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Sistema di gestione: come identificare correttamente i pericoli?

Sistema di gestione: come identificare correttamente i pericoli?
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Valutazione dei rischi

13/10/2022

Le linee di indirizzo SGI – AE per un sistema di gestione integrato nelle aziende del settore energia e petrolio. Focus sull’identificazione dei pericoli in materia di salute e sicurezza. Gli obiettivi e i fattori da considerare.

 

Roma, 13 Ott – All’interno di un sistema di gestione la pianificazione è un processo continuo che, secondo il contesto e l’evoluzione dei processi lavorativi dell’organizzazione che lo adotta, determina i rischi e le opportunità declinando gli obiettivi del sistema, le azioni necessarie, le risorse e i ruoli e responsabilità per il loro raggiungimento.

 

A ricordarlo e a fornire alcune indicazioni sulle attività che fanno parte di questo processo continuo è il documento “ Linee di indirizzo SGI – AE. Sistema di gestione integrato salute sicurezza ambiente aziende energia”, aggiornato nel 2021 per la migrazione alla norma tecnica UNI ISO 45001:2018 e realizzato dalla Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione (Contarp) e dal Dipartimento di innovazione tecnologica (DIT) dell’ Inail.

 

Dopo aver parlato, in precedenti articoli, degli obiettivi di un sistema di gestione integrato e della conoscenza del contesto dell’organizzazione, ci soffermiamo oggi su una delle più importanti attività del processo di pianificazione: l’identificazione dei pericoli in materia di salute e sicurezza.

 

Nell’articolo ci soffermiamo sui seguenti argomenti:


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SGI: l’identificazione continua e proattiva dei pericoli

Il documento indica che l’attività di identificazione dei pericoli in materia SSL serve a “identificare i pericoli in maniera continua anticipandone la comparsa, le tendenze e i cambiamenti in ottica proattiva”. E l’obiettivo è, dunque, quello di “stabilire, attuare e mantenere uno o più processi necessari per l’identificazione continua e proattiva dei pericoli”.

 

 

Si indica che a tal fine è necessario “considerare i fattori all’interno e all’esterno dell’organizzazione che determinano situazioni di pericolo, il loro evolversi e la possibilità che se ne possano presentare nuove anche in relazione ai cambiamenti”. Ed elementi utili alla definizione di questi processi “possono essere desunti dall’analisi degli incidenti accaduti, compresi quelli rilevanti, sia interni che esterni all’organizzazione nonché dallo studio delle emergenze affrontate determinando le cause che le hanno generate”.

 

Le linee di indirizzo SGI-AE ricordano poi che “la norma individua una serie di fattori da considerare e analizzare precisando che comunque la lista non è esaustiva” e, dunque, l’organizzazione non deve limitarsi a tale elenco, ma deve “effettuare un’analisi completa, considerando il campo di applicazione del sistema di gestione Ssl, le parti interessate ed il contesto, analizzando tutte le attività e le situazioni di routine e non di routine”.

 

L’identificazione dei pericoli: i fattori da prendere in considerazione

In particolare, si segnala che i fattori che devono comunque essere “presi in considerazione sono:

  • organizzazione del lavoro (anche in funzione delle esigenze, delle capacità dei lavoratori, dei contratti, es. carico di lavoro, ore di lavoro, turni…), leadership e cultura nell’organizzazione;
  • fattori sociali ( differenze di genere, gravidanza, provenienza, lingua, comportamenti umani, vessazioni, molestie, intimidazioni…); 
  • infrastrutture, attrezzature, materiali, sostanze (fornite sia dall’organizzazione sia da terzi);
  • luoghi di lavoro (strutturazione, condizioni ambientali, vie di circolazione, microclima…);
  • progettazione delle aree di lavoro, dei processi, delle installazioni, delle macchine/ attrezzature, delle procedure operative;
  • progettazione di prodotti e servizi, ricerca, sviluppo, collaudo, produzione, assemblaggio, costruzione, erogazione di servizi, manutenzione e smaltimento;
  • fattori umani (attitudini, limitazioni/handicap, interfacce uomo-macchina-processi- sistemi, ergonomia, interazione/impatto con l’ambiente, interferenza con altre attività e con l’organizzazione…);
  • modalità di esecuzione del lavoro (in quota, su strada, in cantiere, in ambienti confinati/ristretti/inquinati, off/on-shore, su nave…);
  • situazioni di emergenza e potenziale emergenza (incendio, calamità naturali, disordini civili anche in altro luogo in cui i lavoratori svolgono attività associate al lavoro);
  • persone, in particolare:
    • coloro che hanno accesso al luogo di lavoro (inclusi appaltatori, clienti, visitatori e altre persone) comprese le loro attività;
    • coloro che si trovano nelle vicinanze del luogo di lavoro che potrebbero essere influenzati dalle attività dell’organizzazione (es. passanti, vicini, cantieri…);
    • lavoratori in un luogo non sotto il controllo diretto dell’organizzazione (es. lavoratori senza postazione fissa, lavoratori su strada, lavoratori che viaggiano come autisti, personale dell’assistenza operante presso un sito di cui l’azienda non ha la disponibilità giuridica);
    • lavoratori a domicilio (telelavoro) o comunque operanti fuori dall’azienda (smartworking);
  • situazioni nelle vicinanze del posto di lavoro dovute ad attività correlate al lavoro sotto il controllo dell’organizzazione (es. interferenze tra le attività interne e gli appaltatori);
  • situazioni non sotto il controllo dell’organizzazione, nelle vicinanze del posto di lavoro che possono causare lesioni e malattie a persone sul luogo di lavoro (fonti esterne di pericolo);
  • cambiamenti temporanei, permanenti o proposti nell’organizzazione, nelle attività operative, nei processi nel sistema di gestione per la HSE” (Health Safety Environment, cioè salute, sicurezza e ambiente);
  • “cambiamenti sulle conoscenze e sulle informazioni riguardanti i pericoli, reperibili e analizzabili attraverso la consultazione ed il feedback dei lavoratori, con il supporto della letteratura tecnica e scientifica, tramite il riesame dell’esperienza operativa dell’organizzazione e lo scambio di conoscenze e di informazioni tra aziende operanti nel medesimo ambito”.

