Imparare dagli errori: ancora infortuni con i transpallet manuali
Brescia, 7 Set – Secondo una ricerca di qualche anno, nelle schede della banca dati Infor.Mo, il sistema di sorveglianza degli infortuni di lavoro, tra il 2002 e il 2015 erano presenti in archivio ben 48 casi gravi e 10 mortali in cui un transpallet manuale interviene nella dinamica infortunistica.
E, come abbiamo potuto comprendere attraverso diverse puntate della rubrica “ Imparare dagli errori”, sono ancora molti gli infortuni che avvengono durante l’utilizzo dei transpallet manuali o elettrici, carrelli utilizzati in vari ambiti lavorativi generalmente per la movimentazione di merci.
In queste settimane abbiamo parlato dell’ uso improprio di queste attrezzature, del loro uso non corretto e dei problemi connessi alle collisioni con altri mezzi, spesso carrelli elevatori.
Concludiamo questo viaggio attraverso gli infortuni che avvengono nell’uso dei transpallet manuali con una raccolta di altre dinamiche incidentali, tratte, in questo caso, da un documento Inail, e di nuovi spunti per migliorare la prevenzione.
Questi gli argomenti trattati:
- Ancora esempi di infortuni nell’utilizzo dei transpallet
- Transpallet manuali: fattori di rischio e prevenzione
Ancora esempi di infortuni nell’utilizzo dei transpallet
Nel documento Inail “ I transpallet manuali” sono presentati, tratti dal sistema infor.Mo, due esempi di dinamiche infortunistiche: una dinamica infortunistica con esito mortale e una con esito grave. Per entrambi sono riportate anche le relative criticità individuate nelle schede.
Ci soffermiamo sul primo caso.
Si indica che “durante la fase di trasporto su una superficie in pendenza di una cisterna di detersivo di circa 750 litri, con l’ausilio di un transpallet manuale non adeguato allo scopo, la cisterna perdeva stabilità e cadeva sull’infortunato procurandogli la morte. Il lavoratore non era stato formato all’uso corretto dell’attrezzatura, per la quale il manuale d’uso e manutenzione vietava l’uso su superfici in pendenza”.
Questi i fattori di rischio:
- Attività infortunato: l’infortunato manovrava il transpallet (TP) “senza aver ricevuto un’adeguata formazione”;
- transpallet manuale “inadeguato al tipo di trasporto”.
Veniamo al secondo caso.
Si indica che “in un’area di lavoro erano presenti 5 ribalte e la mattina dell’infortunio sia l’infortunato che un lavoratore di una cooperativa erano intenti nel carico/ scarico merci da uno stesso camion fermo in una delle suddette ribalte”.
L’infortunato operava mediante un ‘ transpallet elettrico uomo a terra’, mentre il lavoratore della cooperativa operava mediante un carrello elevatore di proprietà della cooperativa stessa. Nell’area di lavoro erano presenti numerosi pallets a terra che formavano un corridoio tra la zona interna allo stabilimento e la banchina di carico utilizzata”.
Si segnala che “non vi erano percorsi adeguatamente segnalati. Ad un certo punto, il lavoratore della cooperativa, che aveva appena scaricato del materiale sul camion, procedeva a marcia indietro sul carrello elevatore e, nel ruotare il mezzo, urtava con le forche la gamba sinistra dell’infortunato che nel frattempo sopraggiungeva mentre movimentava il TP con lo sguardo rivolto in senso opposto a quello di marcia. L’urto provocava all’infortunato la frattura della caviglia sinistra”.
Questi i fattori di rischio:
- “Attività terzi: il lavoratore della cooperativa procedeva a marcia indietro sul carrello elevatore e ruotando il mezzo urtava con le forche la gamba sinistra dell’infortunato;
- Ambiente: percorsi non adeguatamente segnalati;
- Attività infortunato: movimentava il TP con lo sguardo rivolto in senso opposto a quello di marcia”.
