L’evoluzione dei sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro
Brescia, 15 Apr – Più di venti anni fa, il 21 settembre 2001, furono pubblicate da UNI le “ Linee guida per un Sistema di Gestione della salute e Sicurezza sul Lavoro – SGSL” che, frutto del lavoro congiunto di Inail, Uni e parti sociali, sancirono una “strategia di prevenzione e sicurezza sul lavoro basata sull’approccio manageriale e gestionale” che andava oltre la semplice conformità per “arrivare a identificare, pianificare ed ottenere il miglioramento continuo delle performance di prevenzione aziendale”.
Queste Linee Guida UNI-Inail hanno permesso l’ampia diffusione in Italia dei sistemi OHSAS 18001 e sono state anche incluse nell’art. 30 del D. Lgs. 81/2008 come “componente essenziale di Modello Organizzativo e Gestionale utile di generare efficacia esimente dalla responsabilità amministrativa delle imprese e dalle sue pesanti sanzioni”.
Senza dimenticare che poi nel 2018 è stata pubblicata e recepita anche in Italia la “prima norma globale sulla gestione della salute e sicurezza sul lavoro”, la UNI ISO 45001 che sostituisce in toto la BS OHSAS 18001”.
A fare questa breve presentazione della storia su questa tipologia di approccio manageriale e gestionale alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è il seminario Inail “ Sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro a 20 anni dalla pubblicazione delle Linee Guida SGL – UNI/INAIL” che si è tenuto il primo dicembre 2021 durante la manifestazione Ambiente Lavoro. Seminario che, ribadendo l’efficacia prevenzionale dei Sistemi di gestione SGSL, ha fatto il punto sui contenuti, sullo stato dell’arte e le prospettive per lo sviluppo di una cultura manageriale della sicurezza sul lavoro per la riduzione del fenomeno infortunistico e tecnopatico e la sostenibilità dei processi produttivi.
Per cercare di tracciare un la storia di questo importante passaggio delle Linee guida Uni-Inail, arrivando anche all’UNI ISO 45001, ci soffermiamo oggi sull’intervento “Storia ed evoluzione dei Sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro”, a cura di Fabrizio Benedetti (Inail, Coordinatore Generale Contarp - Presidente della Commissione Sicurezza UNI).
Questi gli argomenti trattati nell’articolo:
- Le linee Guida UNI-Inail: la storia e l’integrazione della sicurezza nei processi
- Le certificazioni 18001, i vantaggi degli SGSL, il decreto 81 e la norma 45001
- Le attività di sostegno dell’Inail e la sicurezza come opportunità competitiva
Le linee Guida UNI-Inail: la storia e l’integrazione della sicurezza nei processi
L’intervento di Fabrizio Benedetti vuole ricapitolare un percorso di 20 anni che “ci porta fin qui dove ancora una volta ci si interroga per un fenomeno infortunistico e tecnopatico che continua a rialzare la testa”, con riferimento ai tanti infortuni gravi e mortali avvenuti nel 2021.
Si indica che le Linee Guida furono scritte quando “ancora non c’era il decreto 81 e si viveva un periodo storico della sicurezza sul lavoro molto diverso. Il percorso della pariteticità, pur avviato, viveva i primi passi e non sembrava affatto scontato redigere e pubblicare uno standard di gestione condiviso tra le parti sociali”.
C’erano alcuni riferimenti, soprattutto “la ormai dimenticata ma fondamentale BS8800 e un appena pubblicata, nel 1999, OHSAS 18001, non ancora recepita dal British standard, cosa che avverrà nel 2007”.
A livello di cambiamenti di clima, in materia SSL, si indica che il primo passaggio avvenuto negli anni 90 “fu quello di passare dall’approccio ‘command and control’ della legislazione italiana degli anni 50, a quello connesso con la direttiva 89/391 che indica il fulcro sulla valutazione dei rischi, attraverso l’opera di un ufficio sicurezza, il servizio di prevenzione e protezione, la consultazione e la responsabilizzazione dei lavoratori come soggetto attivo e non più passivo verso la tutela della loro salute e sicurezza sul lavoro”.
Il gruppo di lavoro, di cui faceva parte il relatore, fece “tre passi in più verso l’adesione volontaria, sposando un approccio basato sull’integrazione della sicurezza nei processi, la condivisione tra datore di lavoro e lavoratori verso il sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro, basato sul cerchio di Deming e il miglioramento continuo”. Certo le linee guida non consentivano la certificazione di parte terza “e ciò spinse ad una diffusione delle 18001. Da questo nacque l’esigenza di un sistema di accreditamento e certificazione”.
Le certificazioni 18001, i vantaggi degli SGSL, il decreto 81 e la norma 45001
L’intervento segnala che “lo sviluppo dapprima lento delle certificazioni 18001 divenne man mano più sostenuto”. A luglio 2021 il relatore ha rilevato sul sito di Accredia 24310 siti certificati 45001 e molti altri siti, con la cessazione a settembre 2021 della OHSAS 18001, saranno transitati verso la UNI ISO 45001.
Si sottolinea poi che le ipotesi che gestire la sicurezza “potesse provocare un decremento delle frequenze infortunistiche ha trovato conferma in alcuni monitoraggi”.
