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In maschera sicuri
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La sicurezza non è uno scherzo. Nei giorni del Carnevale, l’Uni, Ente Nazionale Italiano di Unificazione, mette in guardia dai possibili rischi nell’uso di travestimenti, costumi e maschere, fornendo alcuni consigli “tecnici” per scegliere prodotti sicuri.
Due norme tecniche volontarie, UNI EN 71-1 e UNI EN 71-2, aiutano proprio ad identificare alcuni possibili rischi e propongono le misure adatte a prevenirli.
Nell’utilizzo di maschere è possibile incorrere nel rischio di soffocamento, soprattutto nei bambini. Per evitare questo rischio, quelle che coprono integralmente il volto devono essere realizzate in materiale impermeabile e per evitare qualunque rischio di soffocamento devono avere un’apertura di almeno 1300 millimetri quadrati di superficie (per esempio una fessura alta 1 centimetro e larga 13) oppure due fori di superficie equivalente (cioè con un diametro di circa 3 centimetri) distanti l’uno dall’altro almeno 15 centimetri.
Le norme tecniche prevedono che per quanto riguarda il rischio di danneggiamento degli occhi, le maschere non devono avere bordi taglienti, punte acuminate, parti libere.
Nelle maschere a norma queste caratteristiche devono permanere anche dopo che la maschera è stata sottoposta alle prove di torsione, trazione, resistenza alla caduta, resistenza all’urto, compressione.
Sulle maschere che simulano strumenti di protezione “veri” come i caschi da moto, gli elmi dei vigili del fuoco e gli elmetti da lavoro, per evitare che ne venga fatto un uso improprio da parte dei bambini, deve essere chiaramente riportata (anche sull’imballaggio) l’avvertenza “Attenzione! Questo è un giocattolo. Non fornisce protezione”.
L’altro rischio delle maschere -ma soprattutto dei costumi di carnevale veri e propri, delle parrucche, delle barbe e dei baffi finti- è quello dell’infiammabilità. Le norme UNI vietano l’uso di materiali fortemente infiammabili come la celluloide e i materiali pelosi che - all’avvicinarsi di una fiamma- producono l’effetto fiammata.
La sicurezza non è uno scherzo. Nei giorni del Carnevale, l’Uni, Ente Nazionale Italiano di Unificazione, mette in guardia dai possibili rischi nell’uso di travestimenti, costumi e maschere, fornendo alcuni consigli “tecnici” per scegliere prodotti sicuri.
Due norme tecniche volontarie, UNI EN 71-1 e UNI EN 71-2, aiutano proprio ad identificare alcuni possibili rischi e propongono le misure adatte a prevenirli.
Nell’utilizzo di maschere è possibile incorrere nel rischio di soffocamento, soprattutto nei bambini. Per evitare questo rischio, quelle che coprono integralmente il volto devono essere realizzate in materiale impermeabile e per evitare qualunque rischio di soffocamento devono avere un’apertura di almeno 1300 millimetri quadrati di superficie (per esempio una fessura alta 1 centimetro e larga 13) oppure due fori di superficie equivalente (cioè con un diametro di circa 3 centimetri) distanti l’uno dall’altro almeno 15 centimetri.
Le norme tecniche prevedono che per quanto riguarda il rischio di danneggiamento degli occhi, le maschere non devono avere bordi taglienti, punte acuminate, parti libere.
Nelle maschere a norma queste caratteristiche devono permanere anche dopo che la maschera è stata sottoposta alle prove di torsione, trazione, resistenza alla caduta, resistenza all’urto, compressione.
Sulle maschere che simulano strumenti di protezione “veri” come i caschi da moto, gli elmi dei vigili del fuoco e gli elmetti da lavoro, per evitare che ne venga fatto un uso improprio da parte dei bambini, deve essere chiaramente riportata (anche sull’imballaggio) l’avvertenza “Attenzione! Questo è un giocattolo. Non fornisce protezione”.
L’altro rischio delle maschere -ma soprattutto dei costumi di carnevale veri e propri, delle parrucche, delle barbe e dei baffi finti- è quello dell’infiammabilità. Le norme UNI vietano l’uso di materiali fortemente infiammabili come la celluloide e i materiali pelosi che - all’avvicinarsi di una fiamma- producono l’effetto fiammata.
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