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Strategie, priorità e sviluppo del Piano Nazionale della Prevenzione

Strategie, priorità e sviluppo del Piano Nazionale della Prevenzione
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Normativa

06/06/2018

Informazioni sulle prospettive di sviluppo del Piano nazionale della prevenzione 2014-2018. I passaggi normativi, le strategie e le priorità del PNP, l’articolazione per setting e la possibile rimodulazione.

 

Milano, 6 Giu – Il 13 novembre 2014 la Conferenza Stato-Regioni ha approvato l'Intesa sul Piano nazionale della prevenzione 2014-2018, un piano di portata quinquennale che intende delineare un sistema di azioni di promozione della salute e di prevenzione in grado di accompagnare il cittadino in tutte le fasi della vita, nei luoghi di vita e di lavoro.


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Per conoscere meglio il presente e il futuro del Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) possiamo fare riferimento ad un intervento al workshop “ Promuovere la salute contrastando le disuguaglianze” che si è tenuto a Milano il 5 luglio 2017, organizzato dalla Direzione generale Welfare della Regione Lombardia e da Eupolis-Accademia di formazione per il SSL (Servizio Sociosanitario Lombardo).

 

Il Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018

Nell’intervento “Prospettive di sviluppo del Piano nazionale della prevenzione”, a cura di Stefania Vasselli (Ministero della Salute, DG Prevenzione), si segnala che “rispetto al passato, l’intero impianto si rinnova per esprimere nei valori, negli obiettivi e nei metodi della sanità pubblica, la visione di una prevenzione e promozione della salute volta a contrastare i principali fattori di rischio della salute e del benessere di individui e comunità per conseguire il più elevato livello di salute raggiungibile”. Il PNP 2014-2018 è un Piano ‘a elevata valenza strategica, misurabili attraverso indicatori e relativi standard, perseguibili contemporaneamente da tutte le Regioni, attraverso la messa a punto di piani e programmi integrati e trasversali che, partendo dagli specifici contesti locali nonché puntando su un approccio il più possibile intersettoriale e sistematico, permettano di raggiungere i risultati di salute attesi’. 

 

Sono ricordati alcuni passaggi normativi:

  • Intesa Stato Regioni 13 novembre 2014: approvazione del PNP 2014-2018;
  • Accordo Stato regioni 25 marzo 2015: adozione del Documento per la valutazione del PNP 2014-2018
  • DM 25 gennaio 2016: Adozione del Documento di indirizzo per l'attuazione delle linee di supporto centrali al PNP 2014-2018 - Istituzione del Tavolo di valutazione del PNP 2014-2018.

 

Strategia, priorità e articolazione del PNP 2014-2018

Il quadro strategico e la cornice di riferimento del PNP richiede:

  • “una politica delle alleanze per coinvolgere tutti i settori (cultura, lavoro, pianificazione, trasporti, ambiente, etc.) a supporto dell’attuazione delle azioni;
  • la condivisione di obiettivi di salute da parte degli attori coinvolti (amministrazioni centrali e regionali, Enti Locali, Istituzioni, privati e no-profit);
  • la definizione di reciproche responsabilità per rendere facili per i cittadini le scelte salutari realizzando e rendendo accessibili ambienti e contesti favorevoli;
  • meccanismi di raccordo, condivisione e programmazione unitaria tra i diversi livelli e dipartimenti e/o assessorati;
  • il ri-orientamento dei servizi sanitari per rispondere ai nuovi bisogni di salute della popolazione, offrire azioni preventive, programmi di popolazione e modalità di presa in carico delle patologie più diffuse”. 

 

Inoltre il PNP, a livello di vision, principi e priorità:

  • “afferma il ruolo cruciale della promozione della salute e della prevenzione come fattori di sviluppo della società;
  • recepisce gli obiettivi sottoscritti a livello internazionale;
  • mira a ridurre il carico di malattia, garantire equità e contrasto alle diseguaglianze di salute e rafforzare l’attenzione ai gruppi fragili;
  • prioritizza gli interventi sulla base di evidenze di costo efficacia e sostenibilità;
  • Promuove una sistematica attenzione alla intersettorialità e alla trasversalità degli interventi in funzione della concreta attuazione della «Salute in tutte le politiche»;
  • tiene conto dell’impatto sulla governance del sistema, in considerazione del doppio ruolo del SSN di erogatore di interventi e di steward verso altri Attori e Stakeholder;
  • investe sul benessere dei giovani in un approccio dal forte contenuto formativo e di empowerment;
  • considera l’individuo e le popolazioni in rapporto al proprio ambiente”. 

