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La logica dei SGSL per piccoli passi: le otto regole

La logica dei SGSL per piccoli passi: le otto regole
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: SGSL, MOG, dlgs 231/01

06/05/2013

L’avvio e lo sviluppo di un progetto per migliorare i livelli di protezione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e far arrivare le aziende alla logica dei SGSL per piccoli passi. Le otto regole, i benefici attesi e i risultati ottenuti.

Firenze, 6 Mag – Diversi seminari e convegni si soffermano in questi mesi sulle modalità e sugli strumenti utilizzati dai Servizi di Prevenzione per valutare la responsabilità amministrativa a seguito di indagini per  infortuni gravi o gravissimi e malattia professionale.
 
Uno di questi seminari - la seconda tappa di un analogo incontro, già  presentato da PuntoSicuro – si è svolto il 7 dicembre 2012 a Firenze con il titolo “I sistemi di gestione della salute e sicurezza in relazione al D.Lgs 231/01”.
 
Ci soffermiamo brevemente su un intervento che, preannunciando le conclusioni finali, dimostra come un  Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro (SGSSL) non sia “una cosa da marziani”.
 
L’intervento “Azioni di promozione dei SGSSL: esperienza ASL 8 Arezzo”, a cura di Gherardo Cavigli (Dipartimento di Prevenzione  ASL 8 Arezzo), parte dalla premessa che la comunità scientifica concorda sul fatto che la maggioranza degli infortuni “sono determinati da  comportamenti inadeguati piuttosto che da condizioni o dispositivi di sicurezza carenti”.
Se si vuole dunque ridurre in maniera sensibile il fenomeno infortunistico “occorre agire sugli aspetti organizzativi e comportamentali (che determinano il maggior numero di infortuni), occorre “influenzare in modo radicale la struttura operativa/gestionale dell’Azienda, nell’ottica del  miglioramento continuo delle condizioni di sicurezza per i lavoratori, al fine di stimolare una modernizzazione culturale attraverso investimenti in risorse umane e formative, analisi consapevole di rischi ed una corretta progettazione della prevenzione”. 

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Il progetto presentato nell’intervento aveva la finalità di “sperimentare l’adozione di strumenti innovativi in grado di conseguire maggiori livelli di protezione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, con un impegno condiviso tra organi istituzionali, datori di lavoro e lavoratori, con un diretto e fattivo coinvolgimento delle figure di riferimento tra cui i RLS”.
In particolare si è scelto di far avvicinare le ditte partecipanti alla logica dei SGSL per piccoli passi.
 
Per farlo si è provveduto a “schematizzare il processo di attuazione di un SGSL, definendo le ‘8 regole’, che sono quasi divenute uno slogan per l’Associazione Industriali.
 
Rimandandovi ad una lettura integrale dell’intervento, che entra nello specifico di ogni singola regola, le elenchiamo brevemente:
 
1.Definizione della politica di salute e sicurezza aziendale: “l’alta Direzione deve definire la politica in materia di SSL che preveda: gli obiettivi generali in materia di SSL, coerenti con la natura e l’entità dei rischi; l’impegno al miglioramento continuo ed al rispetto delle prescrizioni applicabili”. Politica che deve essere documentata, attuata, riesaminata periodicamente, comunicata ai dipendenti, messa a disposizione delle parti interessate;
 
2.Definizione degli obiettivi di salute e sicurezza aziendale: “gli obiettivi per la SSL devono essere: definiti per ogni livello/processo rilevante; misurabili e se possibile documentati; coerenti con la politica e l’impegno al miglioramento continuo”;
 
3.Individuazione e programmazione di azioni e processi finalizzati agli obiettivi prefissati: ad esempio si devono “stabilire ed attuare uno o più programmi che prevedano attribuzione di responsabilità e autorità per ogni funzione e livello rilevante; attribuzione di risorse; definizione di scadenze”;
 
4.Struttura ed organizzazione del Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza (organigramma, deleghe ed individuazione delle figure previste dalla normativa, compresi RLS e Medico Competente): dovrà anche essere identificato “un membro della Direzione cui attribuire la responsabilità complessiva del SGS e dell’informazione alla Direzione sulle prestazioni del SGS stesso, anche per l’esecuzione del Riesame”. Inoltre il personale che svolge attività con impatto sulla SSL “deve possedere un livello di competenza definito sulla base di: valutazione dei rischi; autorità e responsabilità attribuite; livello di cultura e abilità”. Per la definizione dei ruoli in materia di SSL, “si reputa possa essere più efficace sovrapporre il più possibile l’organigramma aziendale della sicurezza a quello generale preesistente”;
 
5.Flussi comunicativi, formativi e relazionali (diffusione, condivisione e partecipazione): “l’organizzazione deve definire procedure per la gestione delle comunicazioni da e verso i dipendenti e le altre parti interessate”. E adeguati processi di comunicazione e consultazione “devono essere attivati anche con gli appaltatori”. Il personale interessato “dovrà essere consultato e coinvolto: nell’identificazione dei pericoli, nella valutazione dei rischi e nello sviluppo delle procedure di controllo; nell’analisi di incidenti e infortuni; nella definizione della politica e degli obiettivi di SSL; in caso di cambiamenti influenti sulla SSL”;
 
6.Gestione della documentazione (compreso il Documento di Valutazione dei Rischi): un aspetto considerato importante nella prima fase è quello “relativo alla definizione di un modello di ‘gestione’ della documentazione che esprima le modalità di redazione, aggiornamento, archiviazione e accessibilità. Di ciò ne potrebbe essere data evidenza dalla redazione di un’apposita procedura”;
 
