Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Crea PDF

Metalmeccanica: i rischi professionali dei fluidi lubrorefrigeranti

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Industria

30/04/2010

I fluidi lubrorefrigeranti sono molto utilizzati nell’industria metalmeccanica. I rischi dovuti al contatto con gli olii da taglio, gli agenti chimici pericolosi, le principali misure di prevenzione e i rischi da inquinamento microbico.

google_ad_client

Il campo di applicazione degli olii lubrificanti è molto ampio, se ne fa ad esempio uso nei motori e nell’industria metalmeccanica.
In particolare i fluidi lubrorefrigeranti (FLR) vengono usati nella lavorazione dei metalli per ridurre l’attrito tra le superfici e disperdere il calore prodotto.

Ma quali sono i rischi nell’uso di questi liquidi? E quali le misure di prevenzione più idonee?
A queste domande possono rispondere due documenti tratti dagli atti - pubblicati dall’Inail - del sesto seminario di aggiornamento dei professionisti Contarp (Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione).




Il primo documento si intitola “Olii lubro-refrigeranti: aspetti igienistico-prevenzionali nelle lavorazioni di asportazione di truciolo” ed è stato presentato da M.R. Fizzano e E.  Incocciati (INAIL – Direzione Generale – Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione).

Gli autori indicano che “la produzione di manufatti metallici tramite lavorazioni per asportazione di truciolo comporta un larghissimo impiego di olii lubrorefrigeranti, normalmente additivati con numerose sostanze chimiche che, durante la lavorazione alle macchine utensili, possono costituire fonte di esposizione ad agenti tossici, anche cancerogeni”.
In particolare l’esposizione professionale i questo comparto è dovuta soprattutto al contatto cutaneo.

Nell’intervento sono presi in considerazione “gli olii da taglio interi, ossia olii per la lavorazione dei metalli tramite asportazione di truciolo nel caso siano richieste prevalentemente proprietà lubrificanti nel contatto utensile-pezzo in lavorazione, e olii da taglio emulsionabili, utilizzati, al pari di quelli interi, nelle operazioni di asportazione di truciolo, ma più solubili e quindi adatti nel caso siano richieste proprietà raffreddanti (conferite dalla presenza di acqua)”.
E le macchine oggetto di questo studio sono quelle che provvedono all'asportazione meccanica di materiale a partire da un pezzo di metallo od alla rifinitura di un manufatto. Ad esempio le fresatrici, le foratrici, i torni, le alesatrici, le alesatrici-fresatrici.
Se ai fini dell’esposizione ai FLR “il ciclo può essere considerato ‘chiuso’ per quanto riguarda l’esposizione inalatoria”, può “avere importanza l’assorbimento cutaneo se i pezzi in lavorazione vengono manipolati senza opportuni DPI”: si può realizzare un “contatto diretto” con l’olio “anche quando sia necessario pulire l’utensile o intervenire su di esso per operazioni di manutenzione ordinaria o straordinaria”.
Ma possono essere una fonte di esposizione per contatto cutaneo “anche le nebbie d’olio aerodisperse che si formano per effetto della velocità con cui lavora l’utensile e per la condensazione di vapori generati dalle alte temperature in gioco”.

In particolare il rischio per la salute derivante dall’esposizione a olii lubrorefrigeranti “è legato:
- “ai procedimenti di raffinazione a cui l’olio è stato sottoposto;
- agli additivi che vengono aggiunti all’olio base;
- alle modalità con cui viene utilizzato e alle misure di protezione che vengono adottate”.

Tra gli agenti chimici che possono rappresentare fonte di rischio troviamo gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), “classe di composti considerata il principale fattore di rischio legato all’uso degli olii lubro-refrigeranti in quanto cancerogeni”, ma anche i policlorobifenili (PCB), metalli (piombo, nichel, cromo ecc.), B (a) P (benzo, a – pirene) e nitrosammine.
Infine - come approfondito dal prossimo intervento - “è possibile lo sviluppo di una flora batterica pericolosa che può causare dermatiti, allergie, patologie respiratorie, ecc.”.

