Come la biometria può ridurre le code ai varchi di sicurezza aeroportuali
Nel giugno del 2022, i passeggeri impiegavano circa quattro ore per attraversare i varchi di sicurezza dell’aeroporto di Düsseldorf. All’aeroporto di Amsterdam la situazione era ancora più drammatica, perché le code uscivano dall’area di accoglienza aeroportuale e i passeggeri venivano protetti da strutture a gazebo, che si estendevano per centinaia di metri.
Gli aeroporti di Heathrow e Gatwick hanno addirittura richiesto alle compagnie aeree di ridurre il numero di voli, perché si dichiaravano incapaci di gestire il normale flusso dei viaggiatori.
A fronte di questa situazione drammatica, sembra che solo sistemi biometrici, che controllano il passeggero dal checkin fino all’imbarco, possano dare una risposta soddisfacente. Non per nulla, il 73% dei passeggeri, recentemente intervistati, ha dichiarato di non aver alcuna remora all’utilizzo dei propri dati biometrici, a condizione che questo utilizzo possa ridurre in maniera significativa le attese agli imbarchi.
Vediamo come le tecnologie oggi disponibili possono essere usate per rendere più gradevole il viaggio, senza nulla sacrificare alla sicurezza dei controlli.
Se il passaporto non dispone già di informazioni biometriche, esistono oggi delle attrezzature al check in, in cui viene catturata una immagine del volto del passeggero e viene confrontata in tempo reale con la fotografia presente sul documento di identità. La stessa attrezzatura può essere utilizzata anche l’accesso alle aree di consegna dei bagagli, per la spedizione a destino. Il confronto tra il volto catturato da una telecamera e la fotografia sul documento identità permette una gestione rapida e sicura dei bagagli.
Il passeggero a questo punto deve attraversare i controlli di sicurezza, con rivelatori di metalli e apparato radiogeno, laddove non è richiesta l’esibizione di un documento identità. Tuttavia, qualora i rivelatori segnalino situazioni sospette, le guardie addette al controllo possono effettuare accertamenti approfonditi e acquisire i dati del passeggero.
Infine, il passeggero deve presentarsi al punto di imbarco, dove ancora una volta viene controllata la sua identità, con la tecnica già prima illustrata. Numerosi esperimenti, effettuati a cura della Transport Security Adminstration, negli Stati Uniti, hanno dimostrato come il livello di efficienza ed efficacia del controllo, effettuato tramite apparecchiature biometriche automatiche, sia nettamente migliore, rispetto al controllo visivo, che ancora oggi rappresenta la forma dominante di controllo ai punti di imbarco.
Al proposito, è comunque necessario sottolineare come l’acquisizione dei dati biometrici deve avvenire in un contesto di elevatissima sicurezza, non solo per rispondere alle indicazioni del regolamento generale europeo per la protezione dei dati, ma anche per rassicurare il passeggero che i suoi dati personali verranno utilizzati esclusivamente ai fini di accelerare i transiti attraverso i varchi di sicurezza.
Un altro elemento positivo, legato all’utilizzo di metodologie di confronto facciale, è legato al fatto che numerose autorità garanti, in Europa ed in altre parti del mondo, vedono con relativo favore l’utilizzo di queste tecnologie, rispetto alla acquisizione dell’impronta digitale od alla scansione dell’iride. Il fatto che venga utilizzato il riconoscimento facciale presenta elementi positivi, anche dal punto di vista del passeggero, in quanto egli non deve toccare nulla, né deve posizionarsi in modo critico, rispetto al dispositivo di riconoscimento dell’iride.
L’esperienza parimenti ha mostrato che il riconoscimento di documenti potenzialmente contraffatti viene effettuato in modo assai più incisivo da dispositivi automatici, rispetto all’occhio, seppur educato, dell’addette ai controlli. Ad esempio, la capacità di riconoscimento di un documento contraffatto, dopo alcune ore di servizio ai punti di imbarco od al checkin, diminuisce in maniera significativa, secondo uno studio svolto in Europa, rispetto alla capacità iniziale di riconoscimento, da parte dell’operatore.
Ancora una volta, ci troviamo in una situazione nella quale si deve riconoscere, seppur con un pizzico di amarezza, che le macchine possono essere migliori dell’uomo!
Adalberto Biasiotti
I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.