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Il 31% delle aziende italiane ha subito almeno una frode nel 2001

Una ricerca realizzata dalla PricewaterhouseCoopers, e pubblicata da un quotidiano economico italiano, ha messo in luce l'entita' delle frodi ai danni delle aziende europee nel corso del 2001.

Campione della indagine sono state oltre 3.400 aziende, organizzazioni non profit e istituti governativi presenti in 12 Paesi dell'Europa occidentale (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito) e tre dell'Europa centrale (Repubblica ceca, Ungheria, Polonia).
In Italia sono state prese in esame 234 aziende, per un terzo con fatturati di oltre mille miliardi e organici di oltre mille addetti.

A livello europeo, il 24% delle imprese fino a 5mila dipendenti e' stata vittima di frodi; percentuale che sale al 43% per quelle di maggiori dimensioni, e raggiunge il 70% per la Germania e il Regno Unito.
Nel nostro Paese invece il tasso di incidenza e' pari al 31%.
Nei Paesi dell'Europa occidentale le imprese piu' colpite sono quelle operanti nei servizi finanzari e bancari (51,4%); nei tre Paesi dell'Europa centrale considerati e' invece il settore chimico-farmaceutico (45%).

L'indagine della PricewaterhouseCoopers ha rilevato che la tipologia di crimine più frequente (63%) è l'appropriazione indebita di beni aziendali da parte di dipendenti o amministratori.
In Italia la frode aziendale più diffusa è considerata la corruzione (36,6%); seguita dall'appropriazione indebita (20,5%) e dai reati di tipo fiscale (18,8%).

Guardando al futuro, circa il 43% delle aziende europee intervistate ritiene che fonte di preoccupazione maggiore sono le frodi informatiche; di questo avviso e' anche il 60% delle aziende italiane intervistate.
Le imprese non parlano, però, volentieri delle frodi informatiche subite, per non ledere l'immagine dell'azienda.

Valutando i danni economici, dovuti alle frodi, subiti dalle 536 aziende di maggiori dimensioni intervistate, le stime si aggirano complessivamente attorno a 7mila miliardi di lire, in media quindi 12 miliardi di lire per singola azienda.
A questi si devono aggiungere i danni collaterali: il 36% delle aziende ritiene che le frodi abbiano un impatto negativo sul morale dei dipendenti e il 16% che danneggino l'immagine aziendale.
Per quanto riguarda l'Italia, la sottrazione di beni aziendali, subìta da due terzi delle aziende italiane intervistate, è costata in molti casi oltre mezzo miliardo di lire.




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