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La vergogna dei cookies

La vergogna dei cookies
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Privacy

12/09/2016

Il nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati 2016/679 può rimediare a una vergognosa situazione che tutti i giorni riscontriamo. Di Adalberto Biasiotti.


Tutti i lettori sanno che cosa sono i cookies. Sono  piccoli programmi che vengono inseriti nel computer di un navigatore, che si collega ad un sito Internet. Questi micro programmi possono essere estremamente utili, perché possono facilitare la navigazione, ma possono essere oltremodo invasivi, per non dire pericolosi, quando catturano e memorizzano una straordinaria quantità di informazioni sulle attività di navigazione svolte da chi si è collegato.

 

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Il garante francese per la protezione dei dati personali-la commissione nazionale informatica e libertà, una volta ha dato una pubblica dimostrazione di come potesse essere sufficiente un collegamento della durata di un paio di minuti con un sito Internet, perché il gestore del sito potesse acquisire una straordinaria quantità di informazioni sul navigatore, che era del tutto ignaro di quanto stava accadendo.

La introduzione di regole sulle modalità con le quali si possono acquisire dati personali ha leggermente migliorato la faccenda, in quanto oggi quasi tutte le home page dei siti Internet  hanno un’area riservata alla illustrazione delle tipologie di cookies  che vengono utilizzate, qualora si abbia la sciagurata idea di collegarsi al sito. Se il navigatore rifiuta la proposta pacchetto dei cookies, presentata dal gestore del sito Web, le prestazioni che ottiene e le sue capacità di navigazione possono essere fortemente penalizzate.

Per dare un’idea lettori di come può essere talvolta scandaloso l’approccio che alcuni gestori di siti Web hanno, nei confronti della informativa che obbligatoriamente devono rendere ai navigatori che si stanno collegando, riporto di seguito un esempio di una informativa che ho catturato sulla pagina di una banca italiana, e non delle ultime.

 

È chiaro che il messaggio di informativa è stato concepito in modo tale da catturare, in maniera certamente non esplicita, il consenso del navigatore.

L’autorità garante italiana aveva già da qualche tempo allestito un schema più immediatamente intelligibile per la resa della informativa afferente ai cookies.

È un filone sul quale anche la commissione LIBE del Parlamento europeo si era avviata, proponendo degli schemi iconici, che dovrebbero rendere assai più semplice per il navigatore capire a fondo quali sono i suoi dati  personali che i cookies possono catturare e memorizzare.

Il regolamento europeo prevede esplicitamente che possa essere favorita la introduzione di forme iconiche di informativa, che oltretutto hanno il grande vantaggio di poter essere usate senza variazioni in più lingue, proprio perché l’icona può essere facilmente interpretata in ogni lingua.

Tutti noi, quando ci rechiamo in un aeroporto, in un qualsiasi paese del mondo, se vediamo la sagoma di un aereo puntato verso l’alto capiamo subito che siamo nella zona partenze, se vediamo invece la sagoma dell’aereo puntata verso il basso capiamo subito che siamo in zona arrivi; infine, se vediamo due bagagli capiamo dove si trova la  zona di consegna dei bagagli.

Lavorando su questo fronte, si spera che la commissione europea, cui il regolamento ha delegato il potere di emettere queste icone standardizzate, da utilizzare in tutta Europa, possa quanto prima sviluppare delle proposte, nell’interesse di gestori di siti Internet, che vogliono mantenere un comportamento corretto, e a protezione dei navigatori.

Offro di seguito la soluzione, quasi iconica, che è stata già messa a punto dalla nostra autorità garante.

Per ora si tratta di una proposta, ma sarei molto lieto che la sua adozione diventasse al più presto un obbligo per tutti i gestori di siti Internet.

 

La proposta del garante

 

Adalberto Biasiotti

 

 

 



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