Rimandandovi alla lettura del documento, che affronta anche gli effetti sulla salute associati con l’esposizione ad olii lubrorefrigeranti, ricordiamo che “nelle lavorazioni con macchine utensili la scelta dell’impianto di aspirazione e di diluizione degli inquinanti aerodispersi” rappresenta un’importante priorità tra le misure preventive.
L’impianto deve essere efficiente ed efficace e bisogna tener conto della qualità dell’olio impiegato: “quanto più l’olio si rivela pericoloso per la salute degli operatori tanto più sarà necessario preferire le cappe avvolgenti alle cappe esterne quali terminali di aspirazione”.
Gli autori offrono anche altri consigli di prevenzione, ad esempio in merito alla “possibilità di schermare completamente le macchine di lavorazione” o all’uso di nuove tecnologie di processo come la “lubrificazione minimale”, impiegata in alternativa ai processi di taglio mediante inondazione con il fluido.

Un breve cenno anche al documento “Fluidi lubrorefrigeranti e rischio microbiologico nel settore metalmeccanico: risultati preliminari”, a cura di E. Guerrera (INAIL – Direzione Regionale Umbra - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione) e di O. Guarrera e  L. Pitzurra (Università degli Studi di Perugia - Dipartimento di Medicina Sperimentale e Scienze Biochimiche, Sezione di Microbiologia).

In relazione alla possibilità che i FLR possano “essere contaminati da microrganismi” che provocano patologie respiratorie e dermatologiche, è stata svolta una ricerca con campionamenti microbiologici in 7 ditte del territorio umbro.

I dati microbiologici ottenuti con campionamenti attivi e passivi “evidenziano come, all’interno delle aziende, la presenza di olio da taglio produca un significativo aumento dell’inquinamento microbico totale”.
In particolare si è evidenziato che nel “67% dei dati analizzati, in presenza di macchine che utilizzano olio da taglio, la carica microbica totale è significativamente superiore a quanto rilevato negli uffici”. In particolare anche la “carica fungina media nella zona macchine con oli risulta essere maggiore nella zona macchine con oli rispetto agli altri siti all’interno degli opifici”.
Anche i “campionamenti passivi evidenziano un maggior inquinamento microbico nella zona produttiva delle aziende: le cariche microbiche totali nelle zone macchine con olio e senza olio superano infatti il valore soglia IMA”(indice microbiologico dell’aria), mentre negli uffici tale valore non viene mai superato.

L’intervento si conclude ricordando che per “minimizzare il rischio di crescita batterica nei FLR e limitare l’emissione di bioareasol nell’ambiente sarà necessario attuare nelle ditte monitorate delle procedure che richiedano una accurata pulizia dei serbatoi durante il cambio dell’olio da taglio”.
Inoltre a causa “dell’affinità della microflora alla fase acquosa, sarebbe necessario utilizzare biocidi con un appropriato coefficiente di ripartizione tra fase acquosa e oleosa”.
    


Olii lubro-refrigeranti: aspetti igienistico-prevenzionali nelle lavorazioni di asportazione di truciolo”, a cura di M.R. Fizzano e E.  Incocciati (INAIL – Direzione Generale – Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione), tratto dagli atti del sesto seminario di aggiornamento dei professionisti Contarp (formato PDF, 266 kB).

Fluidi lubrorefrigeranti e rischio microbiologico nel settore metalmeccanico: risultati preliminari”, a cura di E. Guerrera (INAIL – Direzione Regionale Umbra - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione) e di O. Guarrera e  L. Pitzurra (Università degli Studi di Perugia - Dipartimento di Medicina Sperimentale e Scienze Biochimiche, Sezione di Microbiologia), tratto dagli atti del sesto seminario di aggiornamento dei professionisti Contarp (formato PDF, 199 kB).
 



Creative Commons License Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.

Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

Pubblica un commento

Rispondi Autore: D' angelo Stefano - likes: 0
25/03/2011 (18:41:07)
chiedo se esiste un tipo di olio per lubrificare parte di ferro che a contatto con la pelle non porta nessuna problematica anche se viene usato periodicamente grazie.
Rispondi Autore: Francesco Esposito - likes: 0
02/10/2015 (22:07:53)
Lavoro da più di 10 anni vicino ad una fresatrice quindi ha diretto contatto con olio da taglio e all' improviso ho preso la dermatite allergica ora mi chiedevo se devo cambiare lavoro o se ce un altra soluzione ????
Rispondi Autore: Fabio Maini - likes: 0
25/02/2016 (21:27:45)
Lavoro in un'azienda metalmeccanica da 28 anni e negli ultimi tempi siamo già in 4 ad avere problemi dermatologici. Quando sono in ferie d'estate ho un regresso della dermatite, ma non sò se sia dovuto alla presenza solare in agosto.
Autore: Andrea Ventriglia
17/01/2018 (10:45:24)
Buongiorno sig. Maini,
esistono diversi oli lubrorefrigeranti, ciò da cui può dipendere o meno la sua allergia, è la presenza di alcune sostanze contenute dall'olio. Esistono prodotti più "innocui", ugualmente efficaci, ma più costosi. La soluzione sarebbe quella di andare su quelli di quest'ultimo tipo.
Rispondi Autore: Paolo Anselmi - likes: 0
28/11/2018 (16:08:17)
Buongiorno,
è da oltre 10 anni che lavoro con oli sia interi che emulsionabili; volevo precisare che la presenza di alcune sostanze pericolose contenute nell'olio è ormai pressoché nulla! e con questo mi riferisco ad Ammine, formaldeide, cloro e boro.
Bisogna tener particolare attenzione alle schede di sicurezza dei prodotti utilizzati ed alla presenza di etichettature. I cosi detti prodotti "innocui" sicuramente più costosi, non sono necessariamente l'alternativa unica ed adatta!
Bisogna comunque esser responsabili e lavorare sempre con DPI idonei!!
Rispondi Autore: Giacinto D'Antonio - likes: 0
10/01/2020 (06:48:12)
Buongiorno lavoro da 29 anni su macchine utensili, sempre a contatto con oli emulsionanti e soprattutto continuamente a respirare la nebulizzazione degli stessi, è quasi un anno che ho tosse, mi parte dai polmoni ed è stizzosa, a volte si stringe la gola e soprattutto dalla RX non è emerso nulla, il medico di fabbrica me la aveva prescritto per sospetta pleurite, oggi invece gli esami ematici presentano un enzima alterato , si chiama colinesterasi, dovrebbe stare tra 4000/11000 e sta a quasi 15000, ho letto che si altera soprattutto nei soggetti che lavorano a stretto contatto e inalando pesticidi uso agricolo ( non ho campagna) e per chi lavora in un azienda chimica, io lavoro in una azienda di costruzione aeronautica e lavoro alluminio prevalentemente e titanio, potrebbe essere riconducibili questi miei malanni a quanto sopra citato?
Grazie Giacinto
Rispondi Autore: michele de girolamo - likes: 0
20/05/2020 (00:27:24)
e da anni che mi è stata diagnosticata una dermatite seborroica.....a volte trattata shampo e crema va via e poi torna.....ultimamente mi è stata diagnosticato sospetto epidemiliomi .....ho fatto intervento chirurgico e sono in attesa di esito istologico. questo può essere causato dal vapore dell'emulsionabile acqua e olio da taglio e a volte mi cadono delle gocce di emulsionabile in testa quando provvedo a cambiare inserti agli utensili. il tutto si è manifestato con forte prurito e dolore alla nuca..grazie è gradita risposta
Rispondi Autore: Ferrari carlo - likes: 0
05/11/2021 (11:32:56)
Buongiorno lavoro da 25 anni su un centro di lavoro dove da diversi anni per le mancate manutenzioni olio lubrificante (vactra) finisce nella vasca dell’acqua lubrorefrigeranti mischiandosi , ormai soffro di blefarite , vorrei sapere se esistono degli esami specifici per sapere il mio stato di salute , soprattutto se sto inalando idrocarburi , grazie.

Pubblica un commento

Banca Dati di PuntoSicuro


Altri articoli sullo stesso argomento:


Forum di PuntoSicuro Entra

FORUM di PuntoSicuro

Quesiti o discussioni? Proponili nel FORUM!