
L’importanza dell’approccio one health per la tutela della salute

Roma, 9 Mag – Come ricordato dall’Istituto Superiore di Sanità in materia di “ Salute globale e disuguaglianze di salute”, la visione olistica One Health, un modello sanitario basato sull'integrazione di discipline diverse, “è antica e al contempo attuale. Si basa sul riconoscimento che la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema siano legate indissolubilmente”. Ed è riconosciuta dal Ministero della Salute italiano, dalla Commissione Europea e da tutte le organizzazioni internazionali “quale strategia rilevante in tutti i settori che beneficiano della collaborazione tra diverse discipline (medici, veterinari, ambientalisti, economisti, sociologi etc.)”.
La filiera agroalimentare rappresenta il contesto di elezione per l’approccio di questa visione olistica di “salute unica”. Infatti la “ diffusione di zoonosi e/o di malattie croniche multifattoriali, l'emergenza di resistenze antimicrobiche e dell'inquinamento ambientale, l’impatto della lotta integrata alle avversità delle coltivazioni, la perdita della biodiversità e i cambiamenti climatici” sono aspetti fortemente “interconnessi nel sistema della produzione di cibo”.
In questo ambito, questa strategia di salute unica “è anche principio fondante della strategia ‘dal produttore al consumatore’ che affronta in modo globale le sfide poste dal conseguimento di sistemi alimentari sostenibili, riconoscendo i legami inscindibili tra persone sane, società sane e un pianeta sano”.
A parlare in questi termini dell’importanza della strategia One Health è la premessa di un nuovo documento pubblicato dall’ Inail e curato dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila).
La nuova monografia - dal titolo “Approccio one health per la tutela della salute umana, animale e dell’ambiente nella filiera alimentare” – intende contribuire alla conoscenza della strategia One Health applicata al settore della zootecnia e dell’agricoltura e delle interazioni con l’ambiente, nel contesto delle politiche comunitarie.
Il contenuto nasce dal lavoro di ricerca interdisciplinare del Dipartimento Dimeila, curato da Paola Melis (Inail, Dimeila) ed elaborato da vari autori dello stesso Dipartimento, del Dipartimento DIT (Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici) e dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie.
Nell’articolo di presentazione del documento affrontiamo i seguenti argomenti:
- L’importanza dell’approccio one health per la tutela della salute
- L’approccio one health e i dodici principi di Manhattan
- L’indice del documento Inail
L’importanza dell’approccio one health per la tutela della salute
Ci soffermiamo oggi in particolare sul contributo dal titolo “Paradigma one health”, a cura di M. Gherardi, P. Tomao e N. Vonesch (Inail, Dimeila). Si ricorda, innanzitutto, che il termine “filiera agroalimentare” indica “l’insieme di tutte le fasi che un alimento attraversa a partire dalla produzione/ raccolta della materia prima fino al consumo da parte dell’utente finale, includendo anche il trasporto, la distribuzione, la trasformazione e la commercializzazione”.
Riguardo all’approccio one health si segnala che “alimenti non sicuri contaminati da batteri, virus, parassiti o da sostanze chimiche nocive possono causare più di 200 malattie diverse, dalla diarrea al cancro”. E l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) “stima che nel mondo ogni anno 600 milioni di persone si ammalano a causa dell'ingestione di cibo contaminato, causando 420.000 decessi e la perdita di 33 milioni di anni di vita in buona salute (DALY)”.
E ricordando che anche la pandemia da COVID-19 “ha avuto ripercussioni significative anche sui sistemi agroalimentari”, si evidenzia “l’importanza di una gestione ecosostenibile e attenta verso la salute, l’ambiente e la sicurezza degli alimenti, basata su un approccio di tipo One Health (OH), salute unica”.
In particolare alla base di questo approccio olistico in relazione alla filiera agroalimentare “bisogna considerare che il 75% di tutte le malattie infettive umane emergenti negli ultimi tre decenni ha avuto origine negli animali”; si prevede “una crescita della popolazione mondiale a 9 miliardi nel 2050”; la salute dell'ambiente “può influire sulla salute umana e animale attraverso la contaminazione, l'inquinamento e il cambiamento delle condizioni climatiche, che possono portare alla comparsa di nuovi agenti infettivi”.
L’approccio one health e i dodici principi di Manhattan
Gli autori raccontano la storia e l’evoluzione del concetto di One Health e ricordano anche la pubblicazione dei cosiddetti 12 Principi di Manhattan, nel 2004, da parte della Wildlife Conservation Society.
Infatti nel corso di “un simposio tenutosi presso la Rockfeller University di New York (Usa), venne presentata una lista di 12 principi che “rappresentano un pressante invito a tutto il mondo scientifico affinché il ricorso a un approccio interdisciplinare e trasversale nella prevenzione, sorveglianza e controllo delle malattie sia in grado di garantire l’integrità biologica e la conservazione dell’ambiente per le generazioni future”.
