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La relazione dell’osservatorio sulla sicurezza nelle professioni sanitarie

La relazione dell’osservatorio sulla sicurezza nelle professioni sanitarie
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Sanità e servizi sociali

22/09/2023

La prima relazione sulle attività dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie presentata nel mese di marzo 2023. I problemi, la sottovalutazione e le definizioni.

Roma, 22 Set  – La legge 14 agosto 2020, n. 113Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni” all’articolo 2, come ricordato anche in altri articoli del nostro giornale, ha previsto l’istituzione dell’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-sanitarie (ONSEPS).

 

Ricordiamo, più nel dettaglio, come riportato su uno spazio web del Ministero della Salute, i compiti dell’Osservatorio:

  • monitorare gli episodi di violenza commessi ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni
  • monitorare gli eventi sentinella che possano dar luogo a fatti commessi con violenza o minaccia ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni
  • promuovere studi e analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti
  • monitorare l'attuazione delle misure di prevenzione e protezione a garanzia dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro, anche promuovendo l'utilizzo di strumenti di videosorveglianza
  • promuovere la diffusione delle buone prassi in materia di sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, anche nella forma del lavoro in equipe
  • promuovere lo svolgimento di corsi di formazione per il personale medico e sanitario, finalizzati alla prevenzione e alla gestione delle situazioni di conflitto nonché a migliorare la qualità della comunicazione con gli utenti.

 

E l’Osservatorio – istituito poi con Decreto ministeriale 13 gennaio 2022 - entro il 31 marzo di ciascun anno deve presentare alle Camere una relazione sull'attività svolta.

E lo scorso 20 marzo 2023 è stata presentata la prima “Relazione sulle attività dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie”.

 

 

Nell’articolo di presentazione della relazione ci soffermiamo sui seguenti argomenti:


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Relazione dell’Osservatorio ONSEPS: l’inquadramento del fenomeno

Riprendiamo dalla relazione alcune informazioni, presenti nella prima parte della relazione, sull’inquadramento del fenomeno, connesso agli episodi di violenza, a livello globale.

 

Si sottolinea, innanzitutto, che la sicurezza sul luogo di lavoro “costituisce una questione di rilevante e crescente importanza soprattutto in relazione alla necessità di promuovere la salute dei lavoratori in base a specifici obblighi normativi”. E questo aspetto “risulta ancora più rilevante se si considera il contesto sanitario, per le implicazioni che comporta la sicurezza degli operatori sanitari”.

 

Si ricorda poi che un Osservatorio europeo sui rischi, istituto dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ( EU-OSHA), ha indicato “nella violenza e nelle molestie i rischi psicosociali emergenti in materia di sicurezza e salute (EU-OSHA 2010)”, un fenomeno in crescita negli ultimi anni in tutto il mondo “soprattutto nel settore sanitario, anche in scenari di crisi e di emergenza umanitaria (WHO 2016; Haar et al. 2021), che, oltre a deteriorare le condizioni di lavoro e la qualità della sicurezza delle cure, costituisce uno specifico rischio lavorativo da contrastare tramite idonee misure di prevenzione”. Secondo alcuni studi (Najafi et al., 2014) l’esposizione alla violenza degli operatori del settore sanitario “può risultare anche più di dieci volte superiore a quella di operatori di altri settori”.

 

Relazione dell’Osservatorio ONSEPS: sottovalutazione e definizioni

Se è ormai riconosciuto un chiaro incremento degli episodi di aggressione e violenza, “la principale criticità per una possibile e oggettiva analisi delle reali caratteristiche e dimensioni del fenomeno risulta connessa con l’effettiva possibilità di rilevare gli eventi. Sebbene siano molteplici i tentativi di inquadrare il fenomeno da un punto di vista quantitativo, infatti, i dati riportati dai numerosi studi esistenti in proposito risentono di una riconosciuta condizione di sottostima connessa ad una minimizzazione e sottovalutazione anche da parte degli stessi operatori sanitari, vittime delle aggressioni e delle violenze”.

E questa criticità – continua la relazione – “è determinata soprattutto da problemi di disomogeneità e sotto-notifica nella segnalazione degli eventi da parte degli operatori sanitari, anche per la mancanza di criteri rigorosi e sistematici per la raccolta e l’analisi dei dati”. Questo pone, dunque, la necessità di “definire dei criteri condivisi affinché la segnalazione degli eventi sia promossa tra gli operatori sanitari attraverso un adeguato atteggiamento improntato alla assenza di tolleranza e, conseguentemente, accompagnato dalla necessità di individuare sistemi e metodologie di registrazione centralizzati in grado di fornire dati attendibili e omogeneamente raccolti sul territorio nazionale”.

 

Riguardo alla sottovalutazione del fenomeno si indica che “se, da una parte, le principali organizzazioni internazionali quali OMS e ILO indicano che il fenomeno possa riguardare fino al 50% degli operatori (WHO 2002; ILO 2006), la mancata denuncia degli episodi e la mancata richiesta di aiuto nel momento in cui si compie l’aggressione costituiscono, soprattutto in alcuni contesti un fenomeno molto frequente, raggiungendo secondo alcuni studi anche il 70-80% degli episodi (Behnam et al., 2011; Zampieron et al., 2010; Duncan et al., 2000; Pinar e Ucmak, 2011)”.

