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Imparare dagli errori: infortunarsi con le macchine scorniciatrici

Imparare dagli errori: infortunarsi con le macchine scorniciatrici
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Imparare dagli errori

15/12/2022

Esempi di infortuni professionali nelle attività di lavorazione del legno. Focus sugli infortuni connessi all’utilizzo, manutenzione e attrezzaggio delle macchine scorniciatrici. La dinamica degli infortuni e alcune indicazioni per la prevenzione.

Brescia, 15 Dic – Come ricordato in molti articoli e anche in precedenti puntate della rubrica “ Imparare dagli errori”, dedicata al racconto degli infortuni professionali, nelle attività connesse alla lavorazione del legno uno dei principali rischi per la sicurezza degli operatori è relativo all’utilizzo e alla manutenzione di macchine e attrezzature di lavoro.

 

Per questo motivo riprendiamo oggi il nostro breve viaggio attraverso gli infortuni che avvengono nella lavorazione del legno soffermandoci su una delle attività, la scorniciatura, e, in particolare, sulla scorniciatrice, una macchina che, impiegata nella lavorazione del legno, permette di ottenere elementi a profilo costante.

 

Anche in questo caso gli incidenti presentati sono tratti dalle schede presenti nell’archivio di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.

 

Questi gli argomenti trattati nell’articolo:

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Gli infortuni professionali nell’utilizzo della macchina scorniciatrice

Nel primo caso l'infortunato è addetto alla conduzione ed attrezzaggio (la predisposizione di una macchina utensile a una determinata lavorazione) di macchine per la lavorazione del legno.

In occasione di un cambio di lavorazione, dovendo attrezzare una scorniciatrice a 6 alberi, e, in particolare, dovendo registrare la posizione di una delle frese, il lavoratore accede all'interno della cabina insonorizzante in cui si trova la macchina, dopo aver azionato il pulsante di arresto di emergenza.

I motori elettrici delle frese non sono frenati per cui, una volta azionato il comando di arresto, le diverse frese continuano a ruotare, per inerzia, per 90-120 secondi. E le porte della cabina non dispongono di dispositivi di blocco temporizzati o di altri dispositivi che impediscano l'accesso alla macchina con le frese in movimento o fino al completo arresto delle stesse.

L’addetto, rimossa la protezione fissa di una delle frese ad asse verticale e verificato che la stessa si è fermata, avvicina le mani alla fresa senza avvedersi che la vicina fresa ad asse orizzontale, priva di protezione, sta ancora girando. La mano sinistra entra in contatto con la fresa in rotazione subendo una grave ferita complessa.

Gli accertamenti “hanno permesso di constatare che la protezione fissa della fresa ad asse orizzontale, di cui la macchina in origine era dotata, era stata da tempo rimossa e non era più reperibile in azienda”. E in ogni caso “gli organi lavoratori della scorniciatrice non erano adeguatamente protetti contro il rischio di contatto con gli organi lavoratori in movimento ed anche le protezioni esistenti, ancorché inadeguate, erano state, in parte, rimosse”.

 

Questi i fattori causali rilevati:

  • “l'infortunato avvicinava le mani alle frese di una scorniciatrice per legno, senza avvedersi che una di esse era in movimento”
  • “dispositivi di protezione mobili inadeguati in quanto consentivano l'accesso agli utensili prima del loro arresto”
  • “la protezione fissa che riduceva la possibile zona di contatto con una delle frese della scorniciatrice era stata rimossa”.

 

Anche nel secondo caso l’infortunio avviene con una macchina scorniciatrice.

In questa macchina “precedentemente erano state escluse dalla lavorazione le due frese laterali (alberi verticali destro e sinistro) che hanno anche il compito di tenere premuto il pezzo alla battuta garantendone la stabilità. Tali frese sebbene allontanate erano comunque in moto e provviste dei relativi utensili. Inserito il pezzo non trovando giusta stabilità veniva a contatto con l'organo lavoratore dell'albero verticale sinistro che lo proiettava violentemente all'esterno andando a colpire il lavoratore al basso addome, provocandone la morte”.

 

Il fattore causale rilevato nella scheda parla di “utilizzo della macchina in modo scorretto”.

 

Infine veniamo ad un terzo caso relativo all’uso di una macchina scorniciatrice semi automatica.

Un lavoratore ha scorniciato (fresato) il coperchio di un cofano funebre con la macchina scorniciatrice semi automatica, il coperchio è tenuto fermo durante la lavorazione da un pistone pneumatico.

Il lavoratore per togliere il coperchio già lavorato e proseguire le lavorazioni dà il comando di risalita al pistone che però non si muove e istintivamente con la mano sinistra tenta di muovere lo stesso per farlo ritornare in posizione di riposo.

Improvvisamente il pistone si muove e prende a contrasto il 2° dito della mano sinistra tra la testa e l'alloggiamento dello stesso procurandone la frattura.

 

Questi i fattori causali rilevati:

  • l’infortunato “sbloccava con la mano il pistone della macchina inceppata”;
  • “blocco del pistone pneumatico”.

 

La lavorazione del legno: rischi e prevenzione nella scorniciatura

Per fornire qualche indicazione sulla prevenzione degli infortuni nell’utilizzo delle macchine scorniciatrici ci soffermiamo, in particolare, sulla scorniciatura nella prima lavorazione del legno con riferimento al contenuto del documento “ Segheria Sicura -  Opuscolo informativo per Lavoratori delle aziende di prima lavorazione del legno”, un documento realizzato nel 2017 dalla Contarp dell’Inail in collaborazione con FederlegnoArredo.

 

Riguardo all’attività di scorniciatura dei semilavorati, il documento Inail sottolinea che è importante ridurre il più possibile i rischi di contatto nell’area della scorniciatrice.

 

Si indica che la scorniciatrice - una macchina che può lavorare in sequenza automatica pezzi di diversa grandezza e che con l’uso di vari utensili taglienti riduce gli elementi alle misure desiderate – in alcuni casi è alimentata in automatico “mediante un rullo, posizionato esternamente alla macchina, che spinge la tavola in lavorazione tra gli utensili di taglio della scorniciatrice stessa”. E il rullo “deve essere protetto contro i contatti accidentali e, ad esempio, si potrà utilizzare:

  • carter di protezione del rullo collegato a microinterruttore di fermo macchina che, in caso di rimozione del carter, interrompa il funzionamento della macchina;
  • in alternativa, si potrà utilizzare una barriera fotoelettrica che, in caso di sua intercettazione, determini l’arresto della macchina;
  • come ulteriore alternativa, si potrà utilizzare un carter fisso che per essere rimosso necessiti dell’uso di un attrezzo quale ad esempio chiave inglese, cacciavite, ecc”.

 

Si segnala poi che “non è considerata idonea la protezione che possa essere rimossa senza l’uso di attrezzi e la cui rimozione non determini l’arresto immediato della macchina”.

 

Inoltre in prossimità delle postazioni di lavoro dell’operatore, “dovrà essere installato un interruttore di arresto di emergenza a forma di fungo, di colore rosso, facilmente raggiungibile dall’operatore, che arresti sia la macchina scorniciatrice che l’alimentatore della macchina stessa”.

 

Si forniscono, infine, delle informazioni anche sull’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale:

 

 

Tiziano Menduto

 

 

 

Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero 2210, 4967 e 5027 (archivio incidenti 2002/2019).

 

 

 

Scarica le schede da cui è tratto l'articolo:

Imparare dagli errori - Infortunarsi con le macchine scorniciatrici – le schede di Infor.mo. 2210, 4967 e 5027.

 



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