7.Monitoraggio dei dati ed indicatori (compreso Infortuni e Malattie Professionali): ad esempio “in questo contesto devono essere inseriti: gli indicatori di verifica degli obiettivi; il programma delle visite mediche; i programmi formativi; il programma di controllo delle manutenzioni; l’analisi degli infortuni e delle malattie professionali; le comunicazioni”;
 
8.Controllo e verifica del sistema (miglioramento e riesame):  “in linea di massima questa attività dovrebbe coincidere con l’audit annuale”. Dall’attività di riesame “devono scaturire le esigenze di modifica di: politica, obiettivi e livelli di prestazione attesi; risorse; altri elementi del sistema di Gestione SSL. Tale attività può essere dedotta dalla lettura del verbale della riunione periodica di cui all’art. 35 del D.Lgs 81/08”.
 
L'implementazione di un sistema gestionale concordato e formalizzato – continua l’intervento – “assicura una visione politica e strategica della materia, consente di predisporre gli strumenti organizzativi e i supporti gestionali adeguati, offre una metodologia per valutare lo stato di fatto, pianificare e programmare le azioni correttive e di miglioramento, assicura la gestione dei flussi comunicativi, formativi e relazionali, formalizza e garantisce il sistema dei controlli interni e l'attenzione dell'alta direzione, evitando di introdurre ulteriori procedure relative ai processi produttivi, bensì integrando quelle esistenti, ai fini della salute e sicurezza sul lavoro”.
 
Questi i benefici attesi all’avvio del progetto nel 2008 e applicato poi in modo graduale:
- “l'aumento del livello di sicurezza aziendale;
- la riduzione dei costi diretti e indiretti legati agli infortuni e alle malattie professionali;
- il riconoscimento dell'adozione di buone pratiche aziendali nella gestione della politica della prevenzione e sicurezza;
- la possibilità di ottenere agevolazioni economiche (ad es. riduzione del premio di tariffa Inail finanziamenti di progetti di sviluppo, ecc.); 
- un diverso rapporto con gli Enti Istituzionali e gli Organi di Controllo, valorizzando i loro compiti di assistenza e promozione della salute e sicurezza sul lavoro, per un maggior sviluppo del sistema di prevenzione;
- un miglior clima aziendale;
- un maggior controllo e garanzia del lavoro dei consulenti esterni;
- un miglioramento dell'immagine esterna dell'azienda”.
 
Nell’intervento - che si sofferma ampiamente sullo sviluppo del progetto nel tempo, sui risultati di alcuni questionari e sui dati relativi alle aziende partecipanti – vengono riportate alcune considerazioni finali.
 
Ne riprendiamo alcune:
- “l’esperienza maturata fa emergere uno scenario incoraggiante e favorevole allo sviluppo di ulteriori azioni, soprattutto nelle aziende più strutturate, nelle quali questa iniziativa già prelude alla prospettiva di realizzare in futuro sistemi integrati e certificati in materia di Qualità, Sicurezza e Ambiente”;
- “si riscontra in genere un clima di fattiva collaborazione tra le figure interessate compresi gli RLS che nello sviluppo di queste attività possono veramente svolgere un ruolo propositivo e costruttivo per il funzionamento del sistema. Costituiscono infatti l’anello di congiunzione tra le azioni e le procedure programmate dalle aziende e l’applicazione delle stesse da parte dei lavoratori”;
- si nota un “generalizzato interesse aziendale a riconoscere e ad attribuire validità al Sistema proposto, dedicando risorse e impegni per la realizzazione di quanto prospettato pur in presenza di una congiuntura economica certamente non favorevole”;
- l’applicabilità di Sistemi di Gestione della Sicurezza sul Lavoro è risultata “praticamente indipendente dalle dimensioni aziendali”: infatti fra le piccole Aziende (con meno di 25 addetti ed anche con meno di 10 addetti) sono state riscontrate “alcune delle migliori impostazioni nella predisposizione di un SGSL”: la “fattibilità dell’implementazione di un SGSL (che per ben funzionare deve essere cucito addosso all’organizzazione aziendale) dipende in maniera determinante dalla volontà dell’Alta Direzione aziendale e dalla ‘sensibilità’ esistente in azienda”.
 
Si conclude che “l’esperienza condotta ha prodotto dei risultati incoraggianti” e soprattutto, come ricordato in apertura, ha dimostrato che “un Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro non è una cosa da marziani”.
 
 
Gli atti del seminario, pubblicati sul sito dell' ASL 10 di Firenze
 
 
 
- “ Misure di tutela ed obblighi del datore di lavoro, dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori: il testo normativo ed il punto di vista della Giurisprudenza”, Alberto Andreani - libero professionista nel campo dell'igiene e della sicurezza del lavoro (formato PDF, 112 kB).
 
 
- “ Azioni di promozione dei SGSSL: esperienza ASL 8 Arezzo”, Gherardo Cavigli - Dipartimento di Prevenzione ASL 8 Arezzo (formato PDF, 1.5 MB);
 
 
- “ L'obbligo di una sicurezza sistemica dopo il recepimento delle direttive europee”, Alberto Andreani - libero professionista nel campo dell'igiene e della sicurezza del lavoro (formato PDF, 175 kB).
 
 
 
 
 
 
Tiziano Menduto
 
 
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