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Truffa o "pesce d’aprile"?
La notizia è apparsa sui quotidiani locali del Veneto.
Quattro persone sono state arrestate per una singolare (ma non nuova) truffa.
I malviventi avrebbero proposto ad alcune persone un “affare”: la duplicazione di banconote di vario taglio, tramite un processo chimico.
Affermavano infatti di essere in possesso di un reagente chimico che, utilizzato su carta filigranata messa a contato con una banconota autentica, avrebbe riprodotto esattamente la banconota.
Con abilità di prestigiatori davano prova di una “duplicazione” e, per rendere più credibile la vicenda affermavano che la carta filigranata era originale, rubata a uno stanziamento di fondi a favore dell'Organizzazione mondiale della sanità per i paesi africani, messo a disposizione della Banca centrale europea.
Il titolare di una discoteca del Vicentino, contattato dai malviventi per realizzare l’”affare”, ha pensato di avvertire la Guardia di Finanza.
L’imprenditore ha finto di accettare l’invito, affidando ai truffatori 40mila euro per il “processo chimico”. Quando i truffatori sono fuggiti i soldi “veri”, sono stati bloccati dalla Guardia di Finanza.
Quattro persone sono state arrestate per una singolare (ma non nuova) truffa.
I malviventi avrebbero proposto ad alcune persone un “affare”: la duplicazione di banconote di vario taglio, tramite un processo chimico.
Affermavano infatti di essere in possesso di un reagente chimico che, utilizzato su carta filigranata messa a contato con una banconota autentica, avrebbe riprodotto esattamente la banconota.
Con abilità di prestigiatori davano prova di una “duplicazione” e, per rendere più credibile la vicenda affermavano che la carta filigranata era originale, rubata a uno stanziamento di fondi a favore dell'Organizzazione mondiale della sanità per i paesi africani, messo a disposizione della Banca centrale europea.
Il titolare di una discoteca del Vicentino, contattato dai malviventi per realizzare l’”affare”, ha pensato di avvertire la Guardia di Finanza.
L’imprenditore ha finto di accettare l’invito, affidando ai truffatori 40mila euro per il “processo chimico”. Quando i truffatori sono fuggiti i soldi “veri”, sono stati bloccati dalla Guardia di Finanza.
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