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Imparare dagli errori: gli incidenti nelle attività di stuccatura

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Imparare dagli errori

12/04/2012

Esempi tratti dall’archivio di Infor.mo.: incidenti relativi ad attività di stuccatura in ambito edile. I principali rischi, l’inadeguatezza dei ponteggi, l’uso improprio di attrezzature di lavoro, la mancanza di adeguati dispositivi di protezione.

 
Brescia, 12 Apr – Le attività di imbianchino, di intonacatore, di stuccatore, di gessatore sono caratterizzate, in ambito edile, da un numero elevato di infortuni.
Gli infortuni non si verificano solo sui ponteggiesterni, ma anche all’interno di edifici durante il lavoro su ponteggi e scale spesso “costruiti” dagli stessi lavoratori. E spesso tra le cause è presente la fretta e i ritmi di lavoro serrati.
 
Ci soffermiamo oggi su alcuni incidenti e infortuni - con particolare riferimento ai casi di infortunio in cui sono coinvolti stuccatori - contenuti nell’archivio di INFOR.MO. - strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
 
I casi
Il primo caso è relativo ad attività di rifinitura di una costruzione.  
Un operaio sta lavorando al terzo piano del ponteggio (oltre 4 metri) eseguendo la stuccatura di una fenditura sulla facciata di una villetta.
Per “cause non accertabili - assenza di testimoni e manomissione del luogo dell’infortunio (pulizia del lastricato dove l’infortunato è caduto)” – l’infortunato cade tra il ponteggio e il muro e batte il capo sul pavimento sottostante procurandosi la frattura del cranio e della 7° vertebra cervicale.
Il ponteggio “risultava costruito a distanza dal muro superiore a 20 cm, le tavole, insufficienti a completare il piano di calpestio, non erano fissate. È probabile che in queste condizioni il movimento dell’infortunato abbia fatto ribaltare una tavola e provocato così la caduta nel vuoto”. È evidente l’inadeguatezza del ponteggio,
 

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Anche il secondo caso è chiaramente relativo ad attività in ambito edile.
Un operaio sta eseguendo il lavoro di stuccatura delle copertine in cotto esterne al parapetto del balcone sito al terzo piano di un edificio in costruzione.
Per realizzare un comodo piano di lavoro, l’operaio utilizza la gru installata in cantiere predisponendo sulla forca un bancale in legno. Posiziona quindi la forca con il bancale in prossimità dell’angolo del balcone e si posiziona sopra il bancale.
Per stabilizzare la forca dalle oscillazioni, provvede “ad accostare la parte del bancale corrispondente alla punta dei bracci della forca, all’intradosso (superficie inferiore) del balcone mettendo in tensione la fune di sollevamento azionando sulla pulsantiera a radiocomando che aveva con se”.
L'azione di sollevamento impressa dall’infortunato deforma, piegandoli verso il basso, i bracci della forca facendo perdere stabilità al bancale, e facendo cadere il lavoratore. Il limitatore di carico della gru risultava non aver funzionato.
Al di là del malfunzionamento del limitatore di carico è evidente l’uso improprio e pericoloso della gru.
 
Il terzo caso è relativo ad un incidente in un cantiere edile, durante il montaggio di lapidi in un cimitero.
Un lavoratore monta e stucca le lapidi su loculi posti ad un'altezza di 5 metri rispetto al piano del loggiato che a sua volta era a 3 metri dal terreno.
Per l'esecuzione dei lavori l'infortunato utilizza un elevatore idraulico sviluppabile, ad azionamento manuale, dotato di piattaforma per il sollevamento (della bara) ed utilizzata, per l'occasione come piano di lavoro, oltre ad una scala manuale a pioli in alluminio appoggiata lateralmente all'elevatore, che gli consente di accedere alla piattaforma stessa.
Dopo aver eseguito i lavori di posa e stuccatura delle lapidi, l'infortunato procede a scendere dal piano di lavoro attraverso la scala a pioli, reggendo con una mano il secchio, ma nella fase di discesa perde l'equilibrio e lo sbandamento laterale della scala, verso il lato aperto del loggiato, lo catapulta nel vuoto al di là della ringhiera, fino a farlo cadere rovinosamente sul terreno al piano sottostante.
Non risulta essere stato adottato alcun dispositivo di trattenuta della scala al fine di garantirne la stabilità contro lo spostamento e le oscillazioni laterali e non è stato usato il casco di protezione.
Sono evidenti anche in questo caso sia gli errori procedurali, ad esempio lo scendere la scala reggendo con la mano un secchio, sia i problemi correlati ad un mancato ancoraggio e alla mancanza di DPI.
 