 

Ricordando che i dati raccolti riguardano prevalentemente la violenza sugli infermieri (“perché si ritiene che gli infermieri siano più esposti al rischio”), uno studio che ha analizzato i dati provenienti da 160 centri nel mondo su oltre 150.000 infermieri riporta “come circa un terzo di questi operatori sanitari subisce una violenza fisica e circa due terzi violenza psicologica o verbale”. Inoltre una survey EU-OSHA ha evidenziato come negli stati membri dell’Unione Europea “non vi sia ancora un livello sufficiente di consapevolezza e di capacità di ricognizione sul fenomeno della violenza sul posto di lavoro (EU-OSHA 2010)”.

Una revisione sistematica condotta su studi realizzati in Spagna conferma poi che, “nonostante il fenomeno sia in aumento negli ultimi anni, raramente gli episodi sono denunciati e registrati (Serrano Vicente et al., 2019)”.

 

Si ricorda poi che nella letteratura internazionale sono presenti “differenti definizioni per descrivere la violenza sul posto di lavoro tra cui quella del National Institute of Occupational Safety and Health (NIOSH) che la identifica come “ogni aggressione fisica o tentativo di aggressione, comportamento minaccioso o abuso verbale che si verifica nel posto di lavoro” (NIOSH, 2002)”.

Mentre l’OMS e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) hanno proposto una definizione generale di violenza sul luogo di lavoro: “Incidenti in cui i lavoratori sono abusati, minacciati o aggrediti in situazioni correlate al lavoro, incluso il trasferimento, e che comportano un rischio implicito o esplicito per la loro sicurezza, benessere o salute” (OMS 2002, ILO 2006)”.

 

Malgrado la difficoltà di classificazione delle diverse forme di violenza, “soprattutto per il frequente sovrapporsi della violenza fisica e psicologica”, sono stati definiti anche i concetti di violenza fisica e violenza psicologica:

  • “la violenza fisica si identifica con ‘l’uso della forza fisica contro una persona o un gruppo che esiti in una lesione fisica, sessuale o psicologica’;
  • la violenza psicologica comporta ‘l’impiego intenzionale della forza, comprese le minacce del ricorso alla forza fisica, contro una persona o un gruppo che esiti in un danno fisico, mentale, spirituale, morale o sociale’”.

 

Inoltre l’Occupational Safety and Health Administration (OSHA) ha adottato “una ulteriore definizione: ‘ogni atto o minaccia di violenza fisica, molestia, intimidazione, o qualsiasi altro comportamento minaccioso che si verifica sul posto di lavoro, spaziando da minacce, abuso verbale all’aggressione fisica fino all’omicidio può coinvolgere lavoratori, clienti, utenti e visitatori’ (OSHA 2004)”.

 

L’indice della relazione delle attività dell’osservatorio nazionale

Concludiamo rimandando alla lettura integrale della relazione 2022 dell’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-sanitarie e riportandone l’indice.

 

Premessa: l’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-sanitarie (ONSEPS)

 

1. Inquadramento del fenomeno a livello globale

 

2. Monitoraggio degli episodi di violenza commessi ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni

Strumenti e fonti informative per la rilevazione degli episodi di violenza a danno degli operatori dei servizi sanitari e socio-sanitari

L’indagine del Coordinamento Rischio Clinico della Commissione Salute

La Survey dell’ONSEPS per i Centri Regionali per la Gestione del Rischio Sanitario  

I Rapporti Regionali e delle Province Autonome

Sintesi: gli Indicatori comuni

L’ambito di indagine dell’ONSEPS: le indicazioni della legge n. 113 del 2020  

Il SIMES - Sistema Informativo per il Monitoraggio degli Errori in Sanità

I dati INAIL  

I dati raccolti dagli Ordini professionali

Altri contributi

Contributi di altri componenti dell’ONSEPS  

Contributi di enti esterni all’ONSEPS

Le variabili essenziali da rilevare  

 

3. Studio e monitoraggio delle misure di prevenzione  

Raccomandazione ministeriale N. 8

Piano Nazionale della Prevenzione

Contributi dei componenti dell’ONSEPS - Alcune esperienze regionali e altre iniziative Questionario inviato al Coordinamento del Gruppo tecnico interregionale salute e sicurezza sul lavoro

 

4. Formazione degli operatori sanitari e socio-sanitari. Comunicazione. Promozione delle buone prassi - Formazione  

Agenas - La formazione continua per la sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie. Stato dell’arte  

Esperienze di formazione presentate dai componenti dell’ONSEPS  

Questionario inviato al Coordinamento del Gruppo Tecnico Interregionale Salute e Sicurezza sul Lavoro – Area Formazione

Comunicazione e informazione

 

5. Proposte, conclusioni e obiettivi futuri

Proposte dell’ONSEPS

Conclusioni e obiettivi 2023

 

Bibliografia essenziale  

Principali acronimi contenuti nel testo  

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Ministero della Salute, Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, “Relazione attività anno 2022”, elaborazione curata da Dott.ssa Grazia Corbello, Dott.ssa Marcella Bugani, Dott. Roberto D'Elia, Dott.ssa Alessandra Di Pumpo e Dott. Francesco Gilardi, relazione presentata il 20 marzo 2023.

 

Scarica la normativa di riferimento:

LEGGE 14 agosto 2020, n. 113 - Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni.

 


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