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INFORTUNI IN CALO, MA NON PER LE DONNE
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Un cauto ottimismo è stato manifestato dall’Inail nella presentazione ieri a Roma dei primi dati provvisori sull’andamento infortunistico in Italia nel 2005.
Le denunce di infortunio relative al 2005, presentate entro il 20 marzo 2006, sono state quasi 940mila; circa 27mila in meno dell’anno precedente, con un calo del 2,8%. Il dato non è definitivo, “ma si prevede – precisa l’Inail - comunque una flessione non inferiore a 2,5 punti percentuali, con un bilancio 2005 che chiude meglio del biennio precedente (-1,6% nel 2003 e -1,1% nel 2004).”
Il dato conferma la tendenza degli ultimi anni del ridimensionamento del fenomeno infortunistico. “Nel quinquennio 2001-2005 gli infortuni sono calati complessivamente dell’8,2%: un miglioramento ancora più significativo data la crescita occupazionale registrata dall’Istat (Rilevazione forze di lavoro) nello stesso periodo: +4,4%. – precisa l’Inail in una nota - Tecnicamente è lecito quindi valutare una riduzione reale del fenomeno infortunistico nella misura del 12% circa.”
In controtendenza con il dato generale è quello relativo alle lavoratrici. Su 4 lavoratori infortunati, uno è donna. Se per i lavoratori il calo degli infortuni è stato pari al 4%, per le donne, invece, si registra un lieve aumento (+0,5%), “in perfetta linea - precisa l’Inail - con l’incremento dell’occupazione femminile rilevato dall’Istat proprio nella misura dello 0,5%.”
Un dato significativo, sebbene provvisorio, riguarda l’andamento infortunistico dei lavoratori extracomunitari. Nel 2005, infatti, si è rilevato un calo rispetto al 2004 che, allo stato attuale, risulta pari per gli infortuni in complesso a -2,9% (113.553 casi contro 116.905), mentre per i casi mortali si è scesi a 142 denunce contro le 174 del 2004.
Nel quadriennio precedente si era assistito, invece, ad una costante crescita degli infortuni sul lavoro occorsi a extracomunitari.
Tuttavia per i lavoratori extracomunitari si evidenzia una maggiore frequenza infortunistica; tale dato, secondo l’Inail “è riconducibile al fatto che notoriamente i lavoratori extracomunitari sono occupati, in prevalenza, nei settori a maggior rischio dell’industria manifatturiera, delle costruzioni e dell’agricoltura e presentano livelli di formazione, di specializzazione e di esperienza generalmente inferiori a quelli dei lavoratori italiani.”
Le denunce di infortunio relative al 2005, presentate entro il 20 marzo 2006, sono state quasi 940mila; circa 27mila in meno dell’anno precedente, con un calo del 2,8%. Il dato non è definitivo, “ma si prevede – precisa l’Inail - comunque una flessione non inferiore a 2,5 punti percentuali, con un bilancio 2005 che chiude meglio del biennio precedente (-1,6% nel 2003 e -1,1% nel 2004).”
Il dato conferma la tendenza degli ultimi anni del ridimensionamento del fenomeno infortunistico. “Nel quinquennio 2001-2005 gli infortuni sono calati complessivamente dell’8,2%: un miglioramento ancora più significativo data la crescita occupazionale registrata dall’Istat (Rilevazione forze di lavoro) nello stesso periodo: +4,4%. – precisa l’Inail in una nota - Tecnicamente è lecito quindi valutare una riduzione reale del fenomeno infortunistico nella misura del 12% circa.”
In controtendenza con il dato generale è quello relativo alle lavoratrici. Su 4 lavoratori infortunati, uno è donna. Se per i lavoratori il calo degli infortuni è stato pari al 4%, per le donne, invece, si registra un lieve aumento (+0,5%), “in perfetta linea - precisa l’Inail - con l’incremento dell’occupazione femminile rilevato dall’Istat proprio nella misura dello 0,5%.”
Un dato significativo, sebbene provvisorio, riguarda l’andamento infortunistico dei lavoratori extracomunitari. Nel 2005, infatti, si è rilevato un calo rispetto al 2004 che, allo stato attuale, risulta pari per gli infortuni in complesso a -2,9% (113.553 casi contro 116.905), mentre per i casi mortali si è scesi a 142 denunce contro le 174 del 2004.
Nel quadriennio precedente si era assistito, invece, ad una costante crescita degli infortuni sul lavoro occorsi a extracomunitari.
Tuttavia per i lavoratori extracomunitari si evidenzia una maggiore frequenza infortunistica; tale dato, secondo l’Inail “è riconducibile al fatto che notoriamente i lavoratori extracomunitari sono occupati, in prevalenza, nei settori a maggior rischio dell’industria manifatturiera, delle costruzioni e dell’agricoltura e presentano livelli di formazione, di specializzazione e di esperienza generalmente inferiori a quelli dei lavoratori italiani.”
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