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APPELLO al Governo, al Parlamento e alle Istituzioni

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Campagne di prevenzione

15/06/2010

Mi impegno per la prevenzione: prende l’avvio la campagna della Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione (CIIP). Firmate l’appello.

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La Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione chiede al Governo, al Parlamento e alle Istituzioni di rivedere e modificare le modifiche normative proposte e in corso di approvazione poiché possono diminuire la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.

APPELLO al Governo, al Parlamento e alle Istituzioni
Sono state proposte modifiche normative che la CIIP chiede di rivedere e modificare poiché possono diminuire la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.
Il decreto-legge 78/2010, all’art. 7, prevede la mera "soppressione dell'ISPESL" anziché il suo "riordino", il che ha causato il blocco totale di tutte le attività dell'ISPESL di ricerca e di interventi istituzionali per la prevenzione , a livello sia italiano sia internazionale.
CIIP sostiene l’opportunità di promuovere il "riordino dell'ISPESL", in strettissimo raccordo con INAIL, ma garantendone l'autonomia, come previsto dal ddl n. 1167, opportunità che CIIP reputa migliorativa dell'attuale proposta di pura "soppressione".
Lo stesso decreto-legge 78/2010, all'art. 8, comma 12, differisce la valutazione al 31/12/2010 dei "Rischi Stress lavoro-correlati" per le aziende della P.A. (Pubblica Amministrazione).
CIIP ritiene errato questo ennesimo rinvio, che introduce una "diversa garanzia e tutela", dei lavoratori a seconda il datore di lavoro, pubblico oppure privato, presso cui operano.
Inoltre è in discussione il disegno di legge 3209-bis (detto di "semplificazione"), che peggiora le disposizioni sulla denuncia degli infortuni mortali o gravi.
L’art. 7 del dd. 3209 (alla lettera b), impone l'invio della denuncia degli infortuni al solo Istituto Assicuratore , che a sua volta deve inoltrarla alla Direzione Provinciale del lavoro, ma non alla ASL!

Infatti, l'art. 7 del ddl 3209-bis, alla lett. b) recita: "L’istituto assicuratore, ricevuta la denuncia di cui all’articolo 53 (NdR: del DPR 1124/65), deve rimettere entro il primo giorno non festivo …(omissis) … un esemplare della denuncia alla direzione provinciale del lavoro competente per territorio …(omissis) …
Ne consegue che alla ASL non perviene alcuna informazione sugli infortuni – nemmeno di quelli mortali !- nonostante le ASL siano Organi di vigilanza ai sensi del D.Lgs. 81/2008, in particolare, all’art. 13.
CIIP chiede di prevedere l'obbligo di invio della denuncia degli Infortuni alle ASL, modificando l’attuale formulazione dell’art. 7, lettera b) del decreto-legge 78/2010.

Inoltre CIIP ricorda e chiede l’attuazione di:
- oltre 50 decreti attuativi del D.Lgs. 81/2008, che non sono mai stati approvati/emanati;
- trasferimento delle Risorse alle ASL delle somme destinate alle attività di prevenzione , che molte Regioni continuano a non trasferire, violando lo specifico obbligo previsto dall’art. 13, comma 6 del D.Lgs. 81/2008.



Questo "APPELLO" è collegato e integra le iniziative e il “dodecalogo” “Mi Impegno per la Prevenzione” e vuole favorire la discussione in sede di Parlamento e Governo, per tutelare la Salute e la Sicurezza sul lavoro e la Prevenzione di rischi, infortuni e M.P. in tutti i luoghi di vita e di lavoro.




MI IMPEGNO PER LA PREVENZIONE è una dichiarazione che ha come obiettivo quello di stimolare il confronto e mobilitare tutti i soggetti pubblici e privati per diffondere la cultura della prevenzione al fine di promuovere azioni realmente efficaci in tutti i luoghi di vita e di lavoro

E' partita in questi giorni la campagna di raccolta delle adesioni con la sottoscrizione di dodici impegni generali per favorire una prevenzione vera, efficace ed efficiente in linea con le dichiarazioni internazionali ed europee e con l’impegno a livello pubblico e professionale a promuovere e attuare i seguenti aspetti principali:

1. Diffondere la cultura della prevenzione e della legalità sul lavoro
2. Sviluppare azioni di prevenzione da tutti i rischi, che coinvolgano tutti i soggetti, a partire dai soggetti svantaggiati, meno protetti e diversamente abili e che affrontino gli aspetti di genere e le differenze culturali dei lavoratori migranti
3. Favorire il recupero al lavoro dei lavoratori infortunati o affetti da patologie da lavoro
4. Garantire adeguati organici e risorse alle strutture pubbliche di prevenzione
5. Garantire la formazione continua dei soggetti professionali coinvolti
6. Favorire metodi e strumenti didattici innovativi
7. Promuovere l’utilizzo delle innovazioni tecnologiche nei processi e nei prodotti
8. Promuovere sistemi volontari di gestione per la prevenzione (SGSL - D.Lgs. 231/01) e programmi di promozione della salute nei luoghi di lavoro
9. Promuovere un sistema premiante (qualificazione, incentivazione e assistenza)
10. Rafforzare le azioni proattive, oltre alle sanzioni penali, deterrenti e bonus-malus
11. Favorire l’assistenza legale agli infortunati sul lavoro e loro Associazioni
12. Riconoscere e qualificare le Associazioni di prevenzione


L’impegno per la prevenzione sviluppa il proprio appello ai diversi decisori politici, economici e sociali in base ai rispettivi compiti e responsabilità.

