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Come migliorare l’ergonomia e la qualità della produzione

Come migliorare l’ergonomia e la qualità della produzione
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Interviste e inchieste

03/12/2015

L’attenzione verso i rischi ergonomici e di sovraccarico biomeccanico, il confronto con altri paesi, il nuovo ISO TR 12295 e il futuro delle ISO 11228. Sono i temi affrontati con PuntoSicuro da Enrico Occhipinti, responsabile dell’Unità di Ricerca EPM.

Bologna, 3 Dic – In questi anni si è assistito ad un continuo aumento delle patologie muscoloscheletriche correlate alle attività lavorative. Un dato dell’Inail del 2011 evidenziava come le denunce di malattie osteoarticolari e muscolo tendinee avessero raggiunto il 65% di tutte le denunce di malattie professionali, con un incremento del 165,7% rispetto al 2007.
Parallelamente in questi ultimi anni è aumentato anche lo sforzo di offrire più informazioni – ad esempio attraverso le varie  pubblicazioni dell’Inail sul tema – e di elaborare, a partire da ricerche e monitoraggi, strategie di prevenzione migliori.
 
Tuttavia è lecito domandarsi, anche in relazione ai dati di emersione delle patologie muscoloscheletriche che rimangono preoccupanti, se tutta questa maggiore informazione ha portato reali risultati, effettivi cambiamenti nell’attenzione che il mondo imprenditoriale riserva ai rischi da sovraccarico biomeccanico e, più in generale, ai  rischi ergonomici.

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Per avere delle risposte significative, anche in relazione a quanto di nuovo si sta muovendo oggi intorno al mondo dell’ergonomia, abbiamo intervistato Enrico Occhipinti, medico del lavoro, ergonomo, responsabile dell’Unità di Ricerca EPM " Ergonomia della Postura e del Movimento", una delle persone che in questi anni hanno maggiormente operato perché il rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori e del rachide fosse riconosciuto e correttamente valutato nelle aziende.
 
Lo abbiamo intervistato a margine del convegno “Le nuove metodologie di valutazione nella movimentazione manuale dei carichi, movimenti ripetitivi, posture. La norma ISO TR 12295-ergonomics” organizzato dalla Società Italiana di Ergonomia (SIE) durante la 16° edizione della manifestazione Ambiente Lavoro che si è tenuta a Bologna nel mese di ottobre.
 
La prima domanda che abbiamo rivolto a Occhipinti ha riguardato la situazione attuale nelle aziende.
Il lavoro che si sta facendo in questi anni per aumentare l’attenzione sui temi dell’ergonomia e del sovraccarico biomeccanico sta portando effettivamente dei risultati concreti nelle aziende? L’attenzione in tutte le aziende verso questi rischi è aumentata?
A questo proposito il Dott. Occhipinti ci ricorda che sempre più le aziende “cominciano a muoversi nella consapevolezza che tante volte migliorare gli aspetti ergonomici, siccome sono coinvolti molti aspetti dell’organizzazione del lavoro, migliora anche la qualità della produzione”.
 
Ma come far comprendere alle aziende che l’intervento in materia ergonomica conviene? E com’è la situazione riguardo ai rischi ergonomici e di sovraccarico negli altri paesi in confronto a quanto avviene in Italia?
 
Non potevamo poi non chiedere ulteriori informazioni riguardo a come sono stati e vengono oggi affrontati questi rischi in un settore particolarmente a rischio, quello dell’ industria automobilistica.
Come è affrontata la situazione ergonomica nell’industria automobilistica?
 
Infine abbiamo parlato non solo della nuova norma ISO TR 12295 - Ergonomics “Application document for ISO standards on manual handling ( ISO 11228-1, ISO 11228-2 and ISO 11228-3) and evaluation of static working postures (ISO 11226)”, ma anche della situazione e del futuro degli standard ISO 11228-1, ISO 11228-2 and ISO 11228-3.
 
Lei ha parlato della novità del 2014 relativa al nuovo rapporto tecnico  ISO TR 12295. Quale è l’elemento più rilevante della norma che può migliorare la valutazione del rischio di sovraccarico nelle aziende? E gli standard che abbiamo in questo momento sono sufficienti? Lei prevede che ci possano essere novità?
 
 
Come sempre diamo ai nostri lettori la possibilità di ascoltare integralmente l’intervista e/o di leggerne una parziale trascrizione.
 
 
 
 
Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto
 
Il lavoro che si sta facendo in questi anni per aumentare l’attenzione sui temi dell’ergonomia e del sovraccarico biomeccanico sta portando effettivamente dei risultati concreti nelle aziende? Ci sono resistenze, difficoltà degli imprenditori nell’essere attenti a questi rischi?
 
Enrico Occhipinti: Siamo a metà del guado. Abbiamo iniziato a occuparcene tanto tempo fa e ormai questo problema è all’attenzione di tutti, perché è nelle norme, è nell’elenco delle malattie professionali, è in tante linee guida, piani di azione delle Regioni.
Adesso nascerà un piano di azione nazionale sulle patologie muscoloscheletriche. Infatti così come ci sarà un piano nazionale per l’agricoltura, un piano nazionale per l’edilizia, ci saranno piani nazionali per le malattie professionali con riferimento alle patologie muscoloscheletriche e ai tumori professionali. (...)
 
Riguardo alla domanda che mi ha fatto ci sono tante, tante esperienze in aziendali molti settori – prevalentemente quello manifatturiero, meccanico e anche nelle alimentari, fino ad andare a piccole realtà – in cui non solo il problema è stato preso incarico, ma è stato affrontato (...) e sono state realizzate molte azioni di riduzione del rischio.
Io faccio spesso l’esempio di una grande azienda che produce pollo, pollami e derivati, un tipo di attività in cui i problemi sono elevatissimi, come in tutto il mondo. In questa azienda sono state attuate soluzioni tecniche e organizzative, spesso concordate con i lavoratori. Si è passati da una situazione pressoché disastrosa, a una situazione che non sarà paradisiaca ma che ha avuto grandi miglioramenti. (...)
Poi c’è un sistema diffuso in cui cominciano ad occuparsi del problema, più come emersione che come soluzione. Tuttavia man mano che si va avanti delle soluzioni si trovano...
 
Lei si segnala che in molte aziende l’attenzione è aumentata. Tuttavia questo è un rischio che in quasi tutte le attività è presente a diversi livelli...
 
E.O.: Diciamo che all’inizio siamo andati sull’onda di interventi spesso della magistratura o di alcune Asl col tipico atteggiamento della vigilanza, del controllo che rimarca gli obblighi.
Ora ci sono anche piccole realtà che cominciano a muoversi nella consapevolezza che tante volte migliorare gli aspetti ergonomici, siccome sono coinvolti molti aspetti dell’organizzazione del lavoro, migliora anche la qualità della produzione.
Io ricordo, un po’ di tempo fa, una media azienda che si occupava di passeggini e cose di questo tipo per bambini, che inizialmente considerava gli aspetti ergonomici non rilevanti. (...) Due anni dopo l’imprenditore è venuto ad un nostro convegno dicendo che con l’ergonomia non solo ha scoperto un mondo nuovo, ma ci ha guadagnato. (...) Rispetto agli investimenti dice di aver avuto un ritorno, al di là del miglioramento delle condizioni di lavoro, di dieci volte tanto in due anni...
 
A volte la scarsa attenzione verso questo rischio viene giustificata anche con la mancanza di risorse, con la crisi, con le difficoltà valutative. Tuttavia se c’è un ritorno economico, l’intervento dell’aziende in materia ergonomica comunque conviene...
 
E.O.: Tra tre anni a Firenze ci sarà il Congresso internazionale di Ergonomia, organizzato attraverso la Società Italiana di Ergonomia. Nei congressi in cui ho partecipato in questi ultimi 15 anni quello che spesso mancava era la partecipazione di aziende che portano le loro esperienze.
Uno degli obiettivi che mi sono dato per quel congresso di Firenze è portare, partendo dalle esperienze italiane, ma non solo, le esperienze delle aziende riferite dai loro dirigenti. (...) Queste testimonianze da punto di vista sociale, applicativo sono, secondo me, l’arma vincente.
 
(...)
 
Veniamo al tema che lei ha trattato anche ad Ambiente Lavoro. Lei ha parlato, in materia di movimentazione manuale dei carichi, movimenti ripetitivi e posture, della novità del 2014 relativa al nuovo rapporto tecnico  ISO TR 12295. Quale è l’elemento più rilevante della norma che può migliorare la valutazione del rischio di sovraccarico nelle aziende?
 
E.O.: Le norme tecniche che ci sono sulla materia rimangono, almeno fino a quando saranno riviste. Questo Technical Report ha cercato di spiegare in modo più semplice, dando degli strumenti, come applicare quelle norme. E ha cercato di allargare la platea degli utilizzatori delle norme. Da persone che devono sapere esattamente i metodi di misura – metodi osservazionali che sono abbastanza complessi e quindi utilizzabili da esperti – a persone che non sono esperte, datori di lavoro di piccole imprese, artigiani, delegati sindacali, organi di vigilanza in cui non ci sono particolari competenze. (...)
Viene dato comunque ai metodi complessi il giusto ruolo quando necessitano. (...) È chiaro che qualsiasi grande azienda che pianifica il suo lavoro non può farlo con gli strumenti semplici o con i technical reports. Deve conoscere gli strumenti complessi. Ma un artigiano non ha bisogno di applicare metodi complessi... (...) Lo scopo del ISO TR 12295 è di orientamento per allargare l’uso degli standard...
 
E gli standard che abbiamo in questo momento sono sufficienti? Lei prevede che ci possano essere novità in materia di standard?
 
E.O.: Si sta lavorando. Io vengo da una riunione ISO fatta a Varese e la parte prima sul sollevamento e trasporto è in revisione. Mentre la parte seconda sul traino e spinta e la parte terza sul lavoro ripetitivo vengono confermati per i prossimi cinque anni, perché la maggior parte dei paesi ha detto che vanno bene così.
Ad esempio nella revisione molte delle cose che sono nell’attuale Technical Report, che ha un valore semplicemente informativo, verranno incorporate. (...)
 
 
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