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Rischio stress: cause di stress e logica di causa e di effetto

Rischio stress: cause di stress e logica di causa e di effetto

Affrontare il rischio stress con un linguaggio semplice, ironico e diretto. Il libro di Cirincione si sofferma sullo stress con riferimento alla logica di causa-effetto. Alcuni risultati della scala di valutazione del riadattamento sociale.

Continuiamo la pubblicazione, in più puntate, di un testo sullo stress lavoro correlato o, meglio, sul “mal-essere” nel mondo del lavoro. Un testo curato dallo psicologo del lavoro Andrea Cirincione e dal titolo “Lavori o Scleri?! Teoria e Pratica del mal-essere per scelta” che presenta il tema con un linguaggio semplice, ironico e diretto, arricchendosi delle esperienze di lavoro in organizzazioni pubbliche e private di ogni tipo e dimensione.
Dopo i capitoli dedicati alla sindrome generale di adattamento, alle esperienze, ai temperamenti, alle emozioni di base e alla fase di allarme, di resistenza ed esaurimento, un nuovo capitolo si sofferma sulla logica di causa/effetto e presenta le, ormai immancabili, nuove leggi dello “sclero” e del lavoro.

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Lavori o Scleri ?! - Teoria e pratica del mal-essere per scelta
eBook in PDF: Il lettore attraversa un percorso nel concetto di 'stress' tra esempi e metafore, per comprendere al meglio come funziona e come si cura il proprio benessere psicologico.
 
Capitolo 6
La semplice logica di causa-effetto
Capitolo sintetico e volutamente banale
 
Continuiamo nel nostro percorso di superamento delle vecchie concezioni sullo stress, ma dobbiamo persistere a curiosare, perché la questione presenta altri aspetti interessanti.
 
Le osservazioni intuitive, basate sul percetto immediato, a volte sono ingannevoli. Per quanto tempo l'uomo ha creduto che il sole girasse attorno alla terra solo perché lo vedeva nascere da est e tramontare a ovest?
 
Supponiamo che un individuo sia lì per conto proprio in tutta tranquillità. Come possiamo fare per metterlo in agitazione?
 
Per esempio, potremmo provare a urlare e noteremo sicuramente che l'individuo modificherà il proprio stato di quiete, attivandosi per capire di cosa si tratti.
Che cosa è avvenuto?
 
Potremmo dire che il nostro urlo è stato la causa dell'agitazione dell'individuo, che rileviamo come effetto. Potremmo persino ipotizzare che più alta sia l'intensità dell'urlo, maggiore sia l'agitazione conseguente.
 
A proposito di cause di stress nella letteratura psicologica ha avuto grande eco la famosa scala di Holmes e Rahe[1]. I due studiosi hanno sondato quali tipi di eventi fossero capitati a un campione di 5000 soggetti, con disturbi clinici da stress, prima di manifestare la sindrome.
Dallo studio è emersa la “Scala di valutazione del riadattamento sociale”, una lista di 43 situazioni messe in ordine in base a quanto sforzo richiedono per ristabilire l'equilibrio.
Rimando il lettore interessato ad informarsi (come sempre basta mettere le keywords in Google...), in questa sede mi limito a qualche citazione e riflessione conseguente:
 
- Al 1° posto = il peggior life stressor è la “morte del coniuge”, che effettivamente disorganizza la vita per come si è impostata e quindi richiede grandi sforzi di riadattamento.  Questo è particolarmente vero per le coppie cosiddette “simbiotiche”, nelle quali la reciproca dipendenza è molto elevata. E' spesso vero quando il coniuge sopravvissuto fatica a ristrutturarsi in una vita autonoma.
 
- Al 43° posto = il meno stressogeno della lista è la cosiddetta “multa” (pardon, sanzione amministrativa) per leggera infrazione. Strano, a volte si vede gente incazzatissima per essere stata colta in divieto di sosta, ma evidentemente è fuoco di paglia, quindi nessuno finisce in clinica...
 
- Al 10° posto = il pensionamento: questo è un tema controverso legato al lavoro, non c'è dubbio che alcuni arrivano alla “meta” e se la godono, mentre per molti la fine della cosiddetta “vita attiva” è un problema. Altri problemi sono legati a questioni economiche.
 
- Al 14° posto = miglioramento negli affari: ma come? Gli affari vanno meglio e siamo stressati? Beh, può accadere che un trend economico favorevole porti con sé un assorbimento nel lavoro tale da comportare effetti a cascata. Questo è lo stress che molti vorrebbero...
 
- Al 30° posto = difficoltà nei rapporti con i superiori. Questo è uno stressor comunemente sondato anche nelle check list di valutazione “oggettiva” di stress lavoro correlato.
 
- Al 31° posto = cambiamento di orario o di condizioni del lavoro. Altro stressor presente nelle check list.
 
Su questa scala si potrebbe spendere molto più spazio, mi limito a notare che gli autori trovarono poco posto per gli stressor lavorativi, mentre oggi abbiamo maggiore consapevolezza sull'importanza di questa categoria.
 
Rientrando nel filo del ragionamento, siamo all'interno del concetto classico di causalità lineare, che possiamo anche rappresentare con una generica funzione y=f(x).
 
Ne traiamo, con semplicità, una delle nostre leggi affermando che:
 
- 6° legge dello sclero: l'individuo è in stato di calma fino a che uno stressor non ne alteri l'equilibrio.
- 6° regola del lavoro: la gestione dello stress consiste nel ricostruire un equilibrio anche in condizioni alterate.
 
 
Andrea Cirincione
Psicologo del Lavoro
 
 
NB: Nelle prossime settimane PuntoSicuro pubblicherà altri capitoli del libro dedicati al mal-essere nel mondo del lavoro.
 



[1] Holmes TH, Rahe RH (1967). "The Social Readjustment Rating Scale". J Psychosom Res 11 (2): 213–8


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