Si richiede alla classe politica un impegno per:
1. attuare i decreti delegati, ad iniziare da quello sulla formazione e sui rischi stress lavoro-correlati;
2. controllare e punire le violazioni degli obblighi formativi, oggi spesso fin troppo evidenti;
3. potenziare in tutte le forme la cultura della sicurezza e della legalità sul lavoro con iniziative periodiche e generalizzate;
4. sanzionare Enti e modalità formative elusive degli obblighi di effettività sanciti dalla legge;
5. definire Piani Regionali della Prevenzione che, pur in linea con gli obiettivi individuati dal Piano Nazionale della Prevenzione, non perdano di vista i principi della prevenzione primaria, rivolta alla collettività, e le specificità di ciascun territorio, valorizzando tutti i temi che nel PNP sembrerebbero penalizzati;
6. ribadire la centralità dei controlli sulle condizioni di elevato rischio e di violazione delle norme a partire dalle “norme salva-vita” e per il contrasto al lavoro nero e illegale;
7. potenziare le risorse umane, tecnologiche e formative del sistema pubblico e la rete dei servizi di prevenzione e controllo: ASL; DPL, etc. anche utilizzando finalmente i fondi delle sanzioni (es. art. 13 del Decreto 81/2008), garantendo almeno il turn-over degli operatori, cancellando anche in questo settore il ricorso al lavoro precario;
8. garantire iniziative di coordinamento e trasparenza delle attività di prevenzione e controllo, che devono sempre di più basarsi su programmi legati ai rischi gravi ed emergenti ed alle specificità territoriali, basati sulla individuazione delle priorità degli interventi e sulla definizione di criteri condivisi di valutazione della efficacia delle azioni;
9. promuovere la semplificazione e l’armonizzazione della legislazione.

Si richiede alle forze sociali un impegno per:
1. semplificare per le imprese gli adempimenti come già in vigore in alcune regioni;
2. incentivare con forti sgravi fiscali, utilizzando anche le risorse INAIL: l’innovazione tecnologica, misure sostanziali di sicurezza, bonifiche, buone prassi, attività di formazione e addestramento;
3. eleggere, rafforzare, formare e qualificare la rete degli RLS, aziendali, territoriali e di sito, rendendo finalmente agibili i diritti di partecipazione, informazione e intervento conquistati in questi anni;
4. concretizzare la partecipazione e l’aggiornamento di tutti i soggetti interessati a: valutazione dei rischi, ricerca e attuazione delle misure e proposizione di soluzioni (a partire dalle malattie professionali, rischi nuovi o emergenti, rischi stress lavoro-correlati, ….);
5. garantire sempre nelle imprese un lavoro collettivo del sistema di prevenzione (datore di lavoro e dirigenti, RSPP, MC, RLS, lavoratori, …);
6. favorire politiche formative e di inclusione dei lavoratori stranieri e dei diversamente abili.

Si richiede al sistema della formazione un impegno per:
1. garantire che in tutti gli ambiti scolastici, dalla formazione di base a quella universitaria, vi sia una particolare attenzione alla cultura della prevenzione e della sicurezza, per creare cittadini e lavoratori finalmente consapevoli dell’importanza della prevenzione;
2. qualificare i percorsi formativi sulla prevenzione, valorizzandone l’effettività dei risultati.

Si richiede agli operatori e professionisti
della prevenzione un impegno per:
1. garantire l’ effettività della formazione e dell’aggiornamento continui;
2. aumentare le occasioni di confronto tecnico ed operativo;
3. fare emergere anche in Italia, come in Europa, il vero quadro delle patologie legate al lavoro sia del passato (ad esempio i tumori professionali) sia dell’oggi (patologie legate allo stress lavoro-correlato, movimenti ripetuti, …);
4. incrementare la ricerca di strumenti e iniziative utili alla costruzione di una rete, rispettosa delle specificità di ciascuno ma al contempo consapevole della condivisione degli obiettivi e degli strumenti per perseguirli.

Il numero di malattie professionali e di infortuni sul lavoro mortali, gravi e gravissimi rimane alto e inaccettabile in Italia, in Europa e nel mondo, nonostante l’approvazione di norme di legge e l’aggiornamento di norme tecniche per la prevenzione e la protezione dai rischi presenti sul lavoro.
Ciò è principalmente dovuto sia alla insufficiente attuazione sia delle normative di prevenzione e di protezione dai rischi presenti sul lavoro (norme di legge, tecniche e di buone prassi) sia al permanere di ampie aree di lavoro irregolare.

La mancata attuazione delle norme è causata - fra l’altro - da un’errata concezione dello sviluppo, che non computa i costi della mancata prevenzione, né economici (che nella sola Italia ammontano ad oltre 42 miliardi di euro/anno), né umani e sociali (che comportano la perdita ogni anno di oltre 1.000 vite per infortunio, quasi 30.000 infortuni con conseguenze permanentemente invalidanti e più di 30.000 nuove denunce di malattie professionali, circa un 10% delle quali portano a morte).

Rispetto a ciò non va dimenticato che molte stime depongono per un elevato “sommerso” in termini di patologie professionali, specie tumorali, e di decessi conseguenti.

Per invertire questa tendenza è necessario favorire la
CULTURA DELLA PREVENZIONE” dei rischi in ogni direzione: culturale, sociale, economica e politica, ed impegnarsi tutti, individualmente e collettivamente, in ogni ambito di attività, dalla scuola ai luoghi di vita e di lavoro.

Firmare la dichiarazione Mi impegno per la prevenzione è un primo segnale di partecipazione.

link per la raccolta delle firme online:
http://www.ciipospedalesicuro.org/CIIP_Mi_Impegno_Prevenzione.htm
 
 



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