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Malattie professionali: tendiniti in aumento, ipoacusie in diminuzione
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Il Rapporto annuale Inail ha apportato nel 2003 novità nelle modalità di rilevazione delle malattie professionali; esse infatti non vengono più presentate per anno di denuncia ma per anno di manifestazione della affezione, così come da sempre avviene per gli infortuni sul lavoro.
L’analisi dell’andamento dell’ultimo quinquennio dal 1999 al 2003, svolta con i nuovi criteri di estrazione dei dati, evidenzia che in agricoltura il valore numerico dei casi rilevati è sostanzialmente stabile (circa 1000 casi); nell’Industria-Servizi si è passati da 24.094 casi del 1999 ai 24776 dell’anno successivo, ai 27.133 del 2001. Negli ultimi due anni i casi considerati sono invece scesi a 25.328 nel 2002 e 23.231 nel 2003.
Secondo l’Inail il 2001 è stato contrassegnato da un evidente incremento, probabilmente per gli effetti indotti del D.Lgs. 38/2000.
I dati presenti dall’Inail sembrano confermare la tendenza alla flessione del numero delle malattie tabellate (cioè previste in un apposita tabella) rispetto a quelle non tabellate (al di fuori della tabella: per queste ultime spetta al lavoratore dimostrare che il danno subito è stato causato dall’attività lavorativa svolta).
Nell’ultimo anno, ad esempio, nell’Industra e Servizi a fronte di 4.991 casi di malattie tabellate, se ne sono registrati 12.137 di malattie non tabellate. 6103 invece i casi di malattie professionali “indeterminate”. “Le quote di casi indeterminati – afferma l’Inail - sono per gli anni più recenti ancora assai elevate, né potrebbe essere differentemente per un fenomeno dai tempi non brevissimi come è quello delle malattie professionali.”
Entrando nel merito delle tecnopatie rilevate, le ipoacusie e sordità da rumore, pur continuando ad occupare la posizione di vertice nelle graduatorie sia in campo tabellare (2177 casi) sia in quello opposto (2244 casi), hanno subito una forte diminuzione rispetto agli anni 1999-2000 (rispettivamente, in campo tabellare, 5753 e 5339 casi). Sono invece in ascesa altre patologie e, in particolar modo, delle tendiniti che sono quasi raddoppiate e dei casi di sindrome del tunnel carpale.
Tuttavia si conferma la struttura classificatoria consolidatasi negli scorsi anni che vede, ai vertici della graduatoria:l’asma bronchiale e l’alveolite allergica in campo agricolo; le malattie cutanee (peraltro in regresso), l’asbestosi, le neoplasie da asbesto (ancora in crescita) e le malattie osteoarticolari in area industriale e terziaria “dove la silicosi, in ovvia ritirata da molti anni, mostra ancora numeri non del tutto esigui.”
Discorso a parte - secondo l’Inail – deve essere fatto per i tumori “che, stabili o in moderata espansione numerica, denunciano, senza alcun dubbio, solo una quota parziale del fenomeno reale.”
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Il Rapporto annuale Inail ha apportato nel 2003 novità nelle modalità di rilevazione delle malattie professionali; esse infatti non vengono più presentate per anno di denuncia ma per anno di manifestazione della affezione, così come da sempre avviene per gli infortuni sul lavoro.
L’analisi dell’andamento dell’ultimo quinquennio dal 1999 al 2003, svolta con i nuovi criteri di estrazione dei dati, evidenzia che in agricoltura il valore numerico dei casi rilevati è sostanzialmente stabile (circa 1000 casi); nell’Industria-Servizi si è passati da 24.094 casi del 1999 ai 24776 dell’anno successivo, ai 27.133 del 2001. Negli ultimi due anni i casi considerati sono invece scesi a 25.328 nel 2002 e 23.231 nel 2003.
Secondo l’Inail il 2001 è stato contrassegnato da un evidente incremento, probabilmente per gli effetti indotti del D.Lgs. 38/2000.
I dati presenti dall’Inail sembrano confermare la tendenza alla flessione del numero delle malattie tabellate (cioè previste in un apposita tabella) rispetto a quelle non tabellate (al di fuori della tabella: per queste ultime spetta al lavoratore dimostrare che il danno subito è stato causato dall’attività lavorativa svolta).
Nell’ultimo anno, ad esempio, nell’Industra e Servizi a fronte di 4.991 casi di malattie tabellate, se ne sono registrati 12.137 di malattie non tabellate. 6103 invece i casi di malattie professionali “indeterminate”. “Le quote di casi indeterminati – afferma l’Inail - sono per gli anni più recenti ancora assai elevate, né potrebbe essere differentemente per un fenomeno dai tempi non brevissimi come è quello delle malattie professionali.”
Entrando nel merito delle tecnopatie rilevate, le ipoacusie e sordità da rumore, pur continuando ad occupare la posizione di vertice nelle graduatorie sia in campo tabellare (2177 casi) sia in quello opposto (2244 casi), hanno subito una forte diminuzione rispetto agli anni 1999-2000 (rispettivamente, in campo tabellare, 5753 e 5339 casi). Sono invece in ascesa altre patologie e, in particolar modo, delle tendiniti che sono quasi raddoppiate e dei casi di sindrome del tunnel carpale.
Tuttavia si conferma la struttura classificatoria consolidatasi negli scorsi anni che vede, ai vertici della graduatoria:l’asma bronchiale e l’alveolite allergica in campo agricolo; le malattie cutanee (peraltro in regresso), l’asbestosi, le neoplasie da asbesto (ancora in crescita) e le malattie osteoarticolari in area industriale e terziaria “dove la silicosi, in ovvia ritirata da molti anni, mostra ancora numeri non del tutto esigui.”
Discorso a parte - secondo l’Inail – deve essere fatto per i tumori “che, stabili o in moderata espansione numerica, denunciano, senza alcun dubbio, solo una quota parziale del fenomeno reale.”
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