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Come prevenire le aggressioni e le violenze agli operatori sanitari?

Come prevenire le aggressioni e le violenze agli operatori sanitari?
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Sanità e servizi sociali

26/09/2024

Le linee guida per la prevenzione degli atti di violenza e delle aggressioni a danno degli operatori sanitari, approvate dalla Regione Sicilia, si soffermano sulla definizione ed implementazione delle misure di prevenzione e di controllo.

Palermo, 26 Set – La prevenzione delle violenze e aggressioni che avvengono nelle strutture sanitarie deve essere portata avanti da un'organizzazione aziendale “rivolta all'identificazione dei fattori di rischio per gli operatori sanitari” attuando “le strategie ritenute più opportune”.

 

A ricordarlo sono le “ Linee guida per la prevenzione degli atti di violenza e delle aggressioni verbali e/o fisiche a danno degli operatori sanitari delle strutture sanitarie pubbliche della Regione siciliana” approvate dalla Regione Sicilia con il Decreto n. 1603 del 21 dicembre 2023.

 

Gli obiettivi specifici delle linee guida - elaborate dal "Gruppo di Coordinamento Regionale per la prevenzione degli atti di violenza e delle aggressioni verbali e/o fisiche a danno degli operatori sanitari delle strutture sanitarie pubbliche della Regione Siciliana" – sono identificati nel:

  • “sviluppare una policy aziendale contro gli atti di violenza/aggressione nei confronti degli operatori sanitari attraverso la costituzione del "Gruppo di Lavoro Rischio Aggressioni";
  • stilare un piano di prevenzione che preveda una politica di tolleranza zero verso gli atti di violenza;
  • ottimizzare i flussi informativi aziendali per favorire l'integrazione dei dati, l'organizzazione e il monitoraggio del fenomeno;
  • accrescere la consapevolezza che la violenza non fa parte del lavoro;
  • sensibilizzare il personale a segnalare prontamente gli episodi di violenza subiti e a suggerire le misure per ridurle o eliminarle, mettendo a disposizione degli strumenti agili e moderni, ad esempio, un QRcode dedicato, affisso nei luoghi di lavoro più a rischio, che consenta di inviare in tempo reale tramite il cellulare la segnalazione con la descrizione dell'episodio violento;
  • gestire gli effetti degli episodi di violenza con un supporto medico e/o psicologico rivolto all' operatore sanitario che ha subito l'atto di violenza in modo diretto e/o indiretto;
  • attivare corsi di formazione che consentano di accrescere le competenze degli operatori sanitari per prevenire e gestire i suddetti episodi;
  • monitorare nel tempo le misure di prevenzione e protezione adottate”.

 

Dopo aver presentato, in precedenti articoli alcuni strumenti (presenti o allegati alle linee guida) relativamente alla valutazione dei rischi, ci soffermiamo ora su alcuni suggerimenti in merito alle possibili misure che “saranno di prevenzione, finalizzate a eliminare o ridurre la probabilità che si verifichi l'evento avverso, e/o di protezione, finalizzate a ridurre il danno conseguente all'evento avverso”.

 

L’articolo affronta i seguenti argomenti:

 


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Le linee guida sulla prevenzione della violenza: le strategie generali

Ricordiamo innanzitutto che, secondo le linee guida, deve essere presente un "Programma di Prevenzione" che adotti le seguenti strategie:

  • valutazione del rischio violenza/aggressione
  • istituzione del "Gruppo di Lavoro Rischio Aggressioni"
  • definizione ed implementazione delle misure di prevenzione e di controllo
  • gestione degli episodi di violenza/aggressione
  • formazione del personale.

Dunque, una volta valutati i rischi e individuate le criticità attraverso l'analisi dell'ambiente lavorativo, bisogna “definire le soluzioni necessarie a prevenire e controllare le situazioni di rischio identificate”. E le misure preventive da definire al fine di eliminare o ridurre la probabilità dell'evento possono essere così classificate:

  1. misure strutturali e tecnologiche
  2. misure organizzative

 

Le linee guida sulla prevenzione della violenza: le misure strutturali e tecnologiche

Si indica, dunque, che tra le strategie della direzione aziendale “al fine di contrastare i comportamenti violenti rientrano le misure strutturali e tecnologiche che servono a mitigare i fattori di rischio identificati a seguito della valutazione dei rischi e dell'analisi dell'ambiente lavorativo”.

