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Le buone pratiche per la sicurezza dei lavoratori più anziani

Le buone pratiche per la sicurezza dei lavoratori più anziani

Un intervento presenta le iniziative europee sul tema dell’invecchiamento della forza lavoro e alcune buone pratiche per le aziende. Le indicazioni e i punti chiave di una buona pratica per la sicurezza dei lavoratori over 50.

Ferrara, 23 Set – In questa fase delicata caratterizzata all’innalzamento dell’età media della forza lavoro è bene ricordare che, se è vero che con il passare degli anni “si maturano esperienze lavorative e competenze, è anche chiaro che tendono a diminuire alcune capacità funzionali, ad esempio fisiche e sensoriali, in proporzione molto diversa da persona a persona e in relazione alle mansioni svolte durante la propria carriera”. E un’organizzazione aziendale non può non tenerne conto e deve quindi programmare, per tempo, “un progressivo bilanciamento fra le attività lavorative e le risorse individuali, promuovendo buone prassi e interventi per garantire la salute dei lavoratori, il miglioramento della loro istruzione e delle loro competenze”.

 

A presentare in questo modo la sfida che le aziende devono affrontare in relazione al tema dell’invecchiamento, è la presentazione del seminario “Invecchiamento e disabilità sul lavoro: quali prospettive?” che si è tenuto. organizzato da varie organizzazioni e realtà locali e associative, a Ferrara il 10 maggio 2019.

 

Ci soffermiamo oggi su un intervento che ricorda alcune azioni europee in materia di invecchiamento sul lavoroe alcune buone prassi per la sicurezza dei lavoratori anziani.

 

Questi gli argomenti affrontati nell’articolo:


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Le iniziative europee sul tema dell’invecchiamento

Nell’intervento “Un ambiente di lavoro sano e sicuro per tutte le età. La Campagna Europea OSHA e le buone pratiche INAIL”, a cura di Adriano Papale (DiMEILA INAIL), si ricordano innanzitutto le iniziative europee sul tema dell’invecchiamento.

 

Ad esempio, con riferimento all’anno europeo dell’invecchiamento attivo (2012):

  •      AGE Platform: “rete europea di oltre 150 organizzazioni che portano avanti azioni a favore delle persone anziane con un impatto in diverse aree: discriminazione, occupazione e invecchiamento attivo a lavoro, protezione sociale, riforma delle pensioni, inclusione sociale, salute, solidarietà tra le generazioni, ricerca, accessibilità dei trasporti pubblici e nuove tecnologie ICT;
  •      Indice invecchiamento attivo (AAI): indice composito che si concentra sul contributo degli anziani alla società e, quindi, sulla sostenibilità di standard di welfare per anziani in società che invecchiano. Ha quattro dimensioni, che sono composte di 22 indicatori”;
  •      Principi guida per l’invecchiamento attivo e la solidarietà tra generazioni”.

 

Viene poi ricordato il Progetto UE «Lavoro più sicuro e più sano ad ogni età» (2013/2015) che ha esaminato negli Stati membri dell'UE e in altri paesi:

  •      “politiche, strategie, programmi e azioni in materia di SSL in relazione ai lavoratori più anziani
  •      politiche, strategie e azioni concernenti occupabilità e il reinserimento lavorativo
  •      casi studio di programmi e iniziative di sostegno sul luogo di lavoro
  •      buone pratiche
  •      strumenti e linee guida per favorire la gestione della SSL nei luoghi di lavoro in relazione all’invecchiamento della popolazione attiva
  •      questioni di genere”.

 

Si ricorda poi sia la Strategia europea di SSL 2014/2020, in merito alle iniziative per affrontare l'invecchiamento della forza lavoro, sia la Campagna europea 2016/2017 “ Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni età”, di cui anche il nostro giornale è stato media partner.

 

Ricordiamo gli obiettivi specifici della campagna:

  •      “Promuovere il lavoro sostenibile e l'invecchiamento in buona salute sin dall'inizio della vita lavorativa
  •      Mettere in risalto l'importanza della prevenzione lungo tutto l'arco della vita lavorativa
  •      Supportare i datori di lavoro ed i lavoratori (in particolare nelle PMI) fornendo informazioni e strumenti per la gestione della SSL nel contesto dell'invecchiamento della popolazione lavorativa
  •      Favorire lo scambio di informazioni e di buone pratiche”.

 

Riprendiamo dal documento (fonte EU-OSHA) un grafico relativo agli elementi chiave per una buona gestione dell’età:

 

 

Le buone pratiche per le aziende

L’intervento si sofferma poi sulle buone pratiche, con riferimento al riconoscimento dato alle organizzazioni che si sono distinte nella gestione di salute e sicurezza sul lavoro nel contesto dell’invecchiamento della popolazione attiva.

