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“Come creare un ambiente di lavoro libero da fumo”

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Sicurezza delle persone

03/12/2004

Disponibile on line una guida pratica per imprenditori, lavoratori e cittadini alla applicazione delle disposizioni antifumo (articolo 51 della legge 3/2003). I lavoratori fumatori costano di piu’ alle aziende…

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Scade il 10 gennaio 2005 il termine per l’applicazione delle disposizioni antifumo nei locali pubblici o aperti al pubblico e nei luoghi di lavoro. La Legge 3/2003, articolo 51 prevede che, entro un anno dal regolamento di attuazione, tutti i luoghi di lavoro siano adeguati alla nuova normativa, cioè dal 10-01-2005 sarà espressamente vietato fumare in tutti i” locali chiusi ad eccezione di a) quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico, b) quelli riservati ai fumatori e come tali contrassegnati”.
Una scadenza che obbliga le aziende ad attuare misure di controllo del fumo, realizzando apposite aree separate con spazi per fumatori forniti di ricambio d’aria, oppure ad optare per la messa al bando del fumo in ogni area dell’azienda.
Un gruppo di esperti, sotto l’ egida della Associazione Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Respiratorie (AIMAR- Milano) e dell’ Istituto Superiore di Sanità (Roma), ha realizzato una guida che ha messo a confronto tali soluzioni.

Dal punto di vista strettamente economico, i lavoratori fumatori costano di più alle aziende. Vi sono costi legati alle risorse umane e costi legati alle attrezzature della azienda.
“Per quanto riguarda la prima categoria, i costi diretti sono sostanzialmente legati alle malattie causate dal fumo. – spiega la guida - Gli effetti del fumo sull'attività lavorativa si traducono in 6.5 giorni aggiuntivi annui d'assenza, con un maggior utilizzo dei servizi sanitari corrispondente a 6 visite in più per anno e a 4 visite in più per anno per i figli di fumatori.
I costi indiretti invece comprendono ridotta produttività (le attività correlate al fumo occupano circa l'8% del tempo lavorativo, si ha una parallela riduzione della produttività), assenteismo, maggior turnover del personale legato a prematura morte o invalidità dei fumatori.
Sono costi indiretti anche quelli derivanti dal disagio e dalle malattie originati nei non fumatori dalla esposizione al fumo passivo.

Infine, essendo il fumo di tabacco causa spesso di scoppi e incendi, anche i costi da questi derivati sono da ascriversi al fumo, almeno in parte. Negli Stati Uniti è stato calcolato (nel 1991) un costo aggiuntivo annuale di circa 1300 dollari per ogni dipendente fumatore”.

Una tabella riassume il confronto tra l’adozione della soluzione di creare aree separate con spazi per fumatori forniti di ricambio d’aria e quella di creare una “azienda senza fumo”.
Nel caso si adotti la prima opzione, si consente di fumare solo all’ interno degli spazi riservati ai fumatori, che devono essere dotati di impianti idonei e separati di ricambio dell'aria.
I vantaggi di tale soluzione sono principalmente i seguenti: è in regola con le leggi vigenti, riduce l’esposizione dei non fumatori al fumo passivo, i fumatori non sono costretti a uscire all’esterno.
Gli svantaggi dell’adozione di questa soluzione si possono individuare nel fatto che richiede spazio ed ha costi non indifferenti (si devono costruire e mantenere le zone separate e i sistemi relativi di ventilazione). Non trascurabile inoltre che tale soluzione non ha effetti positivi sulla salute dei lavoratori fumatori (non riduce quindi i costi per assenze per malattia, …).

La seconda opzione prospettata è quella di creare una azienda “senza fumo”. In questo caso non è consentito fumare all’interno dell’ azienda, ma è permesso fumare solo all’esterno. I dipendenti fumatori devono astenersi dal fumo durante tutta la giornata lavorativa oppure uscire dall’azienda.
Questa soluzione assicura indubbi vantaggi in termini di salute dei lavoratori e di riduzione dei costi per l’ azienda, in quanto è poco costosa, è in regola con le leggi vigenti, riduce al minimo i rischi di esposizione al fumo passivo per i dipendenti e assicura a tutti i dipendenti (compresi i
fumatori) il maggior beneficio in termini di salute e sicurezza, in quanto, oltre a proteggere i non fumatori, può indurre molti fumatori a tentare di smettere e comunque determina la riduzione del numero di sigarette fumate dai dipendenti. L’azienda “senza fumo” inoltre riduce le spese di manutenzione.
Tuttavia l’adozione di questa soluzione può sollevare maggiore conflittualità e perciò richiede maggiore cura nel pianificare gli interventi e maggiori risorse per l’ assistenza ai lavoratori fumatori. Tra i gli svantaggi di tale soluzione vi è il fatto che costringe i dipendenti a modificare lo stile di vita, generando malcontento nei dipendenti fumatori; i dipendenti che fumano all’esterno potrebbero danneggiare l’immagine dell’azienda.

La guida prende inoltre in esame ulteriori aspetti, tra i quali: segnalazioni e cartellonistica, apparato sanzionatorio, informazione e formazione, rapporti con il Servizio di Prevenzione e Protezione e con Medico Competente, rapporti con Sindacati, controllo di qualità dell’applicazione della politica scelta.
Un intero capitolo è destinato all’aiuto ai fumatori per un ambiente di lavoro senza fumo.

La guida
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