I sistemi di gestione e la preparazione e risposta alle emergenze
Roma, 4 Mar – In tutti i luoghi di lavoro la pianificazione della risposta a eventuali emergenze e la stessa gestione delle emergenze sono attività molto importanti in grado di prevenire o, eventualmente, ridurre i danni alla salute e sicurezza dei lavoratori e all’integrità degli impianti aziendali dipendenti da emergenze naturali o causate dall’uomo.
Ed è evidente che una situazione di pericolo, una emergenza si riescono ad affrontare più efficacemente quanto più sono chiari i ruoli di chi la deve gestire e, in questo senso, ogni piano di emergenza deve indicare chiaramente gli i compiti assegnati per la gestione dell’emergenza e la gerarchia che esiste tra i vari incaricati.
Per avere qualche utile informazione sulla preparazione e risposta alle emergenze possiamo fare riferimento ad un processo contenuto nel documento Inail “ Linee di indirizzo SGI – AE. Sistema di gestione integrato salute sicurezza ambiente aziende energia” che si articola in una serie di schede che descrivono i requisiti e le modalità di corretta gestione di specifici processi che compongono un sistema di gestione aziendale integrato.
Per presentare questa parte del documento, che fa riferimento alla norma UNI ISO 45001:2018 ed è dedicato al settore Energia-Petrolio, affrontiamo oggi i seguenti argomenti:
- La preparazione e la risposta alle emergenze: strutture operative e azioni
- La preparazione e la risposta alle emergenze: operatori con compiti speciali
- La preparazione e la risposta alle emergenze: piano di emergenza
La preparazione e la risposta alle emergenze: strutture operative e azioni
Riguardo alla “Preparazione e risposta alle emergenze” il documento al punto 4.6 indica che il datore di lavoro (DL) deve assicurare che i requisiti del proprio sistema di gestione integrato (SGI) “contemplino anche piani operativi e processi necessari per prepararsi a rispondere alle possibili situazioni di emergenza che dovessero manifestarsi nel luogo di lavoro per prevenire e/o ridurre i possibili danni che potrebbero derivarne”. E di questi processi e piani operativi il DL “deve mantenere e conservare informazioni documentate. A tal fine devono essere definiti i criteri, le modalità organizzative e le responsabilità adottate per stabilire e mantenere attivi piani e procedure atti a prepararsi e a rispondere a potenziali situazioni di emergenza”.
È dunque necessario “definire strutture operative e azioni per fronteggiare e risolvere situazioni di pericolo che possono creare danni alle persone, all’ambiente, alle cose” e l’obiettivo, come indicato in premessa d’articolo, è l’eliminazione/riduzione dei “potenziali effetti dannosi per l’uomo, l’ambiente, le cose tramite la definizione delle strutture e delle modalità operative per affrontare le situazioni di emergenza”.
Si sottolinea poi che il piano di emergenza si caratterizza come “l’insieme delle misure straordinarie da attuare in caso di accadimento di incidenti o comunque di rischio o di pericolo” e il sistema di gestione delle emergenze è elaborato tenendo conto:
- della “corretta e puntuale individuazione dei rischi dello stabilimento”;
- dello “studio di scenari incidentali”.
La preparazione e la risposta alle emergenze: operatori con compiti speciali
Si indica poi che allo scopo di realizzare l’insieme delle misure da attuare in caso di incidenti, “il datore di lavoro designa dei lavoratori con compiti speciali, organizza strutture, mezzi ed equipaggiamenti”.
A questo proposito il documento si sofferma su alcuni esempi.
Riguardo agli operatori designati per misure speciali si segnala che gli operatori addetti all’attuazione delle misure di prevenzione e lotta antincendio, al salvataggio, al primo soccorso ed all’evacuazione “sono designati fra i lavoratori presenti in azienda e sono coloro che hanno sostenuto una specifica formazione per intervenire in situazioni di emergenza. Essi devono essere immediatamente disponibili all’occorrenza; la pronta disponibilità è intesa come presenza fisica sempre assicurata all’interno degli ambienti di lavoro”.
