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Nominativi di archivi e mailing list...a prova di aggiornamento
Le banche dati per l'invio a domicilio di materiale pubblicitario che contengono dati personali inesatti o non aggiornati contrastano con la legge sulla privacy ed espongono il titolare della banca dati all'applicazione delle misure previste per la tutela della privacy.
Lo ha stabilito Stefano Rodota' in un provvedimento emanato in seguito al ricorso di un cittadino che accusava una casa editrice di aver violato le norme che consentono di opporsi al trattamento dei dati personali a fini di informazione commerciale o di invio di materiale pubblicitario.
Il provvedimento emanato dal Garante obbliga infatti la casa editrice a procedere alla cancellazione dei dati personali dell'autore del ricorso.
Secondo il cittadino che aveva presentato il ricorso, la casa editrice non aveva ottemperato alla richiesta di procedere alla cancellazione del suo nominativo dalla banca dati, in quanto da un colloquio telefonico successivo a tale richiesta era emerso che le informazioni in questione erano ancora presenti tra i codici cliente relativi alla mailing list aziendale.
Tali informazioni erano associate ad un indirizzo diverso dal nominativo che la società asseriva di avere cancellato dalla propria banca dati.
L'Autorità ha ordinato la cancellazione dei dati personali dopo aver accertato che essi corrispondevano effettivamente a quelli dell'interessato (non erano di un suo omonimo come sosteneva la casa editrice) e che erano ancora in possesso della azienda.
Lo ha stabilito Stefano Rodota' in un provvedimento emanato in seguito al ricorso di un cittadino che accusava una casa editrice di aver violato le norme che consentono di opporsi al trattamento dei dati personali a fini di informazione commerciale o di invio di materiale pubblicitario.
Il provvedimento emanato dal Garante obbliga infatti la casa editrice a procedere alla cancellazione dei dati personali dell'autore del ricorso.
Secondo il cittadino che aveva presentato il ricorso, la casa editrice non aveva ottemperato alla richiesta di procedere alla cancellazione del suo nominativo dalla banca dati, in quanto da un colloquio telefonico successivo a tale richiesta era emerso che le informazioni in questione erano ancora presenti tra i codici cliente relativi alla mailing list aziendale.
Tali informazioni erano associate ad un indirizzo diverso dal nominativo che la società asseriva di avere cancellato dalla propria banca dati.
L'Autorità ha ordinato la cancellazione dei dati personali dopo aver accertato che essi corrispondevano effettivamente a quelli dell'interessato (non erano di un suo omonimo come sosteneva la casa editrice) e che erano ancora in possesso della azienda.
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