022

Esempi di infortuni professionali nelle attività di prima lavorazione del legno. Infortuni in attività di manutenzione in una segheria e in attività di taglio del legno. La dinamica degli infortuni e alcune indicazioni per la prevenzione nelle segherie.

Brescia, 30 Nov – Come ricordato nell’articolo “ La sicurezza nelle aziende di prima lavorazione del legno”, i dati relativi agli infortuni e alle malattie professionali nella prima lavorazione del legno mostrano che in questo comparto c’è ancora molto da fare per migliorare le tutela della salute e sicurezza dei lavoratori del comparto.

 

Per questo motivo la nostra rubrica “ Imparare dagli errori”, dedicata al racconto degli infortuni professionali, torna oggi a presentare alcuni incidenti connessi al lavoro nelle segherie e all’attività di taglio del legno, con attenzione anche ad altri fattori di rischio che possono concorrere agli accadimenti infortunistici.

 

Gli incidenti presentati sono tratti dalle schede presenti nell’archivio di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.

 

Questi gli argomenti trattati nell’articolo:


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Gli infortuni professionali nella prima lavorazione del legno

Nel primo caso l’infortunio avviene ad un dipendente di una segheria che svolge la mansione di manutentore.

Il giorno dell’infortunio l’impianto di trasporto tronchi aveva necessitato già vari interventi per malfunzionamento. Si trattava “di impianto complesso, costituito nella parte iniziale da catene trascinatrici con una certa inclinazione per un tratto di circa 3 metri e subito adiacente ad un blocco/costruzione metallica a forma di scala, che ha la funzione di buttare i tronchi sul trasportatore longitudinale. Quest’ultimo porta i tronchi fino al carrello della sega nastro”.

In particolare l’infortunio “è avvenuto sotto il trasportatore a forma di scala, situato nella parte iniziale dell’impianto, e che esegue movimenti alternati in avanti ed indietro (su un’asse inclinata) tramite due pistoni comandati da un impianto oleodinamico. Sotto a questo trasportatore vi è una struttura fissa portante dell’impianto costituita da travi metalliche orizzontali poste su due supporti laterali in calcestruzzo con altezza dal suolo di m 1,80 quando il terreno è libero da residui di legname e neve. Nel vano sotto la struttura portante si trova una valvola di comando dell’impianto oleodinamico che aziona il movimento del trasportatore a scala e già causa di malfunzionamenti dell'impianto e di interventi di manutenzione prima dell'infortunio.

Quando si è verificato un altro malfunzionamento alla medesima valvola con blocco dell’impianto di trasporto dei tronchi, “il dipendente addetto alla cabina di comando della sega a nastro, ha avvisato l'infortunato del blocco dell'impianto. Questi ha risposto di provvedere al suo ripristino dimenticandosi di dare disposizioni di spegnere l’impianto (come aveva fatto nei precedenti interventi)”.

Pochi attimi dopo il manutentore “rimaneva schiacciato tra la parte mobile del trasportatore e la trave orizzontale della struttura di sostegno. Trasportato con l'elisoccorso all'ospedale di Bolzano dove è stato ricoverato in rianimazione per grave trauma da schiacciamento toracico”.

Si indica che “la zona sotto il trasportatore a scala è da considerare pericolosa ai sensi dell’art. 69 comma 1 lett.c) del D.Lgs. 81/2008 in quanto vi è rischio d’urto con la parte inferiore dell’impianto e di schiacciamento tra quest’ultimo e le parti metalliche orizzontali della struttura portante, aggravato dalla presenza di materiale quale neve, residui di cortecce, terra ecc. Inoltre i movimenti di questo impianto vengono azionati da fotocellule che ricevono impulso dai tronchi oppure da altri materiali che entrano nel campo d’azione delle stesse. Pertanto quando l’impianto acceso è fermo, non si possono escludere movimenti e azionamenti imprevisti e per questo motivo prima di accedere alla zona sotto al trasportatore a scala, l’impianto deve essere preventivamente spento e protetto contro il riavvio da parte di terze persone”.

In questo senso il datore di lavoro ai sensi del   Decreto legislativo 81/2008 art. 18 comma 1 lett. e) “avrebbe dovuto impartire adeguate istruzioni e procedure di lavoro per accedere ed effettuare in sicurezza i lavori di riparazione e/o manutenzione (cosa non fatta)”.

 

Queste le “operazioni da svolgere per questo tipo di impianti:

  1. Spegnere e mettere fuori servizio l’impianto con l’interruttore principale e bloccare l’interruttore con un lucchetto per evitare che terzi lo possano riavviare
  2. In base al tipo di intervento necessario, mettere fuori pressione tutto l’impianto oppure inserire un fermo meccanico tra la parte mobile e quella fissa per evitare un abbassamento accidentale dell’organo mobile
  3. Se in casi particolari è necessario effettuare operazioni preliminari senza spegnere l’impianto, devono essere in ogni caso adottate misure di sicurezza alternative atte a garantire la sicurezza del lavoratore”.

 

Il fattore causale riportato nella scheda riguarda l’attività dell'infortunato che “è intervenuto sull'impianto per lavori di manutenzione senza prima spegnerlo e metterlo fuori servizio”.

