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Cantieri sicuri: indicazioni per i committenti

Cantieri sicuri: indicazioni per i committenti
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Valutazione dei rischi

20/12/2017

Informazioni concrete sulla sicurezza per i committenti di cantieri edili: pianificazione dei lavori di costruzione, rischio cadute dall’alto, dispositivi di sicurezza e parapetti.


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Per garantire il più possibile la sicurezza sul lavoro e la tutela della salute, occorre una collaborazione ottimale di tutti gli addetti ai lavori. Suva ha pubblicato un riepilogo di informazioni concrete sulle singole figure professionali (Committenti/investitori, Progettisti/direttori dei lavori, Imprenditori/datori di lavoro, Lavoratori).

 

Committenti/investitori

Pianificazione dei lavori di costruzione

I committenti e gli investitori richiedono ai propri partner una pianificazione sistematica della sicurezza. Entrambi possono contribuire in modo decisivo alla sicurezza sui cantieri, incaricando i progettisti di tener conto sistematicamente degli aspetti concernenti la sicurezza sul lavoro e la tutela della salute. In questi casi è utile la lista di controllo della Suva:

 

SUVA - Lista di controllo per l'organizzazione del progetto (PDF, 0.7 MB)

 

Montaggio e manutenzione di impianti solari

I proprietari dell'opera sono corresponsabili della sicurezza per i lavori sugli impianti solari.

Gli impianti solari vengono spesso installati su tetti che presentano un'elevata altezza, quindi i lavori necessari per il loro montaggio e la manutenzione comportano un notevole rischio di infortunio. Protezioni anticaduta, dispositivi di protezione e accessi sicuri consentono di evitare tali infortuni.

 

Per saperne di più leggi l’articolo:

Il rischio caduta e il montaggio e manutenzione di impianti solari

 

Dispositivi di ancoraggio sui tetti

-I dispositivi di protezione collettiva, ad es. ponteggi per facciate, parapetti e reti di sicurezza, hanno la priorità assoluta rispetto a quelli di protezione individuale (imbracature di sicurezza).

-Se non è possibile adottare misure di protezione collettiva, occorre rivolgersi a uno specialista in sistemi di protezione individuale (dispositivi di ancoraggio).

-Per fissare i dispositivi di protezione individuale (DPI) bisogna utilizzare sistemi di ancoraggio certificati.

 

Lavorare sui tetti

Chi lavora sui tetti va incontro a numerosi pericoli: cadute dal bordo del tetto, cadute per sfondamento, cadute attraverso aperture o per scivolamento, anche su tetti con pendenze esigue.

Si deve tener conto di questi pericoli già in fase di progettazione dell'edificio. I sistemi di protezione collettiva (ad es. i ponteggi) sono prioritari rispetto ai dispositivi di protezione individuale (DPI anticaduta).

 

Dispositivi di ancoraggio

I dispositivi di ancoraggio sui tetti servono a fissare i dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto. Sono costituiti da diversi elementi e comprendono uno o più punti di ancoraggio fissi o mobili. Questi dispositivi costituiscono il collegamento con la struttura portante o con il tetto.

 

Progettare i dispositivi di ancoraggio

L’allestimento dei dispositivi di ancoraggio sui tetti spetta agli specialisti. Infatti, per pianificare questi dispositivi bisogna considerare vari aspetti come la geometria del tetto, l’estensione dell’area da mettere in sicurezza e le esigenze dei futuri utenti. Occorre inoltre fare in modo che i lavori di manutenzione e riparazione possano essere svolti in condizione di sicurezza.

Pertanto, anche gli edifici già presenti devono essere adeguati di conseguenza. L'opuscolo «Progettare i dispositivi di ancoraggio sui tetti» fornisce tutte le informazioni utili per pianificare i dispositivi di ancoraggio.

Leggi l’articolo Edilizia: come progettare idonei dispositivi di ancoraggio sui tetti

 

Lucernari «resistenti alla rottura»

I lucernari possono essere molto pericolosi. Gli imprenditori, i progettisti, i direttori dei lavori o i proprietari di un'opera devono sempre adottare adeguate misure di sicurezza anche in caso di lucernari apparentemente «resistenti alla rottura».