 

Nell’intervento, che vi invitiamo a visionare integralmente, sono riportate diverse buone pratiche.

Ne riportiamo alcune:

-     Sviluppo delle carriere (valorizzazione dell’esperienza degli over 50)

o   Valutazione Work ability

o   Programmi mentoring e coaching

-     Work-life balance

o   Employee Assistence Program (consulenza sulla gestione di tematiche di vita personale)

o   Flessibilità orario di lavoro

o   Telelavoro

o   Welfare and benefit aziendali (prestiti, assicurazione medica, programmi di previdenza complementare, vouchers)

o   Permessi pagati per motivi personali 

-     WHP Salute

o   WHP programs (alimentazione, attività fisica, fumo, dipendenze, benessere)

o   Modifiche protocolli sanitari

o   Ergonomia partecipata

o   Pianificazione di maggiori pause a lavoro

o   Ascolto attivo

o   Permessi pagati per visite mediche

o   DPI (adattamento prendendo in considerazione l’evoluzione morfologica dei lavoratori e il fattore ageing)

o   Adattamento del luogo di lavoro”.

 

La sicurezza per i lavoratori over 50

Il documento presenta, infine, una buona prassi, presentata da un’azienda di Narni, dal titolo “Sicurezza per Lavoratori Over 50”. Un progetto che è rientrato tra “le migliori 15 Buone Pratiche ‘Premiate e Raccomandate’ dall’ Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro nella Competizione Europea”.

 

Sono ricordate le principali difficoltà nella “gestione di Sicurezza dei ‘Lavoratori over 50’:

-     nel caso di un lavoratore over 50 è necessario porre maggiore attenzione nella valutazione della capacità fisica, in relazione alle attività e le condizioni in cui si svolge il lavoro.

-     alcuni rischi (lavoro in turni, condizioni di alta temperatura, esposizione al rumore o movimentazione manuale dei carichi), sono elementi che devono essere considerati molto più pericolosi per un over 50 rispetto ad un lavoratore più giovane”.

E si indica che “prima di assegnare un lavoratore over 50 a mansioni che lo coinvolgono in questi tipi di rischi, sarà valutato, soprattutto con l'aiuto del medico competente, se il dipendente è in possesso dei requisiti fisici e mentali per svolgere il lavoro in modo sicuro”.

 

Questi i “punti chiave del nuovo approccio:

1)  Nuova routine di Informazione ed Istruzione per i lavoratori over 50 (per ricordare i rischi aggiuntivi per loro e aumentare il loro coinvolgimento);

2)  Rafforzare il Controllo di sicurezza per le attività svolte dai lavoratori over 50 (focus specifico durante gli Audit realizzati dal management);

3)  Procedura specifica per identificare nuovi Dispositivi di Protezione Individuale per migliorare il livello di ‘benessere’ per i lavoratori che utilizzano il dispositivo;

4)  Rafforzare il processo di Sorveglianza Sanitaria: introduzione di ulteriori specifici controlli per i lavoratori over 50. 

 

Ad esempio riguardo al Punto 1 (Informazione & Istruzione) si segnala che è importante una “informazione specifica sui rischi ‘particolari’ per un lavoratore over 50 ripetuta con frequenza annuale. Queste sessioni di informazione sono condotte direttamente presso le aree lavorative, davanti alle lavagne di sicurezza di ogni reparto”.

Questi i rischi specifici addizionali “identificati per i lavoratori over 50:

-     Movimentazione manuale di carichi (meno resistenza al sollevamento di carichi);

-     Rischio ergonomico (meno resistenza nelle posizioni scomode);

-     Esposizione al Rumore (maggiore sensibilità al rumore, soprattutto in caso di problematiche personali);

-     Esposizione alle Vibrazioni (maggiore sensibilità alle vibrazioni);

-     Microclima (sensibilità alle variazioni di temperatura e umidità);

-     Illuminamento (maggiore sensibilità degli occhi, soprattutto in caso di problematiche personali)”.

 

Concludiamo l’articolo segnalando che l’intervento presenta vari altri aspetti della sicurezza per i «lavoratori Over 50» con riferimento ai controlli operativi, alle azioni individuate nell’azienda, ai DPI forniti e alla sorveglianza sanitaria.

 

 

RTM

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Un ambiente di lavoro sano e sicuro per tutte le età. La Campagna Europea OSHA e le buone pratiche INAIL”, a cura di Adriano Papale (DiMEILA INAIL), intervento al seminario “Invecchiamento e disabilità sul lavoro: quali prospettive?” (formato PDF, 1.26 MB).

 

 

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