Uno di questi è stato condotto da Accredia e INAIL nel 2018 e mostra “che gli indici di frequenza delle aziende certificate sono di quasi il 16% inferiori rispetto alle altre aziende e che gli indici di gravità sono inferiori di quasi il 40%”. Come già detto nel 2018 è stata pubblicata la UNI ISO 45001 che ha definitivamente sostituito la 18001 e i futuri dati riveleranno gli effetti dell’applicazione di questo nuovo standard globale che, secondo il relatore, “saranno certamente migliori”.
Un altro passaggio da non trascurare nella storia e nell’applicazione delle LG e dei sistemi di gestione è connesso poi con la nascita del D. Lgs. 81/2008 e con “l’estensione della responsabilità amministrativa degli enti, del D.Lgs. 231/2001, ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi e gravissime commesse con violazione delle norme di tutela contro gli infortuni e le malattie professionali”.
Nel decreto 81 entra “l’art. 300, che diventa anche il 25 septies del decreto 231, che indica sanzioni economiche e interdittive per le aziende che si affiancano alle sanzioni penali personali a carico di chi tali reati ha commesso. Per potersi esimere da queste sanzioni che possono arrivare fino a 1,5 milioni di euro, l’azienda deve realizzare un modello organizzativo e gestionale rispettoso dei requisiti di cui all’art. 30 del D. Lgs. 81”. E in prima prima applicazione “il MOG può essere conforme ad un SGSL realizzato in conformità alla 18001 o alle Linee Guida UNI-INAIL ma per le parti corrispondenti”.
Per chiarire poi “quali fossero le parti corrispondenti e non corrispondenti e per realizzare procedure semplificate per la realizzazione di un MOG nelle Pmi”, ci furono vari incontri che portarono “pubblicazione di una lettera circolare e al decreto del Ministero del lavoro del 13 febbraio 2014”.
Infine – continua il relatore - il decreto 81 all’art. 51 “prevede la possibilità per gli organismi paritetici di asseverare l’efficace attuazione di un MOG generando una modalità di ‘controllo sociale’ verso le imprese parallelo a quello della conformità gestito dagli enti di certificazione per il SGSL”.
Tuttavia, si evidenzia un problema.
Se il comma 5 dell’articolo 30 del decreto 81 “riporta l’equivalenza del MOG esimente con le Linee Guida e le 18001”, queste ultime “sono state ritirate a settembre 2021 e le UNI ISO 45001 non sono state aggiunte all’art. 30. Ciò era ed è nelle possibilità della Commissione consultiva permanente. Le UNI ISO 45001 sono senza dubbio uno standard in grado di fornire un SGSL equivalente ai fini dell’esimenza dalla responsabilità amministrativa delle imprese”.
Il problema credo, ribadisce il relatore, esiste e “andrebbe affrontato. La soluzione in fondo è piuttosto semplice”.
Le attività di sostegno dell’Inail e la sicurezza come opportunità competitiva
La relazione indica poi che, come INAIL, si è anche lavorato negli anni “per seguire l’approccio ILO di sviluppare documenti guida per la gestione della sicurezza nei diversi settori produttivi”. E la base “sono sempre state le Linee Guida UNI-Inail che attraverso accordi tra INAIL e associazioni datoriali e sindacali hanno generato linee di indirizzo settoriali in una grande varietà di comparti che chi è interessato trova sul sito web dell’Istituto’.
L’obiettivo era quello di cercare di “facilitare le aziende nell'implementare i propri SGSL e i propri MOG nella convinzione che questo sia un percorso virtuoso per ridurre incidenza e gravità degli infortuni. Convinti anche che fossero necessari investimenti per supportare, in particolare le PMI, nell'implementazione e per il miglioramento in strutture e macchinari, l’INAIL ha reso disponibili interventi di sostegno economico e finanziario che si sono sempre sviluppati su due direttrici:
- Le imprese devono rispettare leggi e regole ma
- allo stesso tempo dovrebbero sviluppare un approccio manageriale alla salute e sicurezza sul lavoro.
Quindi, in definitiva, la salute e la sicurezza sul lavoro “devono essere considerate come parte del business e devono essere gestite come gli altri processi e attività dell'azienda. Infatti, attraverso questo approccio le aziende sono in grado di gestire la salute e la sicurezza per ottenere: riduzione del rischio, vantaggi competitivi, conformità ai requisiti legali miglioramento delle prestazioni complessive”. E lo strumento più semplicemente disponibile “è quello del SGSL conforme ad uno standard normativo come la 45001 o anche le nostre Linee guida”.
La relazione, in sintesi, si sofferma sulle principali modalità di sostegno - riduzione del tasso medio di tariffa per prevenzione e incentivi ISI – e conclude indicando che se i vantaggi a cui la relazione ha accennato “si estendessero a più ampie fasce del sistema produttivo potremmo iniziare a osservare una più marcata riduzione degli indici di frequenza e di gravità degli infortuni”. E un primo bacino di attenzione “sono le aziende che già adottano sistemi qualità e ambiente”. Infatti “a fronte di 25 mila siti certificati 45001 ne abbiamo oltre 150 mila certificati 9001, e questo è un gruppo di elezione proprio perché sta già adottando un approccio gestionale”.
Inoltre le 150.000 aziende certificate per la qualità “sono sempre un numero irrisorio rispetto ai ca 4 milioni di imprese attive in Italia”. E in definitiva “possiamo fare tutti di più per far transitare il maggior numero possibile di aziende da un’area di passività ad una di attività gestionale dove la sicurezza rappresenta una opportunità competitiva basata sull’approccio manageriale che determina rischi bassi e molto bassi sia verso la sicurezza stessa che per la continuità del business”.
Tiziano Menduto
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