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Rischi lavorativi: un approccio multidisciplinare
Roma, 11 Dic – Se il tema della discriminazione nel mondo del lavoro è un tema che raramente è declinato dal punto di vista della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, i dati relativi agli infortuni e malattie professionali delle donne mostrano come in Italia esista ancora un “problema di genere”. E malgrado i passi avanti di questi ultimi anni ancor oggi l’approccio alla salute e sicurezza sul lavoro continua a prestare poca attenzione alle specificità legate al genere.
Per migliorare le politiche aziendali e la consapevolezza delle differenze correlate all'appartenenza al genere maschile o femminile, rispetto alla sicurezza sul lavoro, l’Inail ha prodotto un nuovo quaderno tematico della "Rivista degli Infortuni e delle Malattie Professionali".
Dopo la pubblicazione dei due volumi dal titolo “ Salute e sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere. Disegno di linee guida e primi strumenti operativi”, sono stati pubblicati i successivi volumi:
- Volume III: Integrazione di genere delle linee guida per un SGSL;
- Volume IV: Rischi lavorativi.
Presentiamo brevemente il quarto volume, il documento “Salute e sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere. Rischi lavorativi. Un approccio multidisciplinare. Volume 4”.
Il progetto si muove verso la raccolta di esperienze e strumenti applicativi che consentano ai datori di lavoro di valutare correttamente il rischio in relazione al genere, senza incorrere - come ricordato nella presentazione del Direttore generale Inail Giuseppe Lucibello - “esclusivamente nella tradizionale prevenzione e protezione delle lavoratrici madri: importantissima certo, ma sicuramente non esaustiva del tema”.
Dopo aver presentato nel terzo volume un sistema di autodiagnosi, che vuole mettere in condizione “il datore di lavoro di verificare se il proprio sistema di gestione della sicurezza e, comunque, la propria organizzazione del lavoro garantisca equità anche rispetto al genere e agli altri fattori indicati”, nel quarto volume si affronta invece una questione fondamentale: “cosa significa concretamente prevenire e valutare il rischio in ottica di genere, facendo il punto sullo stato dell’arte, e offrendo un contributo per il bisogno di conoscenza nella valutazione dei rischi muovendo dal genere come variabile per lo studio della sicurezza sul lavoro”.
Riguardo poi al lavoro svolto, lamultidisciplinarità è risultato un elemento strategico e di valore per affrontare il tema della salute e sicurezza sul lavoro.
Il punto di forza del progetto è proprio nell’aver messo insieme competenze e saperi diversi e formazioni e appartenenze a realtà lavorative eterogenee. Dalle competenze della ricerca accademica, seppur applicata, dell’Università, con quella specialistica dei professionisti INAIL, il tutto integrato dall’apporto del “Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni” (CUG) e dal coinvolgimento di realtà aziendali disponibili ad avviare un percorso di analisi e validazione di strumenti.
Il progetto presentato dall’Inail nel quarto volume rappresenta un percorso di ricerca/azione i cui primi risultati sono esposti in due parti.
Nell’introduzione al progetto si specifica che la prima parte (Capitoli 1, 2 e 3) è “orientata a fornire una corretta definizione dell’orizzonte teorico di riferimento”, mentre la seconda parte (Capitoli 4, 5 e 6) fornisce “una ricognizione delle evidenze scientifiche che hanno rilevato differenze di esposizione ed effetti, in merito ai rischi lavorativi, e una asimmetrica distribuzione delle malattie professionali in uomini e donne”.
