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Esposti al rumore, senza saperlo (2/2)
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[La prima parte dell’articolo è stata pubblicata nel numero 1225 di PuntoSicuro.]
La sordità non è l’unica patologia alla quale può andare incontro chi è esposto a livelli di rumore elevati.
“E’ provato – ha affermato Hans-Horst Konkolewsky, Direttore dell’Agenzia europea della salute e della sicurezza sul lavoro, - che l’esposizione al rumore ha effetti sul sistema cardiovascolare producendo il rilascio di adrenalina che è associata allo stress e un aumento della pressione arteriosa. Ciò significa che il rumore al lavoro, anche a livelli poco elevati, può essere un fattore di stress legato al lavoro.
Il rumore nei luoghi di lavoro può essere anche all’origine di infortuni, in quanto livelli sonori elevati impediscono alle persone di sentire e di comunicare”.
Il problema del rumore nei luoghi di lavoro non può essere risolto pensando che l'unica soluzione sia l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.
“Il datore di lavoro deve anzitutto partire dalla valutazione del rischio. Su questa base, devono essere applicate adeguate iniziative, comprese nella misura possibile, l’eliminazione delle sorgenti di rumore, un migliore controllo dei livelli sonori, o la riduzione dell’esposizione dei lavoratori al rumore modificando l’organizzazione del lavoro e degli spazi di lavoro. […] la gestione efficace del rumore è possibile e non deve essere necessariamente costosa” – ha sottolineato Hans-Horst Konkolewsky.
Con la campagna paneuropea “Abbasso il rumore”,che sarà lanciata il 20 aprile 2005 in occasione della Giornata internazionale contro il rumore (International Noise Awareness Day), l’Agenzia europea intende sensibilizzare sull’argomento tutti coloro che hanno un ruolo nella tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori (lavoratori stessi compresi).
L’Agenzia ha predisposto a tal fine anche una serie di schede informative; la prima delle quali è intitolata “Informazioni introduttive sul rumore nei luoghi di lavoro”, ed è disponibile in 19 lingue. La versione italiana è consultabile qui.
[La prima parte dell’articolo è stata pubblicata nel numero 1225 di PuntoSicuro.]
La sordità non è l’unica patologia alla quale può andare incontro chi è esposto a livelli di rumore elevati.
“E’ provato – ha affermato Hans-Horst Konkolewsky, Direttore dell’Agenzia europea della salute e della sicurezza sul lavoro, - che l’esposizione al rumore ha effetti sul sistema cardiovascolare producendo il rilascio di adrenalina che è associata allo stress e un aumento della pressione arteriosa. Ciò significa che il rumore al lavoro, anche a livelli poco elevati, può essere un fattore di stress legato al lavoro.
Il rumore nei luoghi di lavoro può essere anche all’origine di infortuni, in quanto livelli sonori elevati impediscono alle persone di sentire e di comunicare”.
Il problema del rumore nei luoghi di lavoro non può essere risolto pensando che l'unica soluzione sia l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.
“Il datore di lavoro deve anzitutto partire dalla valutazione del rischio. Su questa base, devono essere applicate adeguate iniziative, comprese nella misura possibile, l’eliminazione delle sorgenti di rumore, un migliore controllo dei livelli sonori, o la riduzione dell’esposizione dei lavoratori al rumore modificando l’organizzazione del lavoro e degli spazi di lavoro. […] la gestione efficace del rumore è possibile e non deve essere necessariamente costosa” – ha sottolineato Hans-Horst Konkolewsky.
Con la campagna paneuropea “Abbasso il rumore”,che sarà lanciata il 20 aprile 2005 in occasione della Giornata internazionale contro il rumore (International Noise Awareness Day), l’Agenzia europea intende sensibilizzare sull’argomento tutti coloro che hanno un ruolo nella tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori (lavoratori stessi compresi).
L’Agenzia ha predisposto a tal fine anche una serie di schede informative; la prima delle quali è intitolata “Informazioni introduttive sul rumore nei luoghi di lavoro”, ed è disponibile in 19 lingue. La versione italiana è consultabile qui.
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