Un affascinante studio sul furto di identità informatico
Ormai tutti sappiamo come il furto di identità, per mezzi informatici, stia diventando un fenomeno sempre più diffuso con conseguenze di notevole gravità sui soggetti coinvolti. Ecco il motivo per cui il Dipartimento della giustizia degli Stati Uniti ha pubblicato un ponderoso documento, nel quale viene analizzato il fenomeno con un’acribia apprezzabile.
Cominciamo ad analizzare i profitti maturati da chi perpetra questa attività criminosa.
Le perdite finanziarie dovute furto di identità hanno superato i 15 miliardi di dollari, nei confronti dei 16 milioni di vittime.
Il 7% delle vittime ha denunciato questo furto identità alla polizia e l’88% ha preso contatto con la società che emetteva le carte di credito o la sua banca. Un’elevata percentuale delle vittime ha dichiarato di aver sofferto una pesante stress emotivo.
Nel 90% dei furti d’identità, incidenti più frequenti riguardano l’utilizzo improprio o il tentato utilizzo improprio di interventi su conti correnti bancari con carte di credito. L’85% delle vittime ha dichiarato di essere stato coinvolto in questa specifica tipo di truffa.
L’analisi demografica delle vittime ha messo in evidenza che vi è equilibrio fra soggetti colpiti maschili o femminili.
Le persone in razza bianca vengono maggiormente presi di mira dai criminali, rispetto ai neri, gli ispanici e gli asiatici.
Le persone con una facilità fa 35 49 anni rappresentano il 24% dei residenti negli Stati Uniti, di età superiore ai 16 anni, ma queste persone rappresentano il 29% di tutte le vittime di furto identità.
Si tratta di un tema che è tanto degli Stati Uniti, quanto lo è in Europa in Italia e ci auguriamo che quanto prima degli organismi specializzati, come ad esempio alla recentemente formata agenzia per la cybersicurezza, possa condurre un’indagine similare, per mettere in guardia gli italiani su questo specifico crimine, che arreca danni emotivi ed economici.
Adalberto Biasiotti
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