 

Nel secondo caso l’infortunio riguarda un addetto alle mansioni di falegnameria e segheria all’interno di un’azienda in cui è socio titolare.

L’addetto sta realizzando dei tagli su dei bastoni di legno con la sega circolare multilame automatica. Il lavoratore non indossa il grembiule di protezione che era a disposizione.

A seguito dell’accavallarsi di alcuni martelletti di protezione della macchina una scheggia viene proiettata verso l’infortunato che subisce una ferita all’addome.

 

Questi i fattori causali rilevati:

  • “le bandelle di protezione della sega multilame si erano accidentalmente accavallate permettendo alla scheggia di fuoriuscire”;
  • l’infortunato “non indossava il grembiule di protezione”.

 

La lavorazione del legno: rischio stress e rischio macchina

Per migliorare la prevenzione degli infortuni nella prima lavorazione del legno riprendiamo alcune indicazioni tratte dalla seconda edizione del documento, realizzato nel 2017 dalla Contarp dell’Inail in collaborazione con FederlegnoArredo, dal titolo “ Segheria Sicura -  Opuscolo informativo per Lavoratori delle aziende di prima lavorazione del legno”.

 

Il documento si sofferma su molte macchine caratteristiche del comparto (segatronchi, scortecciatrice, intestatrice, sega a refendino, multilame-gatter, refilatrice), sulle polveri di legno, la movimentazione, l’accatastamento e i rischi nella manutenzione delle lame.

 

Il documento si sofferma anche sull’incidenza di stanchezza e stress sulla sicurezza del lavoratore. Si indica, infatti, che l’operatore deve recarsi sul posto di lavoro “sempre in buone condizioni psicofisiche” e si dovranno garantire “turni e ritmi di lavoro che non siano motivo di eccessivo affaticamento dell’operatore”.

Si segnala che generalmente le cause dell’affaticamento e dello stress sul posto di lavoro derivano da:

  • tempi da rispettare imposti da altri: nell’affidare i compiti all’operatore si dovrà tener conto delle capacità e possibilità del lavoratore;
  • ritmi di lavoro dettati dalle macchine, senza possibilità di interruzioni o rallentamenti: si dovrà tarare la produzione non solo tenendo conto delle potenzialità dei macchinari, ma anche della potenzialità del lavoratore;
  • temperature elevate, condizioni atmosferiche avverse: la postazione di lavoro dovrà essere protetta dagli agenti atmosferici;
  • rumore: le postazioni di lavoro cabinate migliorano il confort e il benessere dell’operatore;
  • ore di lavoro straordinario: organizzare turnazioni al fine di distribuire i tempi di lavoro su più lavoratori. A tal proposito, si ricorda l’utilità di formare sempre uno o due sostituti del lavoratore titolare;
  • lavoro ripetitivo: organizzare un turnover dei lavoratori per ridurre la monotonia del lavoro”.

 

Senza dimenticare le possibili cause di condizioni psicofisiche inadeguate dovute:

  • “alla carenza di riposo precedente da parte dell’operatore;
  • all’assunzione di bevande alcoliche o farmaci (es. psicofarmaci, antistaminici per allergie) che influiscono negativamente sui tempi di reazione”.

 

Dal documento riprendiamo anche una delle macchine presentate, la macchina multilame (gatter) per il taglio delle tavole.

 

In particolare si indica che la macchina multilame/gatter dovrà essere “dotata di:

  • bobina di minima tensione per lo sgancio automatico dell’interruttore generale della macchina (dispositivo contro il riavviamento automatico della macchina dopo l’interruzione e il ripristino dell’alimentazione);
  • interruttore di arresto di emergenza a forma di fungo, di colore rosso, installato in posizione facilmente raggiungibile dall’operatore quando si trova nella postazione di lavoro;
  • carter di protezione degli organi in movimento della macchina collegati a microinterruttori che in caso di rimozione dei carter arrestino immediatamente il funzionamento della macchina. I microinterruttori dovranno essere di tipo attivo e cioè non facilmente manomissibili”.

 

Inoltre:

  • “prima di iniziare l’attività di taglio l’operatore dovrà sempre verificare il corretto funzionamento dei dispositivi di protezione, che dovranno sempre essere efficienti;
  • gli interventi di manutenzione sulla macchina dovranno avvenire arrestando la macchina e disinserendone la corrente elettrica di alimentazione; 
  • terminati gli interventi manutentivi, l’operatore ripristina tutte le protezioni in maniera tale da rispettarne sia le modalità di montaggio sia la funzionalità”.

 

Rimandiamo alla lettura integrale del documento che riporta molte altre indicazioni per la prevenzione degli infortuni nelle aziende di prima lavorazione del legno.

 

    

Tiziano Menduto

 

 

 

Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero 10372 e 10429 (archivio incidenti 2002/2019).

 

 

 

Scarica le schede da cui è tratto l'articolo:

Imparare dagli errori - Le segherie e gli infortuni nel taglio del legno – le schede di Infor.mo. 2790 e 8167.

 


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