La sicurezza e la guida: come essere un conducente responsabile?
Roma, 3 Mag – Riguardo ai numeri sempre troppo alti degli infortuni professionali gravi e mortali che avvengono nel nostro Paese è sempre importante ricordare che una grande parte di questi infortuni avviene su strada, in occasione di lavoro e in itinere.
Il panorama degli incidenti stradali, non solo in relazione agli infortuni di lavoro, continua ad essere allarmante e richiede una maggiore consapevolezza da parte delle Istituzioni e degli stessi conducenti.
Dobbiamo essere consapevoli “della serietà del problema che, troppo spesso, è provocato da irresponsabilità, distrazione, superficialità, imperizia ed impegnarci seriamente al rispetto delle regole (il Codice della Strada, i comportamenti di prudenza…)”.
Anche perché “rispettare le regole, per chi è impegnato alla guida, durante lo svolgimento del proprio lavoro è anche un obbligo previsto dalla normativa in materia di salute e sicurezza del lavoro”.
A ricordarlo è il Quaderno informativo n. 17, intitolato “La sicurezza e... la guida”, elaborato dall’Ufficio Speciale Prevenzione e Protezione dell’ Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e pubblicato nel Portale dell’Ateneo.
L'obiettivo del documento, non recente ma ancora attuale, è di sensibilizzare, nell'ambito delle azioni di prevenzione degli infortuni sul lavoro e sui rischi della circolazione stradale, “tutti coloro che in ragione del proprio lavoro, si trovano più o meno spesso alla guida di un autoveicolo”.
L’articolo di presentazione del documento si sofferma sui seguenti argomenti:
- Rischio strada: il decreto 81 e gli obblighi dei lavoratori
- Rischio strada: chi è il conducente responsabile?
- Rischio strada: lo stato psicofisico e il rischio distrazioni
Rischio strada: il decreto 81 e gli obblighi dei lavoratori
A livello normativo il documento ricorda che la tutela della salute e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori è regolamentata dal Decreto legislativo 81/2008 che “si applica in tutti gli ambiti lavorativi e per tutti i rischi lavorativi”.
Si sottolinea anche che il datore di lavoro “deve analizzare tutti i rischi per la sicurezza e la salute, cui possono essere potenzialmente esposti i lavoratori, durante lo svolgimento della propria attività lavorativa. Individuati i potenziali rischi, il documento di valutazione dei rischi deve prevedere misure di prevenzione, tra le quali l'informazione, la formazione e la sorveglianza sanitaria dei lavoratori che possono essere esposti al rischio”.
Il documento, che si rivolge in particolare modo ai lavoratori per i quali la “guida di autoveicoli” “costituisce una mansione prevalente, nonché non esclusiva”, ricorda poi gli obblighi dei lavoratori, con riferimento all'art. 20 del D.Lgs. n. 81/2008.
Un lavoratore anche alla guida di un autoveicolo deve “prendersi cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella di altre persone su cui possono ricadere gli effetti delle sue azioni o omissioni, in relazione alla sua formazione e alle istruzioni e mezzi forniti dal datore di lavoro”.
Inoltre i lavoratori devono:
- “osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti ai fini della protezione collettiva ed individuale;
- utilizzare correttamente i mezzi di trasporto, nonché i dispositivi di sicurezza (vedasi le cinture di sicurezza);
- utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione (vedasi giubbotti o bretelle riflettenti da indossare a seguito di una sosta del veicolo);
- segnalare immediatamente al Datore di lavoro, al Dirigente o al Preposto, le deficienze dei mezzi e dei dispositivi di sicurezza, nonché le altre condizioni di pericolo di cui vengano a conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso d'urgenza, nell'ambito delle loro competenze e possibilità, per ridurre tali deficienze o pericoli, dandone notizia al RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza);
- non rimuovere o modificare, senza autorizzazione, i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo;
- contribuire, insieme al Datore di lavoro, ai Dirigenti e ai Preposti, all'adempimento di tutti gli obblighi imposti dall'autorità competente o comunque necessari per tutelare la loro sicurezza e salute durante il lavoro”;
- sottoporsi “ai controlli sanitari previsti dalla norma e disposti dal Medico competente;
- non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza, ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori”.
Rischio strada: chi è il conducente responsabile?
Il Quaderno dell’Ateneo sottolinea poi che molti individui, “mentre sono alla guida di un autoveicolo, ritengono di avere la padronanza per gestire qualsiasi insidia ricorrente nella circolazione stradale, e assumono comportamenti che risultano invece contrari a quelli dettati dalla sicurezza, nonostante quest’ultima sia considerata come nostro bisogno fondamentale”.
Tuttavia “il superman che c’è in ognuno di noi, non è un buon consigliere di comportamento, perché lui pensa” che gli incidenti siano rari e soprattutto che capitino solo agli ‘altri’.
Ma chi è il conducente responsabile?
Si indica che è “colui che rispetta le regole mentre guida e:
- Nell’ambito di ciò che è lecito ed autorizzato, ha la capacità di riconoscere negli altri la scarsa padronanza dell’automezzo, l’insufficiente conoscenza delle regole stradali, gli errori di guida.
- È sempre pronto a sviluppare un’azione di difesa attraverso una guida attenta che gli consente di prevedere in tempo il pericolo.
- Automaticamente, ma coscientemente e costantemente, applica nella guida un atteggiamento difensivo (non aggressivo) che stimola reazioni e comportamenti appropriati alle situazioni di pericolo”.
Rischio strada: lo stato psicofisico e il rischio distrazioni
Il documento si sofferma poi sullo stato psicofisico del guidatore e sul rischio distrazioni.
Si indica che lo stato psicofisico di una persona “è alla base dell’origine dei comportamenti”. E “le ragioni del suo equilibrio, ovvero i motivi della sua mutabilità, si ritrovano nelle ‘abitudini quotidiane’, che possono influenzare il nostro modo di comportarci. Le abitudini, quando non sono appropriate, assumono particolare importanza per una ‘ Guida Sicura’ e, quindi, possono e debbono essere corrette, stante la gravità delle conseguenze che provocano”.
Ad esempio, bisogna ricordare che tra i fattori di rischio, che provocano distrazione e aumentano le possibilità di incidente, abbiamo:
- “un’alimentazione impropria ... consumando un pasto ‘mordi e fuggi’ a base di patatine fritte, sandwich...
- l’affaticamento della vista ... causato dalla tensione alla guida o dalle condizioni ambientali...
- l’affaticamento fisico ... conseguente agli stress del quotidiano che, spesso, ci sottopone a ritmi di vita troppo intensi”.
Infine la distrazione rappresenta, tra i rischi della circolazione, la “causa più ricorrente”.
Essere efficiente – continua il documento – “aiuta a rimanere concentrato nella guida. La concentrazione permette una prontezza di reazione e di disporre anche di pochi attimi in più, che sono poi quelli che ci consentono di evitare un ostacolo o un pericolo improvviso, evitandone le conseguenze”.
A questo proposito si sottolinea che “il tempo di reazione, ovvero il tempo necessario a trasformare una percezione in movimento, in una persona in condizioni psicofisiche efficienti, è mediamente, pari a 7/10 di secondo”. E “ad una velocità di 100 km/h si percorrono 27,7 metri in un secondo”.
Riprendiamo dal documento un grafico relativo allo spazio complessivo della frenata:
Concludiamo rimandando alla lettura integrale del documento che si sofferma anche sulle norme di circolazione, sulla prevenzione, sui controlli e su vari suggerimenti per la guida in sicurezza.
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
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