La dimensione sociale della sostenibilità: gli strumenti e le sfide future
Roma, 22 Dic – Non è da molti anni che si parla di sostenibilità d’impresa, cioè dell’impegno concreto di un’azienda “nell’adottare un modello di business che non solo contempli obiettivi di performance ma, in una visione di gestione strategica e allargata di ‘governance’ con i propri stakeholder, sia anche orientato alla tutela dell’ambiente, al benessere sociale e a una economia sostenibile”. In particolare, ad orientare l’attenzione sui principi di sostenibilità nelle strategie aziendali sono stati i cambiamenti che “il modello della responsabilità sociale d’impresa ha determinato nelle realtà produttive a partire dal 2001”. E “superando l’approccio etico, volontario e di mero profitto in termini finanziari, la sostenibilità d’impresa si è inserita nel tempo in una prospettiva strategicamente più ampia della catena del valore, creando un ‘valore condiviso’ e incoraggiando occasioni di sviluppo per l’impresa stessa, per i propri stakeholder e per la società”.
A parlare in questi termini della sostenibilità in ambito aziendale è un recente fact sheet, una scheda informativa prodotta dal Dipartimento Inail di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila).
Il documento - dal titolo “La sostenibilità d'impresa nel mondo del lavoro che cambia” e a cura di F. Grosso, C. Colagiacomo, V. Manni, S. Stabile, G. Bracaletti – ricorda che sono ormai molti gli strumenti normativi e i documenti programmatici, a livello internazionale ed europeo, che “hanno contribuito ad accelerare l’integrazione della sostenibilità nel business d’impresa”. Ad esempio l’ Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile o la direttiva europea (UE) 2022/2464 che ha previsto che “le grandi imprese redigano rendicontazioni della sostenibilità nei propri bilanci, ampliando l’obbligo a una platea più grande di imprese comprese alcune PMI”. E “lo strumento più utilizzato per elaborare il cosiddetto report di sostenibilità è rappresentato dal Global Reporting Initiative (GRI)”.
Si segnala poi che a livello nazionale nel 2016 “è stata fondata l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) con lo scopo di definire una strategia italiana della sostenibilità e all’Istat è stato affidato il compito di realizzare un sistema di indicatori per il monitoraggio dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile nel Paese”.
Nel presentare la scheda informativa Inail ci soffermiamo sui seguenti argomenti:
- La sostenibilità d'impresa e il mondo del lavoro che cambia
- La dimensione sociale della sostenibilità e gli strumenti per le aziende
- Gli approcci sostenibili, gli ambiti di rischio e le piccole e medie imprese
La sostenibilità d'impresa e il mondo del lavoro che cambia
La scheda ribadisce che “le modificazioni indotte dalla globalizzazione dei mercati, dai cambiamenti sociodemografici, dallo sviluppo delle tecnologie e dell’ intelligenza artificiale, nonché dalle crisi economiche e sanitarie, hanno determinato una profonda trasformazione del mondo del lavoro e un interesse crescente verso i temi della sostenibilità”. E i nuovi modelli organizzativi e le innovazioni nei processi produttivi presentano sfide e opportunità “non solo in termini di performance ma anche di benessere e di salute e sicurezza sul lavoro (SSL)”.
In questo senso il percorso di sostenibilità che le aziende possono intraprendere – continua la scheda – “ha natura multidisciplinare e multidimensionale”.
Ad esempio, è possibile “intervenire sui fattori organizzativi quali le capacità dinamiche dell’organizzazione, lo stile di leadership, la gestione e lo sviluppo delle risorse umane; utilizzare strumenti operativi quali la certificazione etica, il marketing sociale, i sistemi di gestione dinamici e operare su assetti strategici quali la riconversione produttiva, la creazione di filiere produttive e logistiche sostenibili”.
La dimensione sociale della sostenibilità e gli strumenti per le aziende
Gli autori si soffermano poi sulla dimensione sociale della sostenibilità.
Secondo il Global Compact delle Nazioni Unite – un patto non vincolante delle Nazioni Unite nato per incoraggiare le aziende e imprese di tutto il mondo ad adottare politiche sostenibili e osservanti della responsabilità sociale d'impresa - la dimensione sociale della sostenibilità nelle imprese “consiste nell’identificare e gestire, nel presente e in prospettiva futura, gli impatti aziendali, sia positivi che negativi, sulle persone all’interno dell’azienda, nella catena di fornitura e nella comunità in cui essa opera”.