Chiaramente la qualificazione professionale, e il relativo addestramento, “devono essere direttamente correlati al compito da svolgere in fase di emergenza. Il ruolo principale di questi operatori è quello di fronteggiare rapidamente e tecnicamente l’evento e ridurre per quanto possibile i danni, utilizzando i mezzi e l’equipaggiamento predisposti dal datore di lavoro costituiti da:
- mezzi personali di protezione;
- mezzi di salvataggio;
- attrezzature antincendio intese sia come sistema fisso distribuito capillarmente nello stabilimento, sia da mezzi antincendio aziendali;
- attrezzature necessarie per fronteggiare l’emergenza;
- infermeria, attrezzature e mezzi di primo soccorso, necessari per intervenire in caso di infortunio;
- specifica segnaletica e cartellonistica;
- punti di raccolta per il personale evacuato dei quali devono fare uso gli operatori addetti alla gestione delle emergenze, alla prevenzione e lotta antincendio, al primo soccorso e all’evacuazione”.
La preparazione e la risposta alle emergenze: piano di emergenza
Si indica poi che il Piano di emergenza dovrà prevedere anche la “gestione dei seguenti aspetti:
- Piano di Evacuazione: “prevede l’evacuazione, per grado di emergenza, per tutto il personale non appartenente all’organizzazione dell’emergenza. Nel piano dovranno essere descritti i centri di raccolta, le vie di esodo, con raccomandazione rispetto agli atteggiamenti da tenere durante l’evacuazione”.
- Piano di Primo Soccorso: “va definito un piano di Primo soccorso per eventuali infortuni avvenuti a causa dell’emergenza. Il piano terrà conto delle risorse e delle strutture disponibili all’interno o in zone limitrofe al sito. Nel piano dovrà essere contenuta una planimetria, che evidenzi i possibili accessi e percorsi per i mezzi di soccorso”.
- Piano di Pronto Intervento Ambientale: “è necessario prevedere un piano per la gestione delle emergenze ambientali (acque superficiali, falde, mare, suolo)”.
- Piano di comunicazioni con l’esterno: “l’azienda dovrà produrre un Piano di comunicazioni con l’esterno, con il quale notificare alle Autorità competenti l’emergenza avvenuta; inoltre tale Piano dovrà prevedere le modalità di comunicazione dell’evento verso la popolazione”.
Si indica poi che sono necessarie attività di formazione, informazione e addestramento del personale coinvolto nelle emergenze.
In particolare il documento riporta una descrizione delle attività del Piano di emergenza.
Il Responsabile dell’emergenza, “presa coscienza dell’entità della situazione, stabilisce quale sia il livello dell’emergenza. La suddivisione e classificazione delle diverse tipologie di emergenze va definita in base alla gravità ipotizzabile dello scenario incidentale, sia in termini ambientali che di sicurezza. In base alla gravità ipotizzabile, è possibile suddividere in tre o più classi, ad esempio:
- emergenze di livello zero, ovvero situazioni incidentali localizzate in una limitata area di impianto, che non implicano pericoli per le persone e per l’ambiente;
- emergenze di primo livello, quando lo scenario coinvolge una zona d’impianto non limitata, che potrebbe apportare conseguenze alla sicurezza dei lavoratori presenti nel sito ed all’ambiente e per la cui gravità è necessario l’intervento di mezzi e personale appositamente addestrato;
- emergenze di secondo livello, quando lo scenario incidentale potrebbe portare vaste conseguenze in termini di incolumità alla popolazione limitrofa e all’ambiente circostante. In base alla classificazione dell’emergenza vengono predisposte le azioni e gli strumenti di risposta”.
Rimandiamo, infine, alla lettura integrale del documento che riguardo alla preparazione e alla risposta e ai piani di emergenza si sofferma anche su vai altri aspetti:
- strutture e organizzazione
- segnalazione
- allertamento
- risposta
- cessato allarme
- ripristino e disinquinamento
- rapporto finale
- ruoli e responsabilità
- indicatori di prestazione
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione Inail, Dipartimento DIT Inail, “ Linee di indirizzo SGI – AE. Sistema di gestione integrato salute sicurezza ambiente aziende energia”, a cura di Paolo Fioretti e Giambattista Zarrelli (Contarp Inail), Fabio Pera (DIT, Inail), Daniele Evaristo (Confindustria Energia), Donatella Giacopetti (Unem), Gianfranco Peiretti (IPLOM), Marco Lupi (Uiltec UIL), Stefano Ruvolo e Antonio Ingallinesi (Femca CISL), Domenico Celiento, Fabrizio Fantò e Stefano Pessina (Eni), Collana Salute e sicurezza, edizione 2021 (formato PDF, 4.03 MB).
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