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Ospedali e laboratori sanno gestire le emergenze?
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Il personale delle strutture ospedaliere italiane non è sufficientemente preparato ad affrontare le emergenze. Lo afferma il IV Rapporto “Ospedale sicuro”, realizzata da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, prendendo in considerazione 19 strutture ospedaliere e 15 laboratori di analisi cliniche.
L’indagine ha rilevato un miglioramento nella sicurezza degli edifici, della vigilanza e dell’organizzazione, ma carenze sono state evidenziate nel personale.”In situazioni di emergenza e di rischio, – rilevano i curatori dell’indagine - gli operatori sanitari potrebbero non sapere cosa fare: pur affermando di aver ricevuto informazioni sui rischi in ospedale, dimostrano di non avere un buon livello di conoscenze operative, in quanto ignorano provvedimenti, mappe o procedure per prevenire i rischi.”
Nonostante il miglioramento generale delle strutture, sono presenti ancora alcune aree critiche, quali ad esempio la presenza di barriere architettoniche all’ingresso principale di 4 ospedali. Ostacoli sono stati riscontrati anche in percorsi comuni, laboratori di analisi e nei reparti di degenza di alcuni ospedali. E’ stata rilevata con frequenza la presenza di barelle o letti aggiunti nei reparti in quattro ospedali e la presenza di malati in piedi in attesa in 7 ospedali. Lo stato di adeguamento alle normative degli impianti generali è ancora insufficiente con un deficit del 13% degli impianti elettrici, del 25% per la prevenzione degli incendi e del 20% degli impianti idrici.
Il giudizio negativo attribuito al personale deriva dalla valutazione dei seguenti fattori: gli operatori conoscono poco la mappa dei rischi (il valore registrato è 32 su un 100 ottimale), il piano di emergenza per gli impianti dei gas medicinali (22/100), il manuale informativo sui rischi (46/100), le procedure antincendio (55/100). Basso anche il livello di conoscenza dei simboli e dei marchi delle apparecchiature (55/100), della segnaletica (71/100) e, soprattutto, dei dispositivi medici (26/100).
La predisposizione di regole e procedure per la gestione degli incidenti manca o è molto insufficiente in circa metà degli ospedali, mentre solo il 54% del personale dichiara di avere ricevuto una qualche istruzione per segnalare eventuali incidenti.
L’indagine sui 15 laboratori, pur rilevando un miglioramento, evidenzia la permanenza di aree critiche pericolose. Metà dei laboratori indagati ha ottenuto la Certificazione di qualità e l’altra metà l’ha richiesta. Esiste un ritardo, nel 20% dei laboratori, nella adozione di procedure per la registrazione e la gestione degli incidenti: nel dettaglio, nel 10% dei casi manca il registro per gli incidenti di laboratorio, nel 30% il sistema informatizzato per la gestione delle apparecchiature e nel 25% per la prevenzione degli errori.
Il personale delle strutture ospedaliere italiane non è sufficientemente preparato ad affrontare le emergenze. Lo afferma il IV Rapporto “Ospedale sicuro”, realizzata da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, prendendo in considerazione 19 strutture ospedaliere e 15 laboratori di analisi cliniche.
L’indagine ha rilevato un miglioramento nella sicurezza degli edifici, della vigilanza e dell’organizzazione, ma carenze sono state evidenziate nel personale.”In situazioni di emergenza e di rischio, – rilevano i curatori dell’indagine - gli operatori sanitari potrebbero non sapere cosa fare: pur affermando di aver ricevuto informazioni sui rischi in ospedale, dimostrano di non avere un buon livello di conoscenze operative, in quanto ignorano provvedimenti, mappe o procedure per prevenire i rischi.”
Nonostante il miglioramento generale delle strutture, sono presenti ancora alcune aree critiche, quali ad esempio la presenza di barriere architettoniche all’ingresso principale di 4 ospedali. Ostacoli sono stati riscontrati anche in percorsi comuni, laboratori di analisi e nei reparti di degenza di alcuni ospedali. E’ stata rilevata con frequenza la presenza di barelle o letti aggiunti nei reparti in quattro ospedali e la presenza di malati in piedi in attesa in 7 ospedali. Lo stato di adeguamento alle normative degli impianti generali è ancora insufficiente con un deficit del 13% degli impianti elettrici, del 25% per la prevenzione degli incendi e del 20% degli impianti idrici.
Il giudizio negativo attribuito al personale deriva dalla valutazione dei seguenti fattori: gli operatori conoscono poco la mappa dei rischi (il valore registrato è 32 su un 100 ottimale), il piano di emergenza per gli impianti dei gas medicinali (22/100), il manuale informativo sui rischi (46/100), le procedure antincendio (55/100). Basso anche il livello di conoscenza dei simboli e dei marchi delle apparecchiature (55/100), della segnaletica (71/100) e, soprattutto, dei dispositivi medici (26/100).
La predisposizione di regole e procedure per la gestione degli incidenti manca o è molto insufficiente in circa metà degli ospedali, mentre solo il 54% del personale dichiara di avere ricevuto una qualche istruzione per segnalare eventuali incidenti.
L’indagine sui 15 laboratori, pur rilevando un miglioramento, evidenzia la permanenza di aree critiche pericolose. Metà dei laboratori indagati ha ottenuto la Certificazione di qualità e l’altra metà l’ha richiesta. Esiste un ritardo, nel 20% dei laboratori, nella adozione di procedure per la registrazione e la gestione degli incidenti: nel dettaglio, nel 10% dei casi manca il registro per gli incidenti di laboratorio, nel 30% il sistema informatizzato per la gestione delle apparecchiature e nel 25% per la prevenzione degli errori.
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