Veniamo infine al dettaglio dei vari capitoli:
- il primo capitolo affronta “le questioni di fondo che sottendono al lavoro di ricerca, chiarendo definizioni e significati dei termini e dei concetti, attorno ai quali ruota l’introduzione del genere come variabile utile allo studio della salute e della sicurezza sul lavoro”. Ad esempio si ricorda che il pensiero scientifico ha “considerato per molto tempo il maschile come neutro, e tale equivoco tuttora permane nella normativa e nella sua applicazione”. E si evidenzia come “si ricorra, spesso, al concetto di sesso (riferito alle differenze fisiche, di carattere anatomico, fisiologico, biologico e ormonale) in qualità di sinonimo del termine genere (che indica, invece, la costruzione sociale che, in una determinata cultura, viene operata a partire da tali differenze e da cui derivano ruoli, funzioni e compiti)”. Ed è proprio nel “declinare il tema della salute e della sicurezza” che emerge la necessità e l’importanza di considerare l’intero “contesto di vita”, per “l’insorgenza di patologie influenzate da elementi che appartengono alla complessità delle attuali biografie femminili e maschili”. È necessario, ad esempio, valutare “i ruoli che le donne svolgono per la famiglia e sui luoghi di lavoro, i diversi tempi di vita e l’intera organizzazione della sfera produttiva e riproduttiva”;
- il secondo capitolo vuole chiarire e specificare “le implicazioni connesse all’utilizzo della categoria di sistema sesso-genere, individuando i livelli analitici che devono essere considerati come reciprocamente intervenienti (livello individuale, relazionale e istituzionale). In considerazione delle caratteristiche proprie di ciascuno, che impongono l’adozione di peculiari metodi di ricerca, i tre livelli saranno presi in esame in fasi diverse del percorso di analisi e indagati attraverso l’utilizzo di precipui strumenti di ricerca”;
- il terzo capitolo vuole fornire una “visione complessiva del percorso compiuto dalle Istituzioni Comunitarie, dai singoli Stati membri e dai più innovativi percorsi di ricerca, presenti nella letteratura internazionale e relativi a questo ambito di studio”;
- con il quarto capitolo si apre la seconda parte della rivista: sono illustrati “gli studi effettuati per evidenziare le differenze di esposizione fra maschi e femmine, come risultato della segregazione lavorativa ed extra-lavorativa, ai fini di avere un quadro più realistico di quelli che sono le occasioni/modalità di esposizione che risultano determinanti per le condizioni di salute dei due generi”;
- il quinto capitolo propone una “panoramica della letteratura scientifica che evidenzia come per diverse tipologie di rischio - chimico, fisico, biologico, ergonomico e psicosociale - sia possibile osservare diversi effetti a seconda del genere”. In molti casi, “le differenze riscontrabili possono essere spiegate con la diversa distribuzione dei due generi nelle varie attività, in altri con la sovrapposizione e impegno dovuto al lavoro casalingo e di cura. A tali evidenze si aggiungono studi epidemiologici che prendono in esame più specificamente varie tipologie di rischio e ne confrontano la distribuzione nei due generi”. Il quadro che emerge mostra come sia nella sfera produttiva che fuori dall’ambito lavorativo, “i rischi per la salute non sono né qualitativamente, né quantitativamente, distribuiti in maniera omogenea tra i rappresentanti dei due sessi”;
- infine il sesto capitolo restituisce “i risultati di una prima e preliminare descrizione dei fenomeni connessi agli infortuni e alle malattie professionali in Toscana”.
Come il terzo e il quarto volume di “Salute e Sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere” si apre dunque la strada al futuro percorso orientato verso la definizione di un quadro organico di linee guida per una valutazione globale di tutti i rischi nell’ ottica di genere.
L’indice del quarto volume:
Valorizzare le diversità: la chiave di lettura del progetto di Antonella Ninci
Introduzione di Rita Biancheri
Parte I - QUADRI TEORICI E STRUMENTI INTERPRETATIVI
1. - COSA SIGNIFICA PREVENIRE E VALUTARE IL RISCHIO IN OTTICA DI GENERE? DALLA NORMATIVA ALLA SUA APPLICAZIONE: IL CONTRIBUTO DELLA SOCIOLOGIA di Rita Biancheri
1.1. - PER UNA DEFINIZIONE DI GENERE
1.2. - IL GENERE NEGLI STATUTI DISCIPLINARI
1.3. - IL DECRETO 81/2008 IN MATERIA DI TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
Bibliografia di riferimento
2. - UNA LETTURA GENDER-ORIENTED DELLE DINAMICHE DEL MERCATO DEL LAVORO IN TOSCANA AI TEMPI DELLA CRISI di Silvia Cervia
2.1. - GENERE E TUTELA DELLA SALUTE: DEFINIZIONI E PROPOSTE DI LETTURA
2.1.1. - Il genere come costrutto multilivello
2.1.2. - Primo livello: l’applicazione dell’approccio ‘macro’ al contesto di riferimento
2.2. - LA CRISI COME ‘EVENTO DI DIVARICAZIONE’: L’EFFETTO MATILDA DELLA DINAMICA CONGIUNTURALE
2.2.1. - Traiettorie di radicalizzazione: un possibile effetto san Matteo?
