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Agenti biologici: fattori di rischio cancerogeno occupazionale?
ROMA - Infezioni, allergie e intossicazioni: queste le tipologie di “danno” potenzialmente conseguenti all’esposizione agli agenti biologici contemplati dal D.lgs. 81/2008. Tuttavia, l’esposizione a virus, batteri, parassiti e funghi può comportare anche l’insorgere di tumori nell’uomo.
Il ruolo determinante della microflora per la salute.
È noto quanto la microflora presente nel corpo umano rivesta un ruolo determinante per la salute: specifiche alterazioni del microbiota, riconducibili anche a modifiche delle abitudini alimentari e degli stili di vita, sono state associate a malattie neurodegenerative, metaboliche e neoplastiche. Per quanto riguarda le neoplasie, alcuni batteri sono coinvolti nei processi di sviluppo e crescita tumorale, mentre altri sembrano svolgere un ruolo protettivo, contribuendo all’attivazione dei meccanismi di difesa immunitaria e favorendo l’azione dei trattamenti antitumorali. Anche le infiammazioni sono alla base dell’insorgenza e della progressione tumorale. Molti tumori hanno origine nei siti di infezione, irritazione cronica e infiammazione.
L'impatto sociale dell'esposizione agli agenti biologici.
La pandemia di Sars-CoV-2 ha evidenziato l’impatto sociale dell’esposizione umana agli agenti biologici, in particolare a quelli di natura infettiva. Sono emersi, infatti, gli effetti delle caratteristiche di trasmissibilità di tali agenti che, attraverso la cosiddetta catena del contagio, possono raggiungere per via diretta o indiretta l’ospite umano suscettibile di ammalarsi, diffondendo l’infezione nello spazio e nel tempo senza distinzione tra ambiente di vita e ambiente di lavoro.
Gli agenti biologici classificati come cangerogeni.
Si stima, ad oggi, che gli agenti infettivi siano responsabili di circa il 15,4% dei decessi per cancro su scala mondiale e, a livello europeo, del 7,2%. La pubblicazione evidenzia gli agenti biologici inclusi nell’allegato XLVI del D.lgs. 81/08 e nell’allegato III della direttiva 1833/2019 di prossimo recepimento, classificati dall'Agenzia internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) come cancerogeni, o sospetti tali, sulla base di evidenze cliniche e/o sperimentali, per una disamina dei potenziali effetti conseguenti all’esposizione.
Il contesto occupazionale e le iniziative da intraprendere.
In ambito occupazionale, il legislatore ha associato l’effetto cancerogeno dell’esposizione professionale alla sola categoria di agenti di rischio chimici contemplata dal titolo IX del d.lgs. 81/08. In conclusione del volume sono proposte alcune riflessioni sulle possibili iniziative da intraprendere per approfondire il fenomeno nel contesto occupazionale.
- Agenti biologici: fattori di rischio cancerogeno occupazionale? (.pdf - 0,98 mb)
Fonte: INAIL
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