Transpallet manuali: fattori di rischio e prevenzione
Il documento Inail già citato - realizzato nel 2019 dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Inail e a cura di A. Di Pietro, G. Forte, M. Montresor e M. Spagnuolo – sottolinea che i casi riportati sono “emblematici di alcune delle tipologie infortunistiche più comuni quando c’è di mezzo” un transpallet.
Si segnala, infatti che buona parte degli infortuni “avviene a causa della caduta del carico movimentato oppure in seguito al contatto tra il manovratore del TP e qualche altro mezzo, molto spesso un muletto”. E altre tipologie frequenti “sono quelle in cui l’infortunio avviene a causa di un contatto tra parti del corpo del lavoratore (quasi sempre i piedi) e parti del TP, oppure quelle dinamiche in cui un TP è posizionato sul cassone di un camion, utilizzato in operazioni di posizionamento del carico o di scarico, e nelle quali, per qualche errore nella movimentazione, esso si ribalta coinvolgendo il lavoratore”.
Inoltre i fattori di rischio individuati nei due casi forniscono “un quadro, seppur parziale, delle misure prevenzionali da adottare per ridurre al minimo i rischi”.
Si indica che gli operatori addetti ai TP, anche se non tenuti alla frequenza obbligatoria di corsi di formazione ai sensi dell’Accordo Stato Regioni del 22 febbraio 2012, “devono comunque essere correttamente informati, formati e addestrati sulle caratteristiche tecniche dell’attrezzatura da utilizzare, sui limiti d’uso in relazione al carico da trasportare, nonché sulle tecniche di guida e di accatastamento, ai sensi dell’art. 71, commi 3 e 7, e dell’art. 73 del d.lgs. 81/2008 e s.m.i.”. E a questo scopo è “fondamentale la lettura del libretto d’uso e manutenzione”.
Inoltre il datore di lavoro e i vari componenti del sistema di prevenzione aziendale “dovrebbero provvedere affinché il TP venga utilizzato solo su superfici lisce e piane, onde evitare che avvallamenti e ondulazioni possano favorire uno sbilanciamento con successiva caduta del carico. Anche i percorsi su cui i TP possono muoversi andrebbero opportunamente segnalati e, nel caso di presenza di altre persone sul percorso, andrebbe utilizzato preventivamente il segnalatore acustico (laddove presente)”.
Particolare attenzione – continua il documento – “deve poi essere rivolta ai casi in cui materiali pericolosi (ad es. di tipo chimico) siano stoccati in zone in cui possono venire a contatto con TP: la raccomandazione è quella di evitare di stoccarli in zone di transito e di passaggio, privilegiando zone non facilmente accessibili”.
Queste alcune indicazioni cui attenersi:
- “utilizzare sempre scarpe antinfortunistiche;
- avvicinarsi frontalmente al carico e guidarlo in avanti; laddove questo non sia possibile e la presenza di spazi stretti di manovra imponga di procedere all’indietro, assicurarsi che vi sia spazio sufficiente tra il timone e le pareti;
- abbassare il carico in posizione di trasporto, facendo in modo che i carichi trasportati non superino un’altezza tale da impedire la visuale completa al conducente”.
Infine si sottolinea che il transpallet “deve avere determinate caratteristiche:
- il timone deve essere lungo a sufficienza da impedire che il telaio urti i piedi dell’operatore e l’impugnatura del timone deve trovarsi ad almeno 50 cm dal telaio;
- con riferimento al TP elettrico, andrebbe sempre verificato all’inizio del turno di lavoro il corretto funzionamento dei dispositivi presenti a bordo e in particolare della chiave di accensione, dell’avvisatore acustico e dell’interruttore di direzione di marcia”.
Rimandiamo alla lettura integrale del documento – presentato e scaricabile dall’articolo “ La sicurezza dei transpallet manuali” - che riporta anche ulteriori indicazioni sull’uso dei transpallet nel mondo del lavoro e sui dati infortunistici.
Tiziano Menduto
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Rispondi Autore: andrea tonizzo - likes: 0 | 07/09/2023 (20:59:29) |
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