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Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'Al via il 112, numero unico d’emergenza
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È da diversi anni che PuntoSicuro segue l’annunciato, approvato, ma mai attuato veramente, numero unico d’emergenza, il 112.
Prima di annunciare le novità del decreto del ministro delle Comunicazioni Gentiloni, pubblicato in questi giorni in Gazzetta Ufficiale, riassumiamo brevemente gli antefatti.
Tutto parte, per così dire, con il Decreto del 27 aprile 2006 che istituiva il numero unico europeo d'emergenza 112 aprendo teoricamente la strada alla sperimentazione.
Peccato che per passare dalla teoria alla pratica mancavano norme e disposizioni attuative. Per diverso tempo il decreto è rimasto per lo più inattuato.
Qui e là qualche indicazione e qualche annuncio senza vere conseguenze pratiche. Prima una volontà di ripianificazione del progetto nel gennaio del 2007 e qualche mese dopo l’annuncio di future sperimentazioni.
Nel frattempo la Commissione Europea deferisce Italia, Lituania, Paesi Bassi, Portogallo e Slovacchia alla Corte di giustizia europea perché in questi paesi il numero di emergenza europeo 112 non è “pienamente funzionale e disponibile”.
Finalmente qualche segnale positivo, come la possibilità resa operativa in questi mesi di farsi richiamare ad un telefono di una cabina telefonica pubblica, facilitando la comunicazione di un’emergenza. Poi – e siamo ai giorni nostri - tra gli ultimi atti del governo, malgrado l’attuale fase di scioglimento delle Camere, il varo del decreto del 22 gennaio 2008 che da il via alla sperimentazione in alcune città, prima a Salerno, poi a Torino, Reggio Emilia fino a raggiungere tutta l’Italia al ritmo di otto nuove province ogni mese.
Bene. Ma cosa cambierà veramente?
Intanto viene sancita una gestione congiunta delle emergenze. La telefonata al 112 porta l’emergenza ad un operatore di telefonia che non solo può indirizzare la chiamata verso il Centro Operativo più idoneo o più vicino, ad esempio al Comando dei Carabinieri o a un Centro Operativo della Polizia, ma può individuarne l’origine in soli 4 secondi. Sia che la telefonata arrivi da un telefono fisso che da un cellulare.
Tutto questo grazie a un incrocio rapido tra i dati dei computer del ministero dell'Interno e quelli degli operatori. Si tratta del “concentratore interforze”, un sistema informatico che ha sede presso il Ministero dell’Interno e che farà da interfaccia con i centri operativi del 112/113 e con gli Operatori di Telefonia.
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Le ipotesi su cui hanno lavorato i tecnici del Ministero per adeguarsi agli standard europei e mettere a punto la tecnologia necessaria sono due:
- chiamata al 112 per un’emergenza con l’incapacità del chiamante, per motivi magari legati all’emergenza stessa, di indicare il luogo da cui chiama. Basterà rimanere al telefono almeno 4 secondi e la telefonata sarà individuata con un approssimazione che può variare (nelle città il meccanismo di individuazione sarà più preciso);
- chiamata al 112 ma per cause varie la comunicazione si interrompe quasi subito. Con i nuovi mezzi tecnologici è possibile richiamare la persona anche se la telefonata compare come “anonima”.
Il decreto contiene un’altra novità.
Mesi fa PuntoSicuro aveva denunciato alcuni casi in cui turisti stranieri avevano chiamato il 112 senza trovare qualcuno che parlasse altre lingue oltre all’italiano.
Con il nuovo decreto che dà attuazione al numero unico sarà anche possibile, sempre con una diffusione lenta ma effettiva in tutte le province, trovare al telefono operatori che parlino almeno anche l'inglese.
Due importanti avvertenze: per il momento il 113 non andrà in soffitta, benché sarà soggetto alle stesse innovazioni organizzative e tecnologiche viste per il 112 (gestione delle emergenze, individuazione delle telefonate, ...). Rimarranno anche il 115 dei Vigili del Fuoco o il 118 delle emergenze sanitarie.
Ad oggi, dunque, il 112 non è ancora, ma speriamo lo diventerà a breve, il numero unico per le emergenze.
Dove parte la sperimentazione?
Intanto a Salerno, che deve darne attuazione entro quattro mesi.
Dopo cinque mesi partiranno altre otto province (tra cui Torino).
Dopo sei mesi atre cinque (tra queste Reggio Emilia).
Le altre provincie si adegueranno al ritmo di otto al mese.
In banca dati è consultabile il Decreto del 22 gennaio 2008 “Numero unico di emergenza europeo 112”.
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