IMMAGINI DELL’INSICUREZZA
Un lettore, prendendo spunto dalle immagini in tema di cadute dall’alto pubblicate nel numero 1393, ci scrive alcune considerazioni sul rapporto tra i rischi che si corrono “normalmente” e imprudentemente nella vita privata e la mancanza di diffusione di una cultura della sicurezza.
“Giustamente avete ripreso l'argomento delle cadute dall'alto come una delle principali cause di infortuni in ambito lavorativo. Ci sono, appunto, i dati INAIL a dimostrarlo. D'altra parte in fabbrica o nel cantiere, ognuno di noi si porta la mentalità e lo stile di vita che ha fuori. In fabbrica ci si deve adeguare alle leggi dello stato, a casa propria invece una scala va bene finché dura e unici criteri di scelta per l'acquisto, sono: il costo (+ basso è e meglio è) e l'ingombro (deve starci nei piccoli angoli nascosti dove siamo costretti a metterla in mancanza di garage, sgabuzzini o simile).
In ambito extra lavorativo, nella galassia dai confini così indefinibili dell'infortunistica domestica, il dato sulle cadute dall'alto è meno certo, ma tendenzialmente conferma la situazione nota in ambito lavorativo. Il fenomeno è imputabile in gran parte al comportamento individuale, in larga parte imprudente e sintomo di una mentalità che è ben raffigurata da una foto che vi allego”.
“L'autore ha ripreso l'immagine a Monza durante l'ultimo Gran Premio d'Italia. Mi ha precisato che la scena si svolgeva praticamente di fronte alla tribuna VIP dove nessuno evidentemente ha avuto nulla da ridire sul comportamento di quelle persone, nemmeno gli addetti alla sicurezza, forse distratti da altro. La prevenzione intesa come mentalità per lavorare o vivere senza farsi del male o ammazzarsi, va bene solo quando i giornali hanno qualche grosso guaio da sbattere in prima pagina e fare la notizia”.
Alvaro Cavenaghi
Resp. piattaforma I.S.A. di Rhodia Italia
RSPP sito Ceriano Laghetto