 

Questa, a titolo esemplificativo, una elencazione non esaustiva delle possibili “misure strutturali e tecnologiche:

  • valutare i progetti di nuova costruzione o di modifica delle strutture esistenti in funzione della riduzione dei fattori di rischio connessi alla violenza/aggressione;
  • valutare la necessità di installare impianti di allarme o altri dispositivi di sicurezza (pulsanti antipanico, allarmi portatili, telefoni cellulari, ponti radio) nei luoghi dove il rischio a elevato;
  • valutare la necessità di assicurare la disponibilità di metal-detector fissi o portatili atti a rilevare la presenza di oggetti metallici pericolosi;
  • installare un impianto video a circuito chiuso, con registrazione sulle 24 ore, nelle aree ad elevato rischio;
  • assicurare la disponibilità di stanze dotate dei necessari dispositivi di sicurezza nel caso di pazienti in stato di fermo, sotto effetto di alcol e/o droga o con comportamenti violenti;
  • assicurare l'installazione di sistemi di illuminazione idonei e sufficienti sia all'interno che all'esterno della struttura;
  • sostituire e/o riparare finestre e serrature rotte”.

 

Le linee guida sulla prevenzione della violenza: le misure organizzative

Veniamo poi alle misure organizzative che “fanno parte delle strategie aziendali con lo scopo di promuovere un clima di benessere organizzativo nei luoghi di lavoro e contribuire alla eliminazione/riduzione dei possibili atti di violenza/aggressione” e che comprendono:

  1. Misure di accoglienza
  2. Misure di informazione e comunicazione
  3. Misure operative”.

 

Riprendiamo, anche in questo caso, alcuni esempi di misure di accoglienza:

  • “prevedere la presenza di personale dedicato e formato che dia adeguate informazioni sull'organizzazione, sulle prestazioni e sulle attività assistenziali;
  • istituire procedure per l'ingresso e la registrazione dei visitatori;
  • assicurare all'atto di qualsiasi prestazione assistenziale e/o sanitaria, la presenza di due figure professionali (medico, infermiere o altri operatori);
  • prevedere, dove si ritiene necessario e in relazione alla tipologia di utenza, la presenza di un mediatore culturale e/o linguistico”.

 

Queste, invece, alcune misure di informazione e comunicazione:

  • “fornire al personale coinvolto le informazioni sulle procedure previste in caso di violenza subita e sulle forme di assistenza disponibili (amministrativa e legale);
  • sensibilizzare il personale ad avere comportamenti che instaurino un clima di tranquillità al fine di ridimensionare possibili scatti di ira da parte dell'utenza;
  • informare in modo chiaro pazienti, visitatori e lavoratori che la violenza non è consentita e che nessun episodio sarà tollerato, anche attraverso cartellonistica e/o produzione di video;
  • evidenziare che offendere, aggredire, minacciare verbalmente, fisicamente e psicologicamente gli operatori è un reato;
  • chiarire ai lavoratori che la violenza/aggressione non fa parte integrante del lavoro;
  • prevedere la diffusione di informazioni sulle strategie comportamentali tese a ridurre l'escalation che conduce alla violenza/aggressione "Foglio informativo — Elementi di strategia comportamentale" (Allegato 4);
  • distribuire e/o affiggere materiale informativo (Allegato 5)”.

 

Infine presentiamo alcune misure operative:

  • “riorganizzare ed eventualmente potenziare il servizio di vigilanza interno;
  • promuovere la diffusione e l'utilizzo di strumenti di segnalazione di episodi di violenza;
  • considerare la possibilità nelle aree a maggior vulnerabilità la presenza di due figure professionali all'atto dell'erogazione di una prestazione sanitaria (sia ospedaliera che territoriale);
  • incoraggiare la segnalazione degli episodi di violenza/aggressione subiti;
  • registrare tutti gli episodi di violenza occorsi ed elaborare le informazioni raccolte al fine di definire ogni necessaria misura di prevenzione;
  • attivare un'interfaccia operativa Azienda-Forze dell'Ordine (elaborazione di protocolli e procedure)”.

 

Si ricorda poi che la segnalazione dell'evento “va fatta sempre, indipendentemente dalla natura e dalla gravità del danno occorso. Deve essere effettuata prontamente dall'operatore direttamente coinvolto dall'evento o, in caso di sua impossibilità, da un operatore diretto testimone e/o dal responsabile della struttura interessata dall'evento. La segnalazione dell'episodio violento è importante, anche, per la corretta quantificazione del fenomeno”.

 

Riprendiamo dalle linee guida una diagramma di flusso sull’iter procedurale:

 

 

Concludiamo rimandando alla lettura integrale del documento che riporta, con riferimento anche alle misure di protezione, alcune indicazioni per la gestione degli episodi di violenza/aggressione per “garantire un opportuno trattamento e sostegno agli operatori vittima di violenza (vittima primaria) o che possono essere rimasti traumatizzati per aver assistito a un episodio di violenza (vittime secondarie)”.

Vengono poi fornite anche indicazioni per la formazione del personale con particolare riferimento a:

  • operatori sanitari;
  • management;
  • personale della sicurezza.

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Regione Sicilia, Decreti assessoriali, Assessorato della Salute, Decreto n. 1603 del 21 dicembre 2023 “Linee guida per la prevenzione degli atti di violenza e delle aggressioni verbali e/o fisiche a danno degli operatori sanitari delle strutture sanitarie pubbliche della Regione siciliana”.

 


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