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Come proteggere il patrimonio culturale da atteggiamenti estremistici

Come proteggere il patrimonio culturale da atteggiamenti estremistici
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Security

22/05/2023

Sono sempre più frequenti le notizie, provenienti da varie parti del mondo, di attacchi ai beni culturali, perpetrati da estremisti ambientalistici. L’ultima novità viene dal Regno Unito.

 

Le notizie di cronaca su attacchi perpetrati da estremisti su beni culturali sono sempre più frequenti. Ricordiamo, fra le più recenti, l’attacco a palazzo Vecchio a Firenze e l’attacco alla fontana della barcaccia in Piazza di Spagna, a Roma. Questi attacchi danneggiano il patrimonio culturale e impongono l’avvio di onerosi interventi di pulizia, che non sempre danno i risultati sperati. Questi attacchi al patrimonio culturale non sono perpetrati solo in Italia, ma anche in altri paesi del mondo; l’ultima notizia, che risale al 10 aprile 2023, viene dalla galleria d’arte del museo di Coventry, nel Regno Unito, dove era esposto lo scheletro di un diplodoco.

 

L’analisi delle immagini riprese dall’impianto di videosorveglianza del museo mostra come due soggetti, rispettivamente di 21 e 67 anni, sono entrati nella sala dove era esposto il diplodoco, indossando delle magliette con la scritta Just Stop Oil. I due estremisti hanno superato la recinzione che protegge lo scheletro, ma sono stati immediatamente bloccati dagli addetti alla sicurezza, che vigilavano attentamente sui beni culturali esposti. I soggetti sono stati successivamente ammanettati e consegnati alle forze dell’ordine.


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All’interno degli zaini dai due soggetti sono state trovati dei sacchi di vernice, che con ogni probabilità dovevano essere usati per imbrattare il reperto. La procura del Regno Unito ha presentato una denuncia contro questi soggetti, per associazione a delinquere con intenti criminosi.

 

Un portavoce dell’associazione Just Stop Oil ha dichiarato che l’attacco era stato preparato per mettere in guardia sul fatto che aumentano le emissioni di anidride carbonica, e che il governo del Regno Unito autorizza l’estrazione di carburanti fossili e incassa enormi somme, che vengono erogate dalle industrie del settore; questo atteggiamento porterà alla estinzione della razza umana (!).

 

Alla domanda sul perché, per manifestare il loro punto di vista, gli estremisti abbiano scelto una strategia di danneggiamento del patrimonio culturale, che evidentemente non ha nulla che fare con la situazione denunciata, vera o presunta che sia, il portavoce non ha dato risposta.

 

Questo atteggiamento è oltremodo preoccupante e deve attirare l’attenzione di tutti i responsabili della sicurezza del nostro patrimonio artistico, perché è evidente che l’obiettivo di questi attacchi è quello di conquistare un’ampia risonanza sui mezzi di comunicazione di massa. Questa ampia risonanza si ottiene non per l’importanza dei temi che questi estremisti sostengono, ma per l’importanza che ha il reperto danneggiato.

 

Ecco il motivo per cui i responsabili della sicurezza del patrimonio culturale dovrebbero cominciare a classificare gli oggetti affidati alle loro cure, secondo una scala di priorità, legata non tanto al valore storico ed artistico dell’oggetto, quanto all’eco che un eventuale attacco potrebbe avere sui mezzi di comunicazione di massa.

 

Un altro aspetto importante è quello di attivare subito dei contatti con squadre specializzate nella pulizia e bonifica di reperti culturali, da attivare al più presto possibile, in caso di attacco purtroppo portato a termine. L’esperienza mostra come un tempestivo intervento di pulizia e bonifica ha effetti oltremodo positivi sul reperto, rispetto a interventi effettuati a distanza anche di solo un paio di giorni.

 

Infine, occorre modificare le voci di bilancio dell’istituzione museale, accantonando delle somme destinate a possibili interventi di pulizia e bonifica, accelerando ulteriormente i tempi di attivazione e contrattualizzazione delle aziende specializzate coinvolte. Nell’esperienza di chi scrive, i tempi tecnici ed amministrativi necessari per affidare un incarico di bonifica, anche con procedura d’urgenza, possono esser dell’ordine di parecchie settimane.

 

Come i lettori hanno già saputo, il governo italiano ha recentemente presentato un disegno di legge, che mira a sanzionare in modo significativo questi vandalismi, in modo da recuperare le somme destinate alla pulizia dei reperti coinvolti.

 

Pur apprezzando questa iniziativa, non si può celare il fatto che essa può andare a buon fine talvolta a distanza di anni, per le lungaggini giudiziarie, ed ecco il motivo per cui un immediato accantonamento di somme, nel bilancio degli istituti culturali, viene caldamente raccomandato.


Adalberto Biasiotti






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