 

Uno dei criteri guida è poi l’articolazione per setting specifici (scuole, ambienti di lavoro, comunità locali, servizio sanitario):

  • “per raggiungere più facilmente individui e gruppi prioritari;
  • per creare ambienti sociali e fisici favorevoli alla salute;
  • per promuovere la salute e realizzare interventi di prevenzione;
  • per favorire il processo di empowerment sui singoli e nelle comunità;
  • per garantire il potenziamento dell’integrazione tra professionisti e strutture, sanitari e non”.

 

Rimandiamo alla lettura integrale delle slide dell’intervento che si soffermano ampiamente sulla risposta regionale nei setting ricordando che in quasi tutti i Piani Regionali della Prevenzione (PRP) i luoghi di lavoro sono il “setting privilegiato di confronto per la realizzazione di iniziative di promozione della salute finalizzate all’equità sociale”.

 

Valutazione, rimodulazione sviluppo del PNP 2014-2018

La relazione, che presenta varie indicazioni sull’ottica di sistema, sulla risposta regionale nella governance, sulle azioni centrali, si sofferma poi anche sulla valutazione del PNP.

 

E riguardo ad una possibile rimodulazione nel 2018 dei PRP e proroga al 2019 del PNP e dei PRP, sono riportate alcune ipotesi:

  • “L’Accordo Stato Regioni 25 marzo 2015 prevede, ‘la possibilità nel 2017 di una ri-modulazione alla luce dell’avanzamento verso gli obiettivi concordati e i relativi risultati attesi’. Al termine del secondo anno di attività dei Piani, è quindi possibile una rimodoulazione delle attività, per l’anno 2018, anche tenendo conto di quanto si è in linea rispetto agli standard (nazionali e regionali) degli indicatori centrali (valutazione di risultato), sulla base degli ultimi dati disponibili relativi agli stessi. Le Regioni possono quindi rimodulare (con Atti di Delibera) le azioni funzionali a quegli obiettivi centrali che si ritengono non raggiungibili entro il 2018;
  • Essendo i PRP stati avviati con un anno di ritardo (ovvero nel 2016), la rimodulazione prevede anche la posticipazione al 2019 del termine di vigenza del PNP. Pertanto la rimodulazione consiste nella ri-formulazione di programmi/azioni, con eventuale relativa ri-definizione o inserimento di indicatori sentinella, al fine di raggiungere al più entro il 2019 (anno di proroga) gli obiettivi e quindi gli standard degli indicatori centrali già previsti per il 2018. La rimodulazione non modifica quindi l’impianto del PNP (e dei PRP) ovvero rimangono invariati obiettivi centrali, indicatori centrali e relativi standard nazionali al 2018;
  • Per le azioni che non vengono rimodulate è prevista una continuazione nel 2019 con mantenimento o miglioramento degli standard regionali fissati per gli indicatori, ed i relativi obiettivi centrali, a cui tali azioni sono funzionali;
  • L’Intesa sulla rimodulazione e proroga dà anche l’avvio ai lavori per l’elaborazione del nuovo Piano (2020-2025)”. 

 

Concludiamo segnalando che la relazione si sofferma poi sulla novità di scenario (DPCM 12 gennaio 2017 Livelli Essenziali di Assistenza - DPCM 3 marzo 2017 Identificazione dei sistemi di sorveglianza e dei registri di mortalità, di tumori e di altre patologie), sugli strumenti per la valutazione e monitoraggio di PNP e PRP, su un progetto di supporto alla valutazione del PNP e su alcune zone d’ombra e proposte di soluzioni.

 

 

RTM

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Prospettive di sviluppo del Piano nazionale della prevenzione”, a cura di Stefania Vasselli (Ministero della Salute, DG Prevenzione), intervento al workshop “Promuovere la salute contrastando le disuguaglianze” (formato PDF, 1.47 MB).



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