Partendo da questo contesto “la valutazione e la gestione di tutti i rischi a cui possono essere esposti i lavoratori assumono un ruolo strategico per garantire condizioni di benessere e lavoro dignitoso per tutti”.
Riprendiamo dal documento una immagine che ribadisce il ruolo della tutela di salute e sicurezza:
Si sottolinea poi che i nuovi modelli organizzativi che le aziende devono impegnarsi a implementare devono essere “basati su dimensioni chiave quali la resilienza, l’apertura, l’equità, l’inclusione, la parità di genere, il lavoro di qualità”. Ed elementi importanti per realizzare tutto ciò sono la partecipazione dei lavoratori, l’impegno del management e la “realizzazione di percorsi integrati di benessere e di sviluppo e aggiornamento delle competenze”.
Si ricordano poi alcuni strumenti di ausilio alla valutazione e gestione di tutti i rischi – ad esempio il tool europeo OiRA o i sistemi di gestione integrati della SSL – che risultano “fondamentali per la sostenibilità d’impresa perché offrono alle aziende l’opportunità di includere le diverse dimensioni economiche, ambientali e sociali nella definizione delle politiche e degli interventi di prevenzione della SSL e nella valutazione della loro efficacia”.
Gli approcci sostenibili, gli ambiti di rischio e le piccole e medie imprese
Si segnala poi che il binomio sostenibilità/competitività aziendale “non riguarda esclusivamente le grandi aziende”. Anche le PMI possono trarre “importanti benefici dall’adozione dei principi della sostenibilità, in termini di accesso al mercato del credito e alle risorse finanziarie, di rapporti con la pubblica amministrazione, di capacità di attrarre e fidelizzare persone con competenze adeguate, di aggregazione con altre imprese, di sviluppo di una filiera sostenibile e in generale di miglioramento dell’immagine e della brand reputation (Confindustria, 2021)”.
Si indica che idonei approcci sostenibili possono produrre “effetti sui risultati economico-finanziari dell’azienda e quindi creare ambiti di rischio laddove non adottati”.
Riprendiamo dalla scheda gli effetti considerati ‘financially material’ della sostenibilità con riferimento agli ambiti di rischio:
- “Ambiente (cambiamento climatico, non conformità alla normativa ambientale, gestione dei rifiuti e sostanze pericolose, gestione delle risorse idriche, gestione non efficiente dell’energia, ecc.)
- Sociale (cyber security, qualità e sicurezza dei prodotti/servizi, gestione clienti e reclami, rischi informatici, ecc.)
- Personale (non conformità alla normativa su salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e sui diritti dei lavoratori, perdita di risorse in posizione chiave, ecc.)
- Corruzione (reati di corruzione attiva e passiva, ovvero riciclaggio e finanziamento al terrorismo, frodi o attività illecite, ecc.)
- Diritti umani (violazione dei diritti umani, inadeguata gestione della diversità, discriminazione, ecc.)
- Catena di fornitura (rischi sociali, ambientali e reputazionali legati ad una gestione non attenta della catena di fornitura)
- Compliance (altre tipologie di rischi di non conformità a normativa fiscale, libera concorrenza, sulla privacy, ecc.)”.
Si indica, infine, che “promuovere e rendere operativa la sostenibilità nelle PMI, fornendo strumenti pratici e dimostrandone sul campo i benefici, rappresenta pertanto una sfida centrale nell’attuale mondo del lavoro”. E in questo senso i report della sostenibilità, “prima di essere utilizzati come strumenti di bilancio per render conto delle azioni virtuose messe in atto”, diventano “strumenti di gestione interna per la rendicontazione delle politiche di sviluppo e delle iniziative da intraprendere in un’ottica integrata e partecipata”.
Tiziano Menduto
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, “ La sostenibilità d'impresa nel mondo del lavoro che cambia”, a cura di F. Grosso, C. Colagiacomo, V. Manni, S. Stabile, G. Bracaletti, Factsheet edizione 2023 (formato PDF, 322 kB).
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