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Sicurezza, incidenti e malattie professionali nel settore edile

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Edilizia

20/10/2011

Gli incidenti, le malattie professionali, la salute e la sicurezza sul lavoro in edilizia. La percezione e la coscienza del rischio, gli incidenti mancati, le malattie più diffuse, le attività più a rischio e le specificità del settore edile.

 
 
Vicenza, 20 Ott – Riprendiamo la presentazione dei documenti tratti dal portale della campagna straordinaria di formazione Viversicura, una campagna promossa dall’Assessorato alle Politiche della Formazione della Regione Veneto  con l’obiettivo di diffondere la cultura della sicurezza sul posto di lavoro.
 
Il documento che presentiamo, dal titolo “Valutazione dei rischi e malattie professionali - Gli incidenti mancati”, ci permette di affrontare alcuni temi generali relativi alla sicurezza sul lavoro e focalizzare alcune problematiche relative alla sicurezza in edilizia.
 
Redatto dalla Dott.ssa Barbara Marin (Partner MPBC) per attività formative proposte dal Centro Sviluppo Artigianato (Cesar), il documento sottolinea che “la conoscenza e la coscienza del rischio sono il primo passo verso la sicurezza”.
Infatti spesso “si sa che c'è un rischio perché ci e stato detto, ma ci manca la percezione” e la coscienza del “rischio reale”. Ad esempio ai bambini si può dire di non mettere la mano sul fuoco, “ma se almeno una volta non ne fanno esperienza non hanno la giusta percezione e coscienza”. Tuttavia ci sono esperienze irreversibili, come gli incidenti stradali: “non si può provare (fare esperienza) a correre guidando in stato di ebbrezza per essere coscienti del rischio reale, perché il danno fisico, sociale, morale, economico che ne deriva può essere irrecuperabile”.
 

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In particolare la "percezione del rischio" coinvolge dei “meccanismi di tipo psicologico: in genere la mente umana tende a valutare come ‘più rischiose’ le situazioni che hanno una maggiore gravità (ovvero le situazioni che possono provocare la morte), mentre tende a valutare come ‘meno rischiose’ le situazioni a cui è associata una gravità minore (ad esempio le situazioni che possono provocare un danno fisico non irreversibile)”. E un altro meccanismo psicologico che può alterare la percezione del rischio è “quello per cui generalmente si valutano come meno rischiose le condizioni di cui si ha il controllo: ad esempio in genere una persona tende ad essere meno preoccupata se è la persona stessa a guidare rispetto alla situazione in cui l' autista è una seconda persona”.
Viene sottolineato che la scienza della sicurezza “non tiene conto della percezione del rischio, bensì del rischio reale”.
 
Dopo aver affrontato il ciclo della sicurezza (è un "ciclo virtuoso" composto da tre momenti: l'analisi, le misure e la gestione) e riportato alcune definizioni, l’autrice raccoglie alcuni dati  Inail sugli infortuni sul lavoro, con particolare riferimento alla Regione Veneto.
Ad esempio, riguardo agli infortuni, il settore costruzioni nel 2008 in Veneto “ha avuto una contrazione dell’1,5%, nonostante ciò il numero occupazionale è aumentato del 2,2%. Secondo le stime elaborate dal CRESME per l’osservatorio CEAV – Unioncamera del Veneto sul mercato edilizio” si è osservato un “decremento di produzione pari allo 0,7%”.
Tuttavia si ricorda che tale settore, “uno dei più pericolosi a livello nazionale con indice di frequenza pari a 49,09% infortuni indennizzati per 1000 addetti, in Veneto presenta una frequenza pari a 57,24%”.
 
Vi rimandiamo alla lettura delle tabelle relative agli infortuni per causa di accadimento, per sede della lesione, per comparto.
Da questi dati “emerge un elemento molto importante, ovvero che al primo posto per incidenti nel settore delle costruzioni è la costruzione di un edificio e nello specifico la fasi di lavorazioni maggiormente interessate sono quelle relative ai lavori di demolizione, agli scavi di fondazione, alle trivellazioni e perforazioni. Seguono per infortuni e incidenti mortali l’installazione di servizi, ovvero la realizzazione di impianti elettrici, idraulico-sanitari, altri lavori di installazione e lavori di isolamento”.
 
Dopo aver riportato cenni storici sulla legislazione in materia di Sicurezza sul Lavoro, con particolare riferimento al Decreto legislativo 81/2008, e avere elencato gli obblighi dei vari ruoli identificati nella Sicurezza sul Lavoro, il documento si sofferma su incidenti mancati, infortuni e malattie professionali.
 