In particolare tali principi “esortano i leader mondiali, la società civile e gli esperti globali di sanità pubblica a:
- riconoscere il legame essenziale tra la salute di esseri umani, animali domestici e specie selvatiche e la minaccia che le malattie pongono alle persone, alla sicurezza alimentare ed economica e alla biodiversità, necessaria al mantenimento di un ambiente sano e un ecosistema ben funzionante;
- riconoscere che tutte le decisioni riguardanti l’uso della terra e dell’acqua presentano implicazioni rilevanti per la salute. Ogni qualvolta ignoriamo questa relazione si manifestano alterazioni dell’ecosistema e l’emergenza di nuove malattie;
- includere lo studio della salute delle specie selvatiche come una componente essenziale della prevenzione globale delle malattie, la loro sorveglianza e il loro controllo;
- riconoscere che i programmi di sanità pubblica possono contribuire in maniera rilevante alla conservazione delle varie specie;
- promuovere approcci innovativi, olistici e proiettati nel futuro della prevenzione, la sorveglianza, il monitoraggio e il controllo delle malattie emergenti e riemergenti, che prendano in considerazione la complessa interconnessione tra le specie;
- cercare opportunità per la piena integrazione tra una prospettiva di conservazione della biodiversità e i bisogni umani quando si adottano misure per il controllo delle malattie infettive;
- ridurre il commercio e regolare la conservazione e la caccia delle specie selvatiche, non solo per proteggere tali specie, ma anche per ridurre il rischio di trasmissione delle malattie e lo sviluppo di nuovi ospiti per i patogeni;
- ridurre l’abbattimento programmato di specie selvatiche per il controllo delle malattie solo a specifiche situazioni basate su un consenso scientifico, multidisciplinare e internazionale, ove tale popolazione rappresenti effettivamente una significativa minaccia alla sanità pubblica, alla sicurezza alimentare o alle altre specie selvatiche;
- aumentare gli investimenti in infrastrutture sanitarie globali, sia umane sia animali, adeguate alla gravità delle minacce emergenti e riemergenti per la specie umana e animale, rafforzando la sorveglianza sanitaria su animali e uomini e migliorando il coordinamento tra agenzie governative e non governative, compagnie produttrici di vaccini e di farmaci, e tutti i possibili partner;
- creare una collaborazione tra governi, popolazioni, settori pubblici, privati e nonprofit per affrontare le sfide di salute globale e conservazione della biodiversità;
- fornire risorse e supporto allo sviluppo di un network globale di sorveglianza sanitaria sulle specie selvatiche in grado di scambiare informazioni con il sistema di sanità pubblica e veterinario come parte di un sistema di allerta per l’emergenza e la ri-emergenza delle malattie;
- investire in educazione e sensibilizzazione della popolazione mondiale per influenzare il processo politico atto ad aumentare la comprensione della relazione tra salute e integrità dell’ecosistema al fine di migliorare con successo le prospettive sanitarie del pianeta”.
Il contributo si sofferma su vari altri passaggi, ad esempio la cosiddetta “Dichiarazione di Hanoi”, e ricorda che il 9 giugno 2022 è stato riconosciuto dalla normativa italiana l’approccio One health “e la sua evoluzione in Planetary Health con lo sviluppo del Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici (SNPS), che sostituisce le strutture e le modalità di intervento in materia contemplati dal d.lgs. 502/1992”.
Si ricorda, tra i vari aspetti connessi, che la strategia One health “trova applicazione anche nel contrasto alla diffusione di contaminanti chimici rilasciati nell’ambiente e che possono poi entrare nella catena alimentare. Tra questi troviamo sia le tossine naturali, ad esempio tossine vegetali e micotossine, sia i contaminanti ambientali, rilasciati nell’aria, nell’acqua o nel suolo spesso da attività industriali o agricole”.
Allo scopo di favorire l’implementazione dell’approccio One Health sul territorio nazionale viene, infine, evidenziato quanto espresso nel Piano nazionale prevenzione (PNP) 2020 - 2025, adottato il 6 agosto 2020 con Intesa in Conferenza Stato-Regioni, che “considera la salute come risultato di uno sviluppo armonico e sostenibile dell’essere umano, della natura e dell’ambiente, in linea con la visione olistica, e promuove l'applicazione di un approccio multidisciplinare, intersettoriale e coordinato per affrontare i rischi potenziali o già esistenti che hanno origine dall’interfaccia tra uomo, animali e ecosistemi”.
Rimandiamo alla lettura integrale del contributo che riporta non solo cenni di normativa sulla tutela, sicurezza e sostenibilità della filiera agroalimentare, ma anche una tabella contenente gli atti giuridici e documenti prodotti/emanati da autorità e istituzioni in materia.
L’indice del documento Inail
Riportiamo, in conclusione, l’indice del documento “Approccio one health per la tutela della salute umana, animale e dell’ambiente nella filiera alimentare”.
1 - Paradigma One Health
2 - Impatto della filiera agroalimentare sull’ambiente: spreco alimentare e sicurezza alimentare
3 - Cambiamento climatico: impatto sulla filiera agroalimentare
4 - Biodiversità
5 - Zoonosi occupazionali
6 - Esposizione ad agenti biologici in allevamenti di suini e impianti di macellazione: esperienze di ricerca in ottica One Health
7 - Benessere animale
8 - Interfaccia uomo agricoltura: rischio di esposizione ad agenti chimici
9 - Esposizione a micotossine aerodisperse e rischio occupazionale
10 - Tutela della salute dei lavoratori in ottica One Health
Tiziano Menduto
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Inail, Dipartimento medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, “ Approccio one health per la tutela della salute umana, animale e dell’ambiente nella filiera alimentare”, a cura di Paola Melis, autori: Priscilla Boccia, Renato Cabella, Alessandra Chiominto, Guido Di Martino, Simona Di Renzi, Maria Concetta D'Ovidio, Giovanni Fabrizi, Monica Gherardi, Angela Gioffre’, Carlo Grandi, Anna Maria Marcelloni, Emilia Paba, Mariangela Spagnoli, Elena Sturchio, Paola Tomao, Vittoria Tregnaghi, Nicoletta Vonesch, Miriam Zanellato – Collana Salute e Sicurezza - edizione 2025 (formato PDF, 7.96 MB).
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