  • Purtroppo si registrano regolarmente gravi infortuni a causa di persone che cadono attraverso i lucernari.
  • Sul concetto di «resistente alla rottura» c'è purtroppo molta confusione.
  • In genere nessun costruttore può rilasciare una garanzia a lungo termine sulla resistenza alla rottura dei lucernari in materiale plastico.

 

Lucernari «resistenti alla rottura»: a volte una trappola mortale

Al giorno d'oggi sia i tetti piani sia i tetti spioventi sono sempre più utilizzati. Spesso diventano terrazze-giardino, servono da bacini di ritenzione per l'acqua piovana oppure vi vengono installati impianti solari o termo-idraulici. In altre parole, i tetti diventano sempre più spesso superfici di calpestio. Questa situazione aumenta il rischio che una persona cada nel vuoto attraverso un lucernario non messo in sicurezza.

 

Cosa significa «resistente alla rottura»?

Su questo termine c'è purtroppo parecchia confusione. Molti committenti si aspettano che un lucernario «resistente alla rottura» lo sia veramente per tutta la durata di utilizzo del tetto. La maggior parte dei costruttori non può però rilasciare una garanzia a lungo termine sulla resistenza alla rottura dei lucernari in materiale plastico. Nella maggior parte dei casi la «resistenza alla rottura» è garantita solo per la durata della posa in opera, informazione che spesso è indicata in caratteri molto piccoli. I lucernari in materiale plastico devono pertanto essere messi in sicurezza con ulteriori dispositivi.

 

Da ricordare!

  • Per lucernari si intendono tutti gli elementi di costruzione translucidi posati sui tetti, come ad esempio cupole e lastre translucide, lucernari e «shed» in vetro.
  • Sia i lucernari in materiale plastico (acrilico, policarbonato ecc.) sia quelli in vetro non resistente alla rottura non garantiscono una resistenza alla rottura a lungo termine.
  • I lucernari vanno messi in sicurezza mediante sistemi di protezione collettiva (ad es. griglie interne o esterne, parapetti ecc.).
  • Per i lavori di manutenzione a lucernario aperto bisogna predisporre adeguati punti di ancoraggio per le imbracature o le linee di vita (secondo la norma EN 795).
  • In assenza di un dispositivo di protezione collettiva, i lucernari da sostituire o riparare devono essere messi in sicurezza su tutta la superficie dell'apertura.
 

Quando bisogna mettere in sicurezza i lucernari con un dispositivo di protezione collettiva?

  • Un lucernario va sempre messo in sicurezza nei seguenti casi:
  • La zona dell'edificio dove sono presenti i lucernari è liberamente accessibile a terzi.
  • Sul tetto si trovano installazioni tecniche (impianto di ventilazione ecc.) che necessitano di regolare manutenzione (almeno una volta l'anno).
  • Il tetto è provvisto di una copertura a verde intensivo o estensivo.
  • Sul tetto sono presenti dei pannelli solari.
  • Nella zona dell'edificio dove sono presenti i lucernari le vie di circolazione non sono state messe in sicurezza (pericolo che le vie di circolazione non siano visibili di notte e con la neve).

 

Parapetti: una questione di altezza

I parapetti sono un'efficace protezione contro le cadute nel vuoto. Ma quanto deve essere alto un parapetto? La risposta a questa domanda è contenuta nelle seguenti norme di legge relative a cantieri, edifici, impianti e macchinari.

  • I parapetti sono un'efficace protezione contro le cadute dall'alto.
  • Le prescrizioni relative all'altezza possono variare a seconda del fatto che i parapetti siano installati su un cantiere, in un edificio, in vie di circolazione interne aziendali, su impianti e macchinari, in vie pubbliche, piazze, strade e ponti stradali.
  • Ci sono varie disposizioni da rispettare.

 

Fonte: SUVA

 


 



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