Vediamo alcune definizioni.
Con il termine "incidente sul lavoro" viene indicato “un evento inatteso e che può interrompere un'attività con (o senza) danni per le persone e/o le proprietà e/o l’ambiente”.
Mentre si definisce “near miss o incidente mancato” qualsiasi evento, correlato al lavoro, “che avrebbe potuto causare un infortunio o danno alla salute (malattia) o morte, ma solo per puro caso non lo ha fatto: un evento che ha in sé la potenzialità di produrre un infortunio, ma non lo fa solo per fortuna (OHSAS 18001/2007)”. In particolare “fanno parte di questa categoria anche quegli incidenti che restano fuori dall’obbligo legislativo di registrazione, ovvero quei lievi eventi infortunistici che non portano a significativi giorni di assenza di lavoro”.
 
Un “ near miss” può dipendere da un fattore umano (messa in atto di comportamenti pericolosi; mancato rispetto di prescrizioni e/o procedure di lavoro) e da un fattore organizzativo (carenze strutturali; carenze tecniche e gestionali).
Leconseguenze degli incidenti sul lavoro possono essere:
- “accident: incidente con infortunio mortale e/o grave con danno alla proprietà a/o all’ambiente;
-incident: incidente che interrompe le attività e comporta inabilità temporanea;
-first aid: evento risolvibile con trattamento medico primo aiuto;
-near miss: evento inatteso che non produce danni ma che ha creato una situazione di danno potenziale”. 
 
Continuando con le definizioni, una malattia professionale “è un male dovuto all'azione nociva di un fattore di rischio o comunque dannoso (ad esempio, tipo di lavoro o materiali usati durante l'attività) presente nell'ambiente in cui si svolge la prestazione lavorativa”.
La malattia professionale “è definita dalla legge come quell'evento dannoso per il lavoratore, che agisce sulla sua capacità lavorativa e che origina da cause non violente (come invece nell'infortunio), ma comunque connesse con lo svolgimento dell'attività lavorativa”.
Mentre il termine "infortunio" si utilizza “con riferimento ad un accadimento che colpisce il "corpo" di una persona: ad esempio, il termine si impiega per indicare la fattispecie di una persona che, nel cadere, si procura dei danni fisici. E’ definito come evento fortuito, violento ed esterno, che provoca lesioni corporali obbiettivamente constatabili, aventi come conseguenza la morte, l'invalidità permanente o l'inabilità temporanea della persona che ne è colpita”.
 
Riguardo ai problemi di infortuni e malattie professionali il settore edile e della casa presenta alcune specificità che lo differenziano sensibilmente dagli altri settori lavorativi, per una serie di elementi quali:
- presenza accentuata di piccole imprese e/o di lavoratori autonomi;
- presenza di lavoratori stranieri in percentuale elevata sulla forza lavoro (dato tendenziale in aumento);
- presenza di imprese provenienti da realtà regionali diverse”.
 
Inoltre questi elementi “strutturali” si aggiungono ad “elementi di tipo organizzativo e culturale:
- complessità dovuta ad interazioni fra processi lavorativi diversi ( appalti e subappalti);
- monetizzazione del rischio;
- applicazione del massimo ribasso da parte delle imprese per aggiudicarsi gli appalti;
- tempi di esecuzione ristretti;
- presenza di lavoratori irregolari;
- scarsa disponibilità di maestranze addestrate e basso livello qualitativo della struttura organizzativa;
- modalità di verifica dell’idoneità tecnico professionale delle imprese”.
Il documento indica che “la presenza di un numero di variabili così elevato rende evidente che non vi può essere una relazione di tipo lineare fra gli interventi tecnici applicati e la diminuzione del livello di infortuni nel settore edile”.
 
Per concludere, dopo aver elencato gli obiettivi del Piano Operativo di Sicurezza,il POS (si sottolinea che l’appaltatore deve mettere a conoscenza tutti gli operai dei contenuti del P.O.S.), vengono riportati alcuni dati relativi alle malattie professionali.
 
In particolare i dati del Ministero per la Salute “indicano che le patologie più frequenti restano ancora l'ipoacusia e sordità, anche se la loro incidenza è diminuita nel corso degli anni, e, fra le non tabellate, risultano in aumento patologie come le tendiniti, le affezioni dei dischi intervertebrali e la sindrome del tunnel carpale, e continuano ad avere particolare rilievo anche le malattie dell’apparato respiratorio e quelle cutanee, così come si trovano ancora la silicosi e l’asbestosi”.
 
 
 
Valutazione dei rischi e malattie professionali - Gli incidenti mancati”, a cura della Dott.ssa Barbara Marin (Partner MPBC), documento relativo ad attività di formazione proposte dal Centro Sviluppo Artigianato (Cesar) (formato PDF, 4.06 MB).
 
 


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