Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Sicurezza marittima: l'UE richiama l'Italia
La Commissione europea ha trasmesso nei giorni scorsi un parere motivato - ultima fase della procedura prima della denuncia ufficiale dinanzi la Corte di giustizia - a Italia, Portogallo, Austria, Lussemburgo, Grecia, Finlandia, Belgio e Paesi Bassi per inosservanza della legislazione comunitaria sulla sicurezza marittima, precisamente sulle società di classificazione e/o sul controllo dello Stato di approdo.
La Commissione ha infatti rilevato la mancata comunicazione da parte degli 8 Stati delle misure nazionali di recepimento delle direttive 2001/105/CE e 2001/106/CE, adottate dopo il naufragio della petroliera Erika, essenziali sotto il profilo della sicurezza marittima.
In entrambi i casi gli Stati membri erano tenuti ad adottare la necessaria legislazione nazionale entro il 23 luglio 2003 e si erano impegnati, a seguito del naufragio della Prestige dell'autunno scorso, ad attuare le nuove norme più severe anticipatamente rispetto al calendario previsto.
L'Italia, (come Grecia, Finlandia, Portogallo, Paesi Bassi) è stata richiamata per mancato recepimento della “Direttiva 2001/106/CE del Parlamento europeo e del Consiglio” sul controllo dello Stato di approdo. La direttiva rafforza il regime comunitario di controllo che le autorità dello Stato di approdo effettuano sulle navi che battono bandiera di un altro paese, basato su procedure uniformi di ispezione, immobilizzazione e divieto di approdo.
Mentre Belgio, Austria, Lussemburgo, Grecia, Finlandia e Portogallo non hanno ancora adottato la legislazione nazionale di recepimento della nuova “Direttiva 2001/105/CE del Parlamento europeo e del Consiglio” sulle società di classificazione. Tale direttiva stabilisce le misure che devono applicare gli Stati membri e gli organismi incaricati delle visite, delle ispezioni e della certificazione delle navi.
La Commissione ha infatti rilevato la mancata comunicazione da parte degli 8 Stati delle misure nazionali di recepimento delle direttive 2001/105/CE e 2001/106/CE, adottate dopo il naufragio della petroliera Erika, essenziali sotto il profilo della sicurezza marittima.
In entrambi i casi gli Stati membri erano tenuti ad adottare la necessaria legislazione nazionale entro il 23 luglio 2003 e si erano impegnati, a seguito del naufragio della Prestige dell'autunno scorso, ad attuare le nuove norme più severe anticipatamente rispetto al calendario previsto.
L'Italia, (come Grecia, Finlandia, Portogallo, Paesi Bassi) è stata richiamata per mancato recepimento della “Direttiva 2001/106/CE del Parlamento europeo e del Consiglio” sul controllo dello Stato di approdo. La direttiva rafforza il regime comunitario di controllo che le autorità dello Stato di approdo effettuano sulle navi che battono bandiera di un altro paese, basato su procedure uniformi di ispezione, immobilizzazione e divieto di approdo.
Mentre Belgio, Austria, Lussemburgo, Grecia, Finlandia e Portogallo non hanno ancora adottato la legislazione nazionale di recepimento della nuova “Direttiva 2001/105/CE del Parlamento europeo e del Consiglio” sulle società di classificazione. Tale direttiva stabilisce le misure che devono applicare gli Stati membri e gli organismi incaricati delle visite, delle ispezioni e della certificazione delle navi.
I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.