2.3. - “COME IL PESCE NEL MARE”: GENERE E QUOTIDIANITÀ
2.3.1. - I servizi locali per la prima e primissima infanzia
2.3.2. - Congedi e part-time come indicatori dell’asimmetrica distribuzione delle obbligazioni familiari
2.4. - SUL MISMATCH TRA ISTRUZIONE E MERCATO DEL LAVORO: IL GENERE COME VARIABILE INTERPRETATIVA
L’approfondimento - La legge regionale n. 16/2009 sulla cittadinanza di genere
2.5. - ESSERE STRANIERI NEL MERCATO DEL LAVORO TOSCANO: QUANDO UNO PIÙ UNO NON FA DUE…
2.5.1. - Il genere come variabile dirimente per analizzare l’impatto della crisi
2.5.2. - Dinamiche di radicamento della segregazione occupazionale
Bibliografia di riferimento
3. - IL GENERE COME VARIABILE PER LO STUDIO DELLA SICUREZZA SUL LAVORO di Elisa Caponi, Silvia Cervia, Giulia Ficini
3.1. - LE INIZIATIVE COMUNITARIE: DALLE PARI OPPORTUNITÀ ALLA TUTELA DELLA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO IN OTTICA DI GENERE
3.2. - VERSO UNA PREVENZIONE GENDER-ORIENTED: ANALISI COMPARATA DEI PROGRAMMI DI ALCUNI STATI MEMBRI
3.2.1. - Focus su alcuni Paesi Membri dell’Unione Europea
3.2.2. - Caso italiano: le Agenzie Ambientali
3.3. - “OPERATIVIZZARE” IL GENERE: PRIMI PERCORSI DI RICERCA
Bibliografia di riferimento
Sitografia di riferimento
Parte II - EVIDENZE EMPIRICHE
Stato dell’arte e bisogno di conoscenza per la valutazione dei rischi in ottica di genere di Annalaura Carducci e Rudy Foddis
4. - DIFFERENZE DI GENERE NELL’ESPOSIZIONE A RISCHI LAVORATIVI di Annalaura Carducci, Elisa Caponi
4.1. - PRINCIPALI RISCHI DI ESPOSIZIONE IN SETTORI LAVORATIVI E IN MANSIONI A PREVALENZA FEMMINILE
4.1.1. - Differenza di esposizione a pericoli di natura infortunistica
4.1.2. - Differenza di esposizione a pericoli di natura ergonomica
4.1.3. - Differenza di esposizione a pericoli di natura chimica
4.1.4. - Differenza di esposizione a pericoli di natura fisica
4.1.5. - Differenza di esposizione a pericoli di natura biologica
4.1.6. - Differenza di esposizione a pericoli di natura psico-sociale
4.2. - L’INFLUENZA DELLA SEGREGAZIONE VERTICALE E DEI FATTORI ORGANIZZATIVI NELL’ESPOSIZIONE A RISCHI LAVORATIVI
4.3. - DIFFERENTE CARICO E DIVERSA ESPOSIZIONE A RISCHI TRA UOMO E DONNA NEI LAVORI DOMESTICI
L’approfondimento - Esposizione combinata a rischi diversi: una questione particolarmente importante per le donne
L’approfondimento - Stress e fatica fisica: fattori di rischio per le donne
Bibliografia di riferimento
5. - GENERE E DIFFERENTI EFFETTI ALL’ESPOSIZIONE A FATTORI DI RISCHIO OCCUPAZIONALE di Rudy Foddis e Giulia Ficini
5.1. - TOSSICOLOGIA: ASPETTI GENERALI
5.2. - TOSSICOLOGIA RIPRODUTTIVA
5.3. - TOSSICOLOGIA E FISIOLOGIA RESPIRATORIA
5.4. - RISCHIO DA AGENTI FISICI
5.5. - TUMORI PROFESSIONALI
5.6. - RISCHIO BIOLOGICO
L’approfondimento - Evidenze sulla differenza di sesso nella risposta alle infezioni
5.7. - RISCHI DA FATTORI INERENTI L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
5.8. - RISCHIO ERGONOMICO
5.9. - RISCHI PSICOSOCIALI
L’approfondimento - Il suicidio per ragioni economiche: una differenza di genere al maschile
Bibliografia di riferimento
6. - INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI IN TOSCANA: UN QUADRO DI SINTESI di Alberto Baldasseroni, Elisa Caponi, Silvia Cervia, Giulia Ficini, Paolo Guidelli e Donatella Talini
6.1. - INFORTUNI SUL LAVORO
6.2. - MALATTIE PROFESSIONALI
Inail, “ Salute e sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere. Rischi lavorativi. Un approccio multidisciplinare. Volume 4”, quaderno della "Rivista degli Infortuni e delle Malattie Professionali" a cura di Rita Biancheri, Annalaura Carducci, Rudy Foddis e Antonella Ninci, agosto 2013 (formato PDF, 17.11 MB).
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RTM
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