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Sicurezza informatica: individuate diverse tipologie di hackers
L'osservatorio sulla criminalità Ict, istituito nel 1996 dal Forum per la tecnologia per l'informazione e dal centro space dell'Università Bocconi di Milano per monitorare i fenomeni criminali legati ai sistemi di information and communication technology in Italia, ha pubblicato il suo secondo rapporto.
Lo studio intitolato "Cyberwar o sicurezza?" ha permesso di individuare quattro diverse tipologie di hackers.
Il primo tipo di hacker, che può essere definito tradizionale, è legato ad attacchi alle difese informatiche, al furto di dati ed è caratterizzato da una forte inclinazione alla trasgressività e da un quoziente intellettuale molto superiore alla norma.
L'hacker tradizionale agisce prevalentemente da solo, anche se cerca l'ammirazione da parte degli altri.
Il secondo tipo caratterizza i ricattatori informatici, ovvero gli esperti di frode finanziaria e spionaggio industriale a scapito di banche, e piccole e medie aziende. Questo genere di hackers agisce fondamentalmente in gruppo e spesso è collegato alla criminalità organizzata.
Il terzo gruppo individuato è costituito dai produttori e inseritori di virus, che hanno come obiettivo le grandi organizzazioni governative, le società multinazionali, i sistemi sanitari e gli ospedali.
Anche questi ultimi lavorano principalmente da soli, ma vi è il sospetto che la produzione di virus sia commissionata da grandi imprese e hanno come principale obiettivo il sabotaggio di reti, sistemi e siti web.
L'ultima categoria di hackers, finora individuata, è quella dei Cyberterroristi, che mirano alla diffusione di terrore nella popolazione attraverso attacchi a istituzioni, organizzazioni e società multinazionali.
In Italia sono già state condotte alcune azioni anti-hackers: nel 1998 ad esempio a difesa del sito della Rai, oppure nel giugno 1999 per contrastare la vendita via Internet di programmi illecitamente duplicati.
Lo studio intitolato "Cyberwar o sicurezza?" ha permesso di individuare quattro diverse tipologie di hackers.
Il primo tipo di hacker, che può essere definito tradizionale, è legato ad attacchi alle difese informatiche, al furto di dati ed è caratterizzato da una forte inclinazione alla trasgressività e da un quoziente intellettuale molto superiore alla norma.
L'hacker tradizionale agisce prevalentemente da solo, anche se cerca l'ammirazione da parte degli altri.
Il secondo tipo caratterizza i ricattatori informatici, ovvero gli esperti di frode finanziaria e spionaggio industriale a scapito di banche, e piccole e medie aziende. Questo genere di hackers agisce fondamentalmente in gruppo e spesso è collegato alla criminalità organizzata.
Il terzo gruppo individuato è costituito dai produttori e inseritori di virus, che hanno come obiettivo le grandi organizzazioni governative, le società multinazionali, i sistemi sanitari e gli ospedali.
Anche questi ultimi lavorano principalmente da soli, ma vi è il sospetto che la produzione di virus sia commissionata da grandi imprese e hanno come principale obiettivo il sabotaggio di reti, sistemi e siti web.
L'ultima categoria di hackers, finora individuata, è quella dei Cyberterroristi, che mirano alla diffusione di terrore nella popolazione attraverso attacchi a istituzioni, organizzazioni e società multinazionali.
In Italia sono già state condotte alcune azioni anti-hackers: nel 1998 ad esempio a difesa del sito della Rai, oppure nel giugno 1999 per contrastare la vendita via Internet di programmi illecitamente duplicati.
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