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Gli italiani hanno paura dell’e-commerce?
Nei giorni scorsi l’Istat ha presentato una indagine sull’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle imprese con almeno 10 addetti.
L’indagine ha inteso valutare la diffusione e l’utilizzo delle tecnologie informatiche, la presenza delle imprese sul web e l’impiego del commercio elettronico.
Inoltre ha voluto indagare su motivazioni, benefici e ostacoli relativi all’utilizzo delle tecnologie informatiche e delle reti di comunicazione.
In generale i risultati fanno riferimento al 31 gennaio del 2002, ad eccezione di quelli relativi al commercio elettronico che si riferiscono all’anno 2001.
I risultati si basano sulle risposte date da 11.446 imprese rappresentative delle 161.452 imprese italiane con almeno 10 addetti che sono attive nell’industria in senso stretto (settore manifatturiero e settore energetico) e in alcuni settori dei servizi.
Secondo le rilevazioni Istat a gennaio del 2002 il 93,8% delle imprese italiane con almeno 10 addetti ha un personal computer, ma solo il 41,8% degli addetti utilizza il pc almeno una volta alla settimana e poco più della metà di questi utilizza computer connessi ad Internet. Strumenti quali l’e-mail e la rete Internet sono diffusi in almeno tre imprese su quattro, mentre quasi la metà delle imprese con almeno 10 addetti è provvista di un sito web (47,3%); minore è la diffusione delle reti chiuse quali Intranet (29,1%) ed Extranet (13,9%).
Come fruitrici di servizi, le imprese utilizzano Internet per usufruire di servizi finanziari (39,4%), per analizzare il mercato e ricevere prodotti e servizi digitali (rispettivamente 29,3% e 25,1%) ed infine per ottenere servizi post-vendita (11,1%).
Come fornitrici di servizi, le imprese utilizzano Internet soprattutto per pubblicizzare i propri prodotti (41,4%) e per facilitare l’accesso a cataloghi on line e liste dei prezzi (20,2%). I due scopi più legati al commercio elettronico (consegna di prodotti digitali e fornitura di servizi post- vendita) sono stati segnalati da non più del 3,4% delle imprese.
In merito agli ostacoli che si frappongono all’utilizzo di Internet, le imprese segnalano in particolare la mancanza di sicurezza informatica (54,6%), seguito da quelli relativi alla trasmissione dati troppo instabile o lenta (33,0%) e alla mancanza di benefici derivanti dall’utilizzo di Internet (25,1%).
Gli altri tre ostacoli (perdita di tempo, costi alti di accesso e difficoltà ad ottenere risorse qualificate) sono stati segnalati da un più contenuto numero di imprese che in nessun caso raggiunge il 18%.
La mancanza di sicurezza informatica compare anche tra gli ostacoli che frenano le aziende nei confronti degli acquisti on line.
Nel 2001 solo il 7,9% delle imprese al di sopra dei 10 addetti ha effettuato transazioni economiche on line.
Le imprese attive nel commercio elettronico via Internet considerano più importanti gli ostacoli relativi al limitato numero di fornitori in grado di ricevere ordini on line (70,1%), la scarsa sicurezza dei pagamenti e l’incertezza del quadro legale di riferimento (circa 68%), la difficile adattabilità delle proprie attività ad uno scambio elettronico (56,9%). Seguono con percentuali tra il 43,5% e il 30,8% gli ostacoli inerenti problemi logistici, costi di consegna elevati e difficile integrazione con la contabilità aziendale, utilizzo delle lingue straniere.
L’indagine ha inteso valutare la diffusione e l’utilizzo delle tecnologie informatiche, la presenza delle imprese sul web e l’impiego del commercio elettronico.
Inoltre ha voluto indagare su motivazioni, benefici e ostacoli relativi all’utilizzo delle tecnologie informatiche e delle reti di comunicazione.
In generale i risultati fanno riferimento al 31 gennaio del 2002, ad eccezione di quelli relativi al commercio elettronico che si riferiscono all’anno 2001.
I risultati si basano sulle risposte date da 11.446 imprese rappresentative delle 161.452 imprese italiane con almeno 10 addetti che sono attive nell’industria in senso stretto (settore manifatturiero e settore energetico) e in alcuni settori dei servizi.
Secondo le rilevazioni Istat a gennaio del 2002 il 93,8% delle imprese italiane con almeno 10 addetti ha un personal computer, ma solo il 41,8% degli addetti utilizza il pc almeno una volta alla settimana e poco più della metà di questi utilizza computer connessi ad Internet. Strumenti quali l’e-mail e la rete Internet sono diffusi in almeno tre imprese su quattro, mentre quasi la metà delle imprese con almeno 10 addetti è provvista di un sito web (47,3%); minore è la diffusione delle reti chiuse quali Intranet (29,1%) ed Extranet (13,9%).
Come fruitrici di servizi, le imprese utilizzano Internet per usufruire di servizi finanziari (39,4%), per analizzare il mercato e ricevere prodotti e servizi digitali (rispettivamente 29,3% e 25,1%) ed infine per ottenere servizi post-vendita (11,1%).
Come fornitrici di servizi, le imprese utilizzano Internet soprattutto per pubblicizzare i propri prodotti (41,4%) e per facilitare l’accesso a cataloghi on line e liste dei prezzi (20,2%). I due scopi più legati al commercio elettronico (consegna di prodotti digitali e fornitura di servizi post- vendita) sono stati segnalati da non più del 3,4% delle imprese.
In merito agli ostacoli che si frappongono all’utilizzo di Internet, le imprese segnalano in particolare la mancanza di sicurezza informatica (54,6%), seguito da quelli relativi alla trasmissione dati troppo instabile o lenta (33,0%) e alla mancanza di benefici derivanti dall’utilizzo di Internet (25,1%).
Gli altri tre ostacoli (perdita di tempo, costi alti di accesso e difficoltà ad ottenere risorse qualificate) sono stati segnalati da un più contenuto numero di imprese che in nessun caso raggiunge il 18%.
La mancanza di sicurezza informatica compare anche tra gli ostacoli che frenano le aziende nei confronti degli acquisti on line.
Nel 2001 solo il 7,9% delle imprese al di sopra dei 10 addetti ha effettuato transazioni economiche on line.
Le imprese attive nel commercio elettronico via Internet considerano più importanti gli ostacoli relativi al limitato numero di fornitori in grado di ricevere ordini on line (70,1%), la scarsa sicurezza dei pagamenti e l’incertezza del quadro legale di riferimento (circa 68%), la difficile adattabilità delle proprie attività ad uno scambio elettronico (56,9%). Seguono con percentuali tra il 43,5% e il 30,8% gli ostacoli inerenti problemi logistici, costi di consegna elevati e difficile integrazione con la contabilità aziendale, utilizzo delle lingue straniere.
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