 

L’identificazione dei pericoli e dei rischi: la scelta delle metodologie

Andando più nel dettaglio delle attività si segnala che l’identificazione dei pericoli e la valutazione dei rischi e delle opportunità “devono prendere in considerazione le attività routinarie e non e lo stress correlato al lavoro; le attività di tutte le persone all’interno dello stabilimento compresi gli appaltatori, visitatori ecc.; i comportamenti umani, capacità personale, i lavori in ambienti confinati, fattori psicologici ed altri fattori umani critici (es. lavoro notturno, in locali chiusi ecc.); i pericoli derivanti dalle attività che si svolgono nelle vicinanze del posto di lavoro o all’esterno”.

 

In particolare l’analisi e la valutazione del rischio “devono essere condotte con metodologie di lavoro standardizzate e definite a priori sia per la modalità applicativa che per il metodo di valutazione. L’analisi e la relativa valutazione devono essere aggiornate ad intervalli prestabiliti ed ogni volta che intervengono cambiamenti significativi nel processo/prodotti/organizzazione. Il metodo di analisi dei rischi deve essere basato su criteri oggettivi di identificazione dei rischi includendo l’esame dei rischi nelle condizioni di normale esercizio, anomalia ed emergenza”.

 

Il documento sottolinea infine che, nell’ambito del processo di pianificazione, l’identificazione dei pericoli, la valutazione dei rischi e delle opportunità per la SSL, “devono avvenire tramite: 

  • analisi di contesto;
  • identificazione sistematica degli aspetti di salute e sicurezza collegati a impianti, processi, attività, organizzazione del lavoro e ai materiali che sono utilizzati o prodotti;
  • valutazione dei rischi connessi con gli aspetti salute e sicurezza identificati, assegnando loro un ordine di priorità;
  • identificazione di misure idonee atte a prevenire, eliminare e mitigare i rischi connessi con gli aspetti di salute e sicurezza identificati secondo l’approccio seguente:
    • eliminazione dello specifico rischio, ove possibile;
    • riduzione degli specifici rischi ad un livello accettabile;
    • accettazione del rischio residuo sulla base di analisi e dimostrazioni di conformità con i criteri di accettabilità adottati;
  • definizione delle priorità di intervento;
  • valutazione dell’efficacia delle misure implementate.

 

Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale delle Linee di indirizzo SGI-AE, che, lo ricordiamo, hanno carattere volontario e sono rivolte alle aziende del settore Energia-Petrolio. Nel testo, riguardo all’attività di identificazione dei pericoli, sono riportate ulteriori indicazioni relative a:

  • documentazione di riferimento
  • ruoli e responsabilità
  • valutazione delle prestazioni.

 

RTM

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione Inail, Dipartimento DIT Inail, “ Linee di indirizzo SGI – AE. Sistema di gestione integrato salute sicurezza ambiente aziende energia”, a cura di Paolo Fioretti e Giambattista Zarrelli (Contarp Inail), Fabio Pera (DIT, Inail), Daniele Evaristo (Confindustria Energia), Donatella Giacopetti (Unem), Gianfranco Peiretti (IPLOM), Marco Lupi (Uiltec UIL), Stefano Ruvolo e Antonio Ingallinesi (Femca CISL), Domenico Celiento, Fabrizio Fantò e Stefano Pessina (Eni), Collana Salute e sicurezza, edizione 2021 (formato PDF, 4.03 MB).

 

 

 

Vai all’area riservata agli abbonati dedicata a “ Linee di indirizzo SGI – AE: aziende energia”.

 

 

Leggi gli altri articoli di PuntoSicuro su SGSL, Modelli organizzativi, decreto 231

 


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