Zanzara tigre: quali pericoli?
Anche quest’anno gli italiani stanno facendo i conti con la “zanzara tigre”. Un insetto che ha fatto la comparsa nel nostro Paese nei primi anni ‘90 e che si dimostra particolarmente aggressivo nei confronti dell’uomo.
In numerose città sono in atto campagne di prevenzione e di informazione, rivolte a tutta la popolazione che, con alcuni accorgimenti, può contribuire a contenerne la proliferazione.
Il rapido adattamento della zanzara tigre alle nostre latitudini preoccupato immediatamente gli esperti dell’ISS che ne hanno fatto una “sorvegliata speciale”. L'insetto era già conosciuto come vettore di dengue e di numerosi altri arbovirus (i virus trasmessi all'uomo tramite la puntura di insetti), nonché per la sua attività ectoparassitaria, esercitata cioè sul corpo degli animali su cui si deposita.
L’Iss ha realizzato attività di sorveglianza e di controllo- individuando zone più a rischio per le particolari caratteristiche urbanistiche -, ha prodotto documenti tecnici sull'argomento ed ha realizzato studi per combattere la zanzara tigre, con particolare riferimento alla verifica dell'efficacia di alcuni insetticidi.
La zanzara tigre punge generalmente di giorno e all'aperto, prediligendo le ore più fresche della giornata. Colpisce abitualmente alle caviglie e alle gambe perché usualmente vola a pochi centimetri da terra, ma può colpire anche polsi e altre zone del corpo esposte. E' molto aggressiva e le sue punture causano la comparsa di pomfi pruriginosi, spesso edematosi.
L’Iss avverte che in caso di numerose punture contemporanee possono svilupparsi reazioni allergiche, soprattutto nelle persone particolarmente sensibili. In questi casi è utile lavare e disinfettare la zona colpita, fare impacchi con ghiaccio e, eventualmente, applicare una crema al cortisone.
La zanzara tigre si riproduce depositando delle uova in tutti quei contenitori capaci di contenere dell'acqua.
I focolai tipici del suo ambiente d'origine sono le cavità che si formano nel tronco degli alberi ad alto fusto, ma anche gli incavi di alcune piante, soprattutto dei bambù e le pozze d'acqua che si formano tra le rocce. La sua grande capacità di adattamento le ha consentito, una volta arrivata nel nostro Paese, di riprodursi praticamente in ogni manufatto in grado di contenere piccole raccolte d'acqua dolce: bacinelle, sottovasi, secchi, scatole di plastica, bottiglie rotte e copertoni d'auto lasciati all'aperto.
Per prevenire la diffusione della zanzara tigre, tutti i cittadini sono richiamati all’adozione di semplici precauzioni.
Non bisogna abbandonare oggetti e contenitori che possano raccogliere acqua piovana (copertoni, bottiglie, sottovasi, innaffiatoi).
In caso si riempiano di aqua è necessario svuotarli completamente o, qualora fossero inamovibili, a coprirli con teli di plastica e zanzariere e ad inserirvi filamenti di rame. Nelle piccole fontane da giardino, inoltre, è consigliabile introdurre pesci larvivori, quali i pesci rossi.
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