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Imparare dagli errori: come avvengono gli infortuni con i trabattelli?

Imparare dagli errori: come avvengono gli infortuni con i trabattelli?
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Attrezzature e macchine

26/09/2019

Esempi di infortuni dei lavoratori in relazione all’utilizzo di trabattelli. Il montaggio di cornici in legno su delle travi a vista e le attività di tinteggiatura e decorazione di una parete. La classificazione e la marcatura dei trabattelli.

Brescia, 26 Set – Sappiamo che il trabattello, o ponte mobile su ruote, è una attrezzatura di lavoro - molto diffusa nelle attività edili - che viene utilizzata specialmente quando ci si deve spostare rapidamente e i lavori sono a quote non elevate.

Tuttavia, come hanno ricordato anche i tanti documenti pubblicati in questi anni sui rischi in edilizia, sono ancora molti gli incidenti che avvengono nei luoghi di lavoro per la presenza di trabattelli che non sono stati scelti, montati o utilizzati correttamente.

 

Per questo motivo iniziamo oggi – in “Imparare dagli errori”, la rubrica di PuntoSicuro dedicata al racconto degli infortuni professionali - un viaggio attraverso gli incidenti correlati all’uso dei trabattelli cercando di metterne in risalto le cause e raccogliendo brevi approfondimenti sull’attrezzatura e utili suggerimenti per la prevenzione.

 

Ricordiamo che i casi di infortunio presentati sono tratti dall’archivio di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.

 

Ci soffermiamo in particolare su:

 


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Gli incidenti nell’uso dei trabattelli

Nel primo caso l’infortunio avviene in attività di montaggio di cornici in legno su delle travi a vista di un soffitto.

Per l’attività del lavoratore è stato montato un ponte mobile su ruote con la superficie di calpestio posta ad un’altezza di circa un metro dal pavimento.

Il datore di lavoro, che si trova al piano sottostante, viene richiamato dal rumore sovrastante. Immediatamente risalito al primo piano trova il lavoratore disteso sul pavimento con accanto il trabattello ribaltato. Lavoratore che morirà 60 giorni dopo l’infortunio, a causa delle lesioni riportate (frattura del cranio).

Benché non si siano potute ricostruire le cause che hanno determinato la caduta del lavoratore e partendo dalla constatazione che non sono emerse patologie tali da supporre una caduta causata da malore, si possono fare alcune ipotesi. La prima “che il lavoratore sia caduto mentre era intento a scendere o a salire sul trabattello scavalcando il parapetto, senza utilizzare la botola presente sul piano di lavoro; la seconda che abbia perso l’equilibrio mentre cercava di spostare il trabattello, non frenato, senza essere sceso dal medesimo”.

 

Questi i fattori causali indicati:

  • l’infortunato provoca il ribaltamento del trabattello;
  • trabattello non frenato.

 

Nel secondo caso l’infortunio riguarda un lavoratore artigiano titolare di impresa individuale. Il lavoratore ha ricevuto in sub appalto dei lavori di verniciatura/tinteggiatura di un complesso di edifici in manutenzione straordinaria.

Dovendo raggiungere in altezza il luogo dove deve eseguire dei ritocchi, il lavoratore allestisce un trabattello su ruote da utilizzare per raggiungere, ad un’altezza di 6,30 metri dal suolo, il luogo dell'intervento.

Mentre l’artigiano si trova sul piano di calpestio del ponte del trabattello, e mentre si sporge verso l'esterno del trabattello nel tentativo di depositare una latta di vernice su una trave della struttura che deve tinteggiare, a seguito di uno sbilanciamento del peso verso l'esterno e soprattutto perché il trabattello non è adeguatamente stabilizzato, precipita al suolo procurandosi lesioni mortali al cranio.

Il trabattello si è spostato nel senso opposto al senso di caduta dell’infortunato a causa del fatto che due delle quattro ruote sono prive di viti di stabilizzazione e le altre due, pur essendone dotate, non sono state stabilizzate.

 

I fattori causali rilevati nella scheda:

  • l’infortunato cadeva da un trabattello da lui stesso non correttamente stabilizzato;
  • due ruote del trabattello prive di viti di stabilizzazione.

 

Infine il terzo caso, molto breve, riguarda un’altra attività lavorativa su una parete e una caduta dall’alto.

La scheda indica che mentre il lavoratore decora una parete su un trabattello sprovvisto di protezioni laterali perde l'equilibrio e cade da una altezza di circa 2 metri.

 

Il fattore causale rilevato indica, in questo caso, la presenza di un trabattello privo di protezioni laterali.

 

La classificazione e la marcatura dei trabattelli

Prima di presentare, nelle prossime puntate della rubrica dedicate agli infortuni con i trabattelli, indicazioni sulle misure di prevenzione, ci soffermiamo oggi sulla conoscenza di aspetti come la classificazione e alla marcatura, aspetti importanti anche per la scelta dell’attrezzatura da utilizzare.

Per parlarne facciamo riferimento ad un Quaderno Tecnico per i cantieri temporanei o mobili - elaborato dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (DIT) dell’ Inail - dal titolo “ Trabattelli”.

 

Riprendiamo dal Quaderno tecnico l’immagine di un trabattello con scala a pioli verticale:

 

 

Nel documento si ricorda che la norma UNI EN 1004: 2005 non solo “classifica i trabattelli in base alle classi di carico e al tipo di accesso agli impalcati”, ma individua “l’altezza massima dei trabattelli in riferimento alle condizioni di utilizzo”:

  • classificazione in base alle classi di carico: i trabattelli vengono divisi in due classi di carico, dove la classe di carico “indica l’entità del carico uniformemente distribuito da applicare sull’ultimo impalcato del trabattello ai fini delle verifiche di progetto”;
  • classificazione in base al tipo di accesso agli impalcati: sono previste quattro opzioni di accesso all’impalcato del trabattello (accesso tipo A: scala a rampa; accesso tipo B: scala a gradini; accesso tipo C: scala a pioli inclinata; accesso tipo D: scala a pioli verticale). E il fabbricante “può fornire una o più opzioni di accesso per uno stesso trabattello e darne indicazione nella marcatura”.
  • classificazione in base alle condizioni di utilizzo: la norma prevede per i trabattelli due condizioni di utilizzo. Può essere utilizzato all’esterno, ovvero con presenza di vento (l’altezza massima del trabattello non può superare gli 8 m) e può essere utilizzato all’interno, ovvero con assenza di vento (l’altezza massima del trabattello non può superare i 12 m). Si segnala poi che “il trabattello conforme alla UNI EN 1004:2005 non può avere altezza inferiore a 2,5 m”.

 

Riguardo alla marcatura si indica, in conclusione, che il fabbricante “deve apporre sul trabattello una targhetta, in modo che sia visibile da terra, che riporti:

  • il nome del fabbricante
  • il numero della norma di riferimento: UNI EN 1004:2005
  • la classe di carico: 2 o 3
  • l’altezza massima all’esterno/all’interno: 8/12 m
  • il tipo di accesso”
  • “la dicitura: ‘Seguire scrupolosamente le istruzioni per il montaggio e l’uso’, scritta nella lingua del Paese di utilizzo”.

Inoltre, ogni componente del trabattello “deve essere marcato, in modo visibile per tutta la sua durata di impiego, con:

  • un simbolo o lettere che identifichino il modello del trabattello e il suo fabbricante
  • l’anno di fabbricazione riportando le ultime due cifre”.

 

    

Tiziano Menduto

 

 

Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero 618a, 2448 e 6195 (archivio incidenti 2002/2015).



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