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Palermo: laboratorio clandestino di abiti da sposa sigillato perche' non rispettava la 626
Cari lettori di PuntoSicuro, in attesa delle agognate ferie estive, vorremmo condividere una riflessione su una notizia che arriva da Palermo, relativa ad un laboratorio clandestino di abiti da sposa che le autorità hanno messo sotto sequestro e a cui hanno elevato sanzioni relative al mancato rispetto delle misure di sicurezza previste dalla 626.
Nel laboratorio lavoravano 23 persone, tutte in nero. Le 12 denunce al "titolare" hanno riguardato il mancato rispetto delle misure di sicurezza: nessun piano di emergenza, servizi igienici non idonei, NON c'era il Servizio Prevenzione e Protezione, NON c'era il medico competente... Incredibile vero? Una piccola fabbrica ufficialmente inesistente senza servizio Prevenzione e senza Medico competente. E senza neppure il piano di emergenza! Chi se lo sarebbe mai aspettato?
Ma cosa aspetta l'Italia a rendersi conto che se non interviene seriamente contro il sommerso siamo destinati alla bancarotta?
Secondo i dati Eurispes il lavoro sommerso in Italia vale 317 miliardi di Euro, pari al 30% del PIL (la manovrina 2004 è di 7 miliardi di euro, la finanziaria 2005 è di 24 miliardi di euro).
Milioni di italiani lavorano in nero, senza ne'misure di sicurezza aziendali (626) che sociali (assicurazioni varie).
Quando il nostro Governo prenderà seriamente in considerazione il fenomeno con misure che riescano a fare emergere il lavoro sommerso e, quel laboratorio clandestino di abiti da sposa, invece che arrestare e sigillare, lo condurranno alla regolarizzazione, in locali idonei, con le corrette misure di sicurezza, preservando i 23 posti di lavoro e con incentivi fiscali per la sua regolarizzazione?
L'Italia potrebbe essere davvero una delle nazioni più prospere della terra e contribuire allo sviluppo delle nazioni più povere se riuscissimo a risolvere seriamente il problema del lavoro sommerso, ma la soluzione è nel recupero e nella sua trasformazione in lavoro regolare, magari accompagnati da una sorta di "assistenti sociali" creati in collaborazione con le associazioni sindacali e di categoria, non nella punizione! La cultura dei condoni non ci serve più, grazie.
Serve soltanto un po' di buona volontà a fare funzionare le cose cercando di rispettare l'Art.1 della nostra Costituzione: l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro ("regolare", aggiungiamo noi).
Se desidera comunicarci il suo parere la preghiamo di farlo (utilizzi il form sul sito, grazie).
PuntoSicuro sospenderà il suo servizio di informazione dal 9 al 23 Agosto e ne approfitto quindi per augurare delle serene vacanze a tutti i lettori, appassionati di sicurezza e correttezza.
Luigi Matteo Meroni
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Nel laboratorio lavoravano 23 persone, tutte in nero. Le 12 denunce al "titolare" hanno riguardato il mancato rispetto delle misure di sicurezza: nessun piano di emergenza, servizi igienici non idonei, NON c'era il Servizio Prevenzione e Protezione, NON c'era il medico competente... Incredibile vero? Una piccola fabbrica ufficialmente inesistente senza servizio Prevenzione e senza Medico competente. E senza neppure il piano di emergenza! Chi se lo sarebbe mai aspettato?
Ma cosa aspetta l'Italia a rendersi conto che se non interviene seriamente contro il sommerso siamo destinati alla bancarotta?
Secondo i dati Eurispes il lavoro sommerso in Italia vale 317 miliardi di Euro, pari al 30% del PIL (la manovrina 2004 è di 7 miliardi di euro, la finanziaria 2005 è di 24 miliardi di euro).
Milioni di italiani lavorano in nero, senza ne'misure di sicurezza aziendali (626) che sociali (assicurazioni varie).
Quando il nostro Governo prenderà seriamente in considerazione il fenomeno con misure che riescano a fare emergere il lavoro sommerso e, quel laboratorio clandestino di abiti da sposa, invece che arrestare e sigillare, lo condurranno alla regolarizzazione, in locali idonei, con le corrette misure di sicurezza, preservando i 23 posti di lavoro e con incentivi fiscali per la sua regolarizzazione?
L'Italia potrebbe essere davvero una delle nazioni più prospere della terra e contribuire allo sviluppo delle nazioni più povere se riuscissimo a risolvere seriamente il problema del lavoro sommerso, ma la soluzione è nel recupero e nella sua trasformazione in lavoro regolare, magari accompagnati da una sorta di "assistenti sociali" creati in collaborazione con le associazioni sindacali e di categoria, non nella punizione! La cultura dei condoni non ci serve più, grazie.
Serve soltanto un po' di buona volontà a fare funzionare le cose cercando di rispettare l'Art.1 della nostra Costituzione: l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro ("regolare", aggiungiamo noi).
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