La prevenzione
Suva, istituto svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, si è occupato più volte dei rischi professionali di imbianchini (o “pittori”, come sono spesso chiamati in territorio elvetico), gessatori (i lavoratori che rifiniscono le costruzioni grezze realizzate dai muratori) e stuccatori, …
E gli infortuni più frequenti rilevati dall’istituto sono da imputare a strutture improvvisate, all’impiego di pannelli per casseratura come piano di calpestio e a comportamenti azzardati.
 
Per fornire qualche concreto elemento di prevenzione riprendiamo dal documento di Suva dal titolo “ Otto regole vitali per pittori e gessatori”, alcune importanti regole per la prevenzione di incidenti e infortuni, regole rivolte direttamente a lavoratori e superiori (preposti, dirigenti, …):
 
  - “sul lavoro non improvvisiamo, tanto meno nei vani scala.  Lavoratore: lavoro solo da una postazione sicura e adeguata.  Superiore: faccio in modo che sul posto di lavoro ci siano adeguate attrezzature di lavoro. È vietata qualsiasi soluzione improvvisata;
 
-per i lavori in altezza utilizziamo di regola un ponteggio. Lavoratore: se manca un ponteggio sicuro, chiedo al mio superiore cosa fare.  Superiore: per i lavori in altezza faccio montare un ponteggio. Se non è possibile, stabilisco un altro metodo di lavoro sicuro;
 
 - mettiamo in sicurezza i lati aperti a partire da un’altezza di caduta di 2 metri.  Lavoratore: lavoro in prossimità dei lati aperti con rischio di caduta solo se sono messi in sicurezza.  Superiore: faccio in modo che sul posto sia disponibile il materiale necessario per la messa in sicurezza dei lati aperti;
 
 - controlliamo i ponteggi ogni giorno. Lavoratore: salgo solo su ponteggi sicuri che impediscono le cadute dall’alto.  Superiore: verifico i ponteggi e gli accessi al primo utilizzo e poi ogni giorno;
 
-scegliamo e adoperiamo correttamente la scala a pioli adeguata alla situazione.  Lavoratore: prima di scegliere una scala ne parlo con il mio superiore. Mi attengo alle regole per l’uso in sicurezza delle scale a pioli. Superiore: prima di iniziare i lavori sulle scale parlo con i dipendenti;
 
 - mettiamo in sicurezza le aperture nel pavimento con coperture resistenti alla rottura. Lavoratore: se scopro delle aperture non protette nel pavimento, le metto subito in sicurezza.  Superiore: verifico il cantiere regolarmente e faccio mettere in sicurezza le aperture nel pavimento;
 
-lavoriamo solo se le aperture nelle pareti sono state messe in sicurezza. Lavoratore: lavoro in prossimità delle aperture nelle pareti solo se queste sono state messe in sicurezza. Superiore: faccio mettere in sicurezza subito le aperture nelle pareti;
 
-utilizziamo i dispositivi di protezione individuale. Lavoratore: sul lavoro mi porto i dispositivi di protezione necessari e li uso sempre. Superiore: mi assicuro che i lavoratori ricevano i necessari dispositivi di protezione e che li utilizzino. Anch’io li uso”.
 
 
 
Pagina introduttiva del sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero 243, 558, 644 (archivio incidenti 2005/2008).
 
 
 
Tiziano Menduto


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Rispondi Autore: Antonio Spallanzani - likes: 0
13/04/2012 (08:50:56)
Imparare dagli errori: gli incidenti nelle attività di stuccatura . Ma in cantiere purtroppo è tutta un'altra cosa . Spesso Non si riesce a gestire nulla . Solo risposte evasive, si, ma, però .... non si va avanti , tutte scuse per lavorare in condizioni penose ! Il coordinatore , anche se presente non viene considerato . Neppure il Committente . I lavori proseguono nel bene